Il petrolio ha chiuso il miglior trimestre dal 2009 con un guadagno che va dal +28% del Brent al +32% del WTI. Gli esperti di Bank of America Merrill sostengono che la corsa non è ancora finita
Nonostante il peggioramento della situazione economica, i primi tre mesi del 2019 sono stati di forte recupero per l’oro nero. Il petrolio ha guadagnato quanto non si vedeva dal 2009, con un balzo superiore al 30%.
Gli acquisti di greggio sono stati favoriti dall’aspettativa di un imminente accordo sui dazi tra Cina e Stati Uniti e dal taglio alla produzione messo in atto con disciplina dai paesi produttori.
Andamento WTI future 2018-2019. Fonte: Bloomberg
Per il momento sono serviti a poco i ripetuti attacchi via twitter del Presidente Usa, che ha più volte accusato i paesi produttori di compromettere la crescita economica globale tenendo alti i prezzi dell’energia.
«È molto importante che l’OPEC aumenti il flusso di Petrolio. I Mercati mondiali sono fragili, il prezzo del Petrolio sta diventando troppo alto. Grazie!», ha scritto l’inquilino della Casa Bianca, insistendo sugli stessi concetti della volta precedente, questa volta con toni sorprendentemente più educati.
I Paesi dell’OPEC, guidati dall’Arabia Saudita e altre 10 nazioni che non ne fanno parte, guidate dalla Russia, sono impegnati a riequilibrare il mercato petrolifero attraverso una riduzione della loro produzione e finora hanno ignorato le richieste di Trump.
Gli esperti di BofA: la corsa del greggio non è ancora finita
Secondo gli esperti di Bank of America Merrill la corsa del greggio non è ancora conclusa, tanto che gli analisti vedono il Brent nel secondo trimestre 2019 a 74 dollari e il WTI a 64 dollari al barile.
Secondo gli esperti della banca d’affari il protezionismo e il populismo stanno avendo due effetti opposti sulle dinamiche del mercato del petrolio. In particolare ritengono che il protezionismo stia penalizzando il fronte della domanda, mentre il populismo la sostiene.
«Il cambiamento radicale della Fed negli ultimi sei mesi è sintomatico delle sfide dell’economia globale. Alcuni settori e regioni nel mondo stanno crescendo a un passo robusto, mentre altri stanno decelerando. La business confidence si è indebolita a causa di un’attività industriale più debole. I PMI globali manufatturieri si stanno muovendo verso una contrazione a causa soprattutto di Germania e Giappone. Tuttavia il settore dei servizi, che rappresenta ormai la parte preponderante dell’economia nella maggioranza dei Paesi, continua a espandersi. I politici litigano, le imprese sono caute, ma i consumatori restano fiduciosi. Si tratta del protezionismo contro il populismo», si legge nel report di BofA.
Gli analisti della banca d’affari vedono nel 2019 un equilibrio tra domanda e offerta nel settore petrolifero, mentre per il 2020 è atteso un surplus di 470.000 barili al giorno.
Gli esperti si aspettano che la produzione iraniana scenda dai 3,6 milioni del terzo trimestre 2018 a 1,9 milioni di barili al giorno a causa del venir meno in parte delle esenzioni previste nel primo periodo. La crescita anno su anno è invece attesa a 1,15 milioni di barili al giorno nel 2020.
BofA: nel 2020 Brent a 65 dollari, WTI a 60 dollari al barile
Per gli esperti di Bank of America Merrill sarà proprio il 2020 l’anno da monitorare attentamente: «Siamo più preoccupati per l’outlook 2020, perché la manifattura tende ad anticipare la fiducia dei consumatori per cui Brexit e trattativa Cina-Stati Uniti restano i fattori di rischio chiave per il futuro. Un maggiore protezionismo potrebbe impattare sul sentiment dei consumatori globali», avvertono gli esperti di BofA che vedono nel 2020 il Brent a 65 dollari il barile e il WTI a 60 dollari il barile. (clicca qui per l’analisi tecnica sul petrolio WTI)
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