Manovra, novità: non ci sarà l’aumento dello stipendio per i ministeriali. Scopriamo perché e cosa prevedeva la norma bocciata.
Arriva l’ultima novità sulla bozza della manovra: non ci sarà l’aumento dello stipendio per i ministeriali, funzionari e dirigenti.
La contrarietà del Movimento 5 Stelle a questo articolo della Legge di Bilancio 2020 ha avuto la meglio e ha portato alla cancellazione della norma.
Viene eliminato, quindi, il fondo di 100 milioni di euro che il governo aveva previsto per le indennità dei ministeriali.
Ma come avrebbe funzionato l’aumento dello stipendio? E perché i pentastellati si sono schierati contro il provvedimento?
No all’aumento dello stipendio per ministeriali. Ecco cosa prevedeva
L’articolo 15 della Legge di Bilancio stabiliva un’armonizzazione delle indennità cosiddette accessorie di funzionari e dirigenti ministeriali. Oggi, la disposizione è stata bocciata dal no del Movimento 5 stelle.
Cosa si intende per indennità accessorie? Si tratta di una parte aggiuntiva dello stipendio dei funzionari pubblici che viene erogata in 13 mensilità. La norma era stata inserita nella manovra per armonizzare il valore di questa indennità, che varia da ministero a ministero.
Lo scopo era di rendere omogenee le somme da destinare a tale parte dello stipendio, visto che oggi esiste una disparità di trattamento del personale in base alla sede di lavoro. Le indennità, infatti, sono comprese tra i 150 e i 350 euro, con picchi fino a 550 per i dipendenti della Presidenza del Consiglio.
Una riformulazione e, soprattutto, una parificazione della somma accessoria sarebbe stata utile anche per favorire la mobilità dei funzionari pubblici.
I sindacati, pur lamentando uno stanziamento insufficiente per il riallineamento di tutti gli stipendi, aveva reagito positivamente alla norma.
I 100 milioni previsti per le indennità di funzionari e dirigenti, però, sono saltati e la norma non sarà in manovra.
Perché il Movimento 5 Stelle è contrario alla norma su indennità
La bocciatura dell’aumento delle indennità accessorie per funzionari e dirigenti ministeriali è frutto soprattutto della contrarietà espressa dal Movimento 5 Stelle.
Il viceministro allo Sviluppo economico Stefano Buffagni ha dichiarato che il fondo di 100 milioni di euro previsto per riformulare al rialzo gli stipendi dei ministeriali può essere utilizzato a favore delle politiche di occupazione giovanile.
La strategia del Movimento 5 Stelle pare, dunque, confermare la linea politica contraria a norme che potrebbero essere impopolari per la maggior parte dei cittadini. Solitamente, gli aumenti di stipendio dei dirigenti ministeriali vengono valutati negativamente dagli elettori.
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