Malattia misteriosa in Congo, è allerta (anche in Italia). Ecco cosa sappiamo

Alessandro Nuzzo

5 Dicembre 2024 - 20:00

In due settimane ha già fatto ufficialmente 71 morti ma il numero potrebbe essere anche superiore. Ecco cosa sappiano sulla malattia in Congo.

Malattia misteriosa in Congo, è allerta (anche in Italia). Ecco cosa sappiamo

C’è una malattia la cui origine al momento è sconosciuta che sta mietendo diverse vittime in Repubblica Democratica del Congo e che sta destando alcune preoccupazioni, sopratutto per un sintomo preciso. Tra il 10 e il 25 novembre le autorità congolesi hanno registrato ufficialmente 71 decessi, ma a livello locale si segnalano tra i 67 e i 143 morti nella zona rurale di Panzi, nella provincia di Kwango. È proprio in quella zona che sono concentrate la maggior parte delle vittime e dei contagi. Si tratta di una regione molto remota a 700 chilometri a Sud-Est della capitale del Kinshasa. Qui i bambini hanno un tasso di malnutrizione al 61%, tra i più alti del paese. Manca l’accesso all’acqua potabile, i medicinali, le infrastrutture sanitarie sono inesistenti e si vive in una condizione di precarietà generale.

Le autorità al momento hanno invitato a non toccare i cadaveri per evitare nuovi contagi. Quanto ai numeri, sembra che il 40% dei casi vede coinvolti i bambini al di sotto dei 5 anni. I contagi continuano ad aumentare e le autorità sono preoccupate. Come lo è anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha già inviato un team di esperti epidemiologi per prelevare campioni e cercare di identificare il patogeno. Di cosa si tratta? Di un batterio, un virus, altro patogeno la cui origine al momento è sconosciuta? O semplicemente di un’influenza stagionale solo più acuta che sta colpendo maggiormente una popolazione fragile?

Malattia misteriosa in Congo: sintomi

I sintomi segnalati sono molto simili a quelli dell’influenza e quindi febbre alta, mal di testa forte, tosse e poi anemia, ovvero una riduzione dei globuli rossi e emoglobina nel sangue che porta ad una ridotta ossigenazione. Tra le cause di morte segnalate ci sono difficoltà respiratorie e mancate trasfusioni dopo uno stato di grave anemia. È chiaro che si lavora comunque in una nazione povera e una regione dove a livello sanitario mancano a volte le più basilari cure. È comunque un qualcosa che va attentamente monitorato.

Esperti preoccupati anche in Italia

Anche in Italia si sta osservando attentamente la situazione. Il virologo dell’Università Vita e Salute San Raffaele di Milano Roberto Burioni, su X ha scritto che al momento non bisogna preoccuparsi anche se «il quadro clinico (anemia) non mi piace».

Dell’argomento ha parlato anche l’infettivologo Matteo Bassetti che ha detto: «Speriamo bene perché l’ultima volta dal Congo è arrivata l’Ebola. Pare che i sintomi siano simili all’influenza. L’Oms si sta muovendo e dobbiamo ancora capire bene, magari non è nulla di preoccupante». Proprio da nazioni povere è più facile che virus inizino a svilupparsi e diffondersi poi in tutto il mondo. Il Congo è alle prese anche con il virus del vaiolo delle scimmie che negli ultimi mesi ha provocato oltre un migliaio di morti e quasi 50mila casi sospetti.

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