Manovra correttiva dopo le europee: a fine giugno il “regalo” di Meloni agli italiani?

Alessandro Cipolla

15/04/2024

Giorgetti continua a negare, ma con il Pil che non cresce difficilmente Meloni potrà evitare una manovra correttiva a fine giugno, due settimane dopo le elezioni europee.

Manovra correttiva dopo le europee: a fine giugno il “regalo” di Meloni agli italiani?

Una manovra correttiva dopo le elezioni europee. Giancarlo Giorgetti continua a negare la necessità di aggiustare i conti, ma Giorgia Meloni difficilmente potrà evitare di riservare questa sorta di sorpresa agli italiani una volta che il delicato voto comunitario sarà alle spalle.

Dopo l’approvazione del Def, nel corso di un evento a Trieste il ministro Giancarlo Giorgetti ha ribadito che “non ci sarà una manovra correttiva”, con il governo che rispetterà la Nadef dove però sono state inserite ben altre stime di crescita relative al 2024.

Stando a quanto scritto da Dino Pesole sul Sole 24 Ore, per il governo la manovra correttiva sarà da “varare con ogni probabilità a fine giugno, in coincidenza con l’assestamento di bilancio anche per dare un segnale alla Commissione europea che proprio in quei giorni aprirà una procedura di infrazione per disavanzo eccessivo”.

L’incognita - si legge - riguarda la nuova asticella del Pil, che il governo fissa attorno all’1% (due decimali in meno rispetto alla stima della Nadef) ma che potrebbe ridursi fino allo 0,7% previsto dal Fmi (1,1% nel 2025) e dalla Commissione europea (in autunno era lo 0,9%)”.

In sostanza Meloni e Giorgetti continuerebbero a fare i conti in base a un Pil che in questo 2024 invece dovrebbe crescere meno rispetto alle stime del governo, con il concreto rischio di un buco di bilancio che nel caso dovrà essere sanato con una manovra correttiva.

Dalle parti di Palazzo Chigi però l’argomento sembrerebbe essere un tabù fino a quando gli italiani non esprimeranno il proprio voto per le elezioni europee, ma una volta chiuse le urne l’esecutivo sarà chiamato ad affrontare i veri problemi del Paese

Il rischio di una manovra correttiva dopo le europee

Nell’articolo del Sole 24 Ore si parla di “ Superbonus, inflazione in calo e incognita sulla crescita ” come i tre elementi che “rendono alquanto complesso mantenere un profilo decrescente del debito e avvicinano il ricorso a una manovra correttiva”.

Il rischio sarebbe così concreto che già sarebbe stata stilata una sorta di road map: “un primo step, una volta celebrate le elezioni per il nuovo Parlamento, attorno al 21 giugno nella definizione della ‘traiettoria tecnica’ prevista dalle nuove regole del Patto di stabilità per i paesi con un debito/Pil che supera il 60% e con un deficit che ecceda il 3%”.

L’Italia come noto supera di gran lunga questi due limiti e - sempre dopo le elezioni europee - non potrà evitare l’avvio di una procedura di infrazione per eccessivo deficit, con Giancarlo Giorgetti che in questo caso ha ammesso che l’Italia insieme a un’altra decina di Stati membri riceverà la temuta lettera da Bruxelles.

Come ormai appare chiaro tutto sembrerebbe essere congelato in attesa delle elezioni europee, ma il timore è che la crescita del Pil inferiore alle attese possa generare un buco da una decina di miliardi da ripianare poi con una manovra correttiva.

Sul come reperire i soldi già starebbero circolando le prime ipotesi: oltre alle privatizzazioni - non solo Poste, ma anche Eni -, si parla di una stretta sulle detrazioni e sui crediti di imposta a meno che non si riuscisse ad aumentare le entrate derivanti dalla lotta all’evasione fiscale, con le incertezze geopolitiche vedi rischio di una guerra tra Iran e Israele che potrebbero complicare non poco le cose.

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