La giornata delle materie prime: zucchero mantiene il vantaggio, petrolio su nuovi massimi dell’anno

Ufficio Studi Money.it

18/02/2019

Lo zucchero registra la migliore performance giornaliera, mantenendo anche il primato sulla performance weekly. Il petrolio intanto segna nuovi massimi dell’anno ma i fattori che lo influenzano sono molteplici

La giornata delle materie prime: zucchero mantiene il vantaggio, petrolio su nuovi massimi dell’anno

La giornata delle materie prime si appresta a chiudere in generale rialzo. In evidenza lo zucchero che segna una performance del 3,77%, in seconda posizione il rame, in progresso dell’1,55%. Saldi positivi più contenuti per il WTI e il Brent che segnano rispettivamente un +0,27% e un +0,14%.

Tra i metalli preziosi sopra la parità anche oro ed argento, con una performance dello 0,22% e dello 0,11% per il metallo giallo. Negativi invece il gasolio e il frumento che cedono rispettivamente lo 0,18% e lo 0,59%.

Focus del giorno: OPEC, Cina e output Usa influenzano il petrolio

Il Brent e il WTI hanno imboccato nuovamente la via del rialzo, riavvicinandosi ai massimi del 2019. I tagli messi in pratica dall’OPEC e dai produttori esterni al Cartello, in primis la Russia, che hanno scelto di limitare l’output di 1,2 milioni di barili al giorno, hanno contribuito all’apprezzamento dell’oro nero. Inoltre, anche le sanzioni degli USA contro l’Iran e il suo export di greggio hanno fatto la loro parte, insieme a quelle contro il Venezuela di Nicolas Maduro.

Questi gli elementi che hanno contribuito al rialzo, eppure a frenare la risalita vi è la Cina. Oggi il prezzo del petrolio si è allontanato dai massimi dell’anno a seguito della pubblicazione di un aggiornamento sullo stato di salute del comparto auto cinese. Le vendite di automobili a gennaio sono diminuite per il settimo mese, cosa che ha innescato nuovi timori sulla domanda di carburanti nel secondo Paese al mondo come utilizzatore di petrolio.

In realtà a frenare le quotazioni di Brent e WTI ci ha pensato di recente anche la produzione statunitense. Secondo Baker Hughes, l’output Usa continuerà a crescere nei prossimi mesi. Soltanto la scorsa settimana gli impianti di trivellazione sono aumentati nuovamente, arrivando ad un totale di 857 rispetto gli 800 rilevati lo scorso anno.

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