In Italia i contagi continuano a correre trainati dalla variante Omicron 2. L’immunologa Antonella Viola lancia l’allarme: «Rischiano anche i vaccinati, ecco cosa fare per difendersi».
In Italia i contagi continuano a correre trainati dalla variante Omicron 2, la cui contagiosità è equivalente a quella del morbillo. Nel bollettino di ieri, domenica 10 aprile, i nuovi positivi registrati nelle 24 ore sono stati 53.253 su 352.265 tamponi, per un tasso di positività del 15,1%. Le vittime sono state 90, mentre gli attualmente positivi sono tornati a salire di quasi 9 mila unità. In lieve aumento anche ricoveri e terapie intensive.
Intanto, continua il dibattito tra gli esperti sull’utilizzo delle mascherine al chiuso. Il 30 aprile scadrebbe l’obbligo di indossarle, ma in tanti chiedono una proroga al ministero della Salute.
Secondo l’immunologa Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza, per difendersi da Omicron e Omicron 2 è fondamentale indossare le mascherine Ffp2 al chiuso. Entriamo nel dettaglio.
Come difendersi da Omicron? «Mascherine Ffp2 fondamentali»
Continua il dibattito tra gli esperti sull’eventuale proroga dell’obbligo di mascherina al chiuso. In un’intervista al Corriere della Sera, l’immunologa Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza, sostiene che abolire l’obbligo di mascherina al chiuso sia un errore e che le Ffp2 sono fondamentali contro la variante Omicron.
«Al chiuso - afferma Viola - bisogna proteggersi, la Ffp2 è efficace anche contro Omicron. Vediamo comparire varianti sempre più contagiose e anche i vaccinati rischiano di infettarsi. La circolazione è sostenuta ed è dimostrato pure dalla comparsa dei ceppi ricombinanti che hanno origine nelle persone contagiate da due virus differenti».
E continua: «Vale la pena fare un piccolo sacrificio, coprendo naso e bocca quando si entra in luoghi chiusi. Ammalarsi di Covid-19, anche per i vaccinati con tre dosi, non è una esperienza indolore. Se ne può uscire con conseguenze spiacevoli. Una lenta ripresa, stanchezza, fatica a riprendere gusto e olfatto, effetti su cuore, sistema nervoso e metabolismo. Oltretutto c’è la possibilità di reinfettarsi con Omicron dopo aver contratto la variante che l’ha preceduta, Delta».
Viola conclude parlando dei virus ricombinati Xe e Xj. L’esperta rassicura: «I primi virus ricombinanti sono stati sequenziati a gennaio e i casi non sono aumentati. Non dovrebbe trattarsi di un pericolo emergente».
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Mancanza di gusto e olfatto, vertigini, problemi gastrointestinali e pazienti che si contagiano per la terza volta. Sono questi i nuovi campanelli d’allarme segnalati dagli esperti relativi alle ultime infezioni da Covid-19.
Sintomi «inediti», alcuni simili a quelli dell’influenza, che impensieriscono i medici. Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione nazionale dei medici di famiglia, ha spiegato: «Nelle ultime settimane stiamo riscontrando caratteristiche un po’ diverse da quelle delle ondate precedenti. La febbre è sempre presente ma negli ultimi casi osservati è più alta e dura almeno un paio di giorni. Sembra che alcuni sintomi abbiano guadagnato intensità, come quelli gastrointestinali e il mal di testa».
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