I tempi per l’approvazione della Legge di Bilancio si dilatano e si rischia l’esercizio provvisorio. Vediamo cosa sta succedendo.
Anche se il Governo era intenzionato ad approvare la Manovra prima di Natale, le tempistiche si stanno allungando. L’approdo alla Camera era stato previsto, inizialmente, per il 16 dicembre, ma l’esame del testo ha richiesto più tempo e questo, se non si accelerano i ritmi, potrebbe far rischiare di non concludere l’iter parlamentare della Legge di Bilancio entro il 31 dicembre.
Cosa accadrebbe con una Manovra non approvata entro fine anno? Scatterebbe l’esercizio provvisorio, un regime che implicherebbe anche limitazioni alla spesa. Quale potrebbe essere il nuovo iter della legge?
Nuovo iter parlamentare della Legge di Bilancio
Con i ritardi in tabella di marcia, se la Commissione Bilancio alla Camera licenziasse il testo questa mattina (17 dicembre) si riuscirebbe a mandare il testo in Aula per domani, 18 dicembre, ottenendo una fiducia entro il 20 del mese, venerdì. Se si procede a ritmi sostenuti si riuscirà a far arrivare la Manovra in Senato, dove non saranno concessi altri rallentamenti.
Se si riuscisse a rispettare questa tabella di marcia con il licenziamento da parte del Senato nel fine settimana, al massimo il 23 dicembre (lunedì) si riuscirebbe a far giungere il testo alla Commissione Bilancio del Senato che procederebbe all’approvazione senza apportare modifiche.
Per il via libera definitivo, poi, il testo dovrebbe ottenere la fiducia in Senato. Senza ulteriori intoppi, quindi, il tempo per concludere i lavori entro la fine dell’anno (e anche con qualche giorno di anticipo) ci sarebbe, nonostante la pausa natalizia.
Cosa succede se la Legge di Bilancio non è approvata entro il 31 dicembre?
La Costituzione vincola all’approvazione definitiva con voto di fiducia della Legge di Bilancio entro il 31 dicembre dell’anno in corso per permettere a tutte le novità che contiene di entrare in vigore dal 1° gennaio dell’anno successivo.
Se non si riesce a dare la fiducia alla Legge di Bilancio entro la fine dell’anno scatta l’esercizio provvisorio: il Parlamento deve votare una misura straordinaria per il periodo che non supera i 4 mesi. Secondo l’articolo 81 della Costituzione durante l’esercizio provvisorio il Governo non può adottare nessuna variazione di bilancio, ma può gestire solo l’ordinaria amministrazione. Una cosa del genere in Italia non succede dal 1988.
Perché si sta ritardando?
La Legge di Bilancio di quest’anno era partita in discesa e si pensava che l’approvazione sarebbe stata relativamente facile e veloce, soprattutto alla luce del fatto che le poche risorse a disposizione limitano di molto le misure che possono essere introdotte.
Lo scorso venerdì, però, sono state depositate dai parlamentari di centrodestra, proposte di emendamenti. Tra queste c’era anche quella che chiedeva un adeguamento degli stipendi dei ministri non eletti in Parlamento che ha suscitato non poche polemiche. Nella notte tra venerdì e sabato, poi, sempre la maggioranza ha presentato nuove proposte contenute in un maxi emendamento che rischiava di rendere inammissibile il tutto. Proprio per questo l’esecutivo ha deciso dividere l’emendamento in più parti singole.
L’accusa da parte delle opposizioni è quella che il Governo stia riscrivendo la Manovra con emendamenti all’ultimo minuto (non accompagnati neanche da relazioni tecniche, tra l’altro). La polemica nata da questo comportamento ha portato le opposizioni a destinare una lettera al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, per chiedere di mettere fine alle modifiche presentate in Commissione Bilancio.
Per i deputati, infatti, risulta impossibile valutare ogni singola misura: troppe novità e poco tempo per analizzarle. Il presidente Fontana, però, non ha concesso nulla e ha affermato che anche se le modifiche sono molte la Manovra resta eterogenea ed è normale che gli emendamenti tocchino i temi più disparati.
Ora sta alle opposizioni presentare subemendamenti e le relazioni dettagliate dei relatori possono ovviare alla mancanza delle relazioni tecniche.
Le ultime novità
Nel maxi emendamento, poi diviso, molte le novità previste tra le quali ricordiamo:
- la stretta ai furbetti della Naspi che non consente di presentare dimissioni da un contratto a tempo indeterminato per accettare un lavoro di brevissima durata e poi percepire l’indennità di disoccupazione;
- la previsione di assumere 1.610 insegnanti di sostegno per garantire una continuità didattica agli alunni con disabilità;
- la proroga alle concessioni elettriche per un periodo che può arrivare fino a 40 anni;
- riduzione di 4 punti dell’Ires per le imprese che assumono e investono;
- la possibilità per i nuovi assunti di aumentare il montante contributivo versando all’Inps una quota maggiorata (di massimo 2 punti percentuali) dei contributi a proprio carico;
- Isee più alto (da 9.360 a 10.140 euro) e reddito personale più alto (da 6.000 a 6.500) per allargare la platea dei beneficiari dell’Assegno di inclusione.
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