Maternità surrogata reato universale, cosa significa?

Ilena D’Errico

20 Ottobre 2024 - 23:47

La maternità surrogata è reato universale con il sì definitivo del Senato. Ecco cosa significa e quali sono ora i rischi per chi si affida alla surrogazione di maternità.

Maternità surrogata reato universale, cosa significa?

La maternità surrogata è reato universale. Il Senato ha approvato in via definitiva, con 84 voti favorevoli e 58 contrari la proposta, che di deve alla deputata Maria Carolina Varchi. Un’approvazione che arriva dopo lunghe polemiche e che non smette certo ora di essere divisiva. La surrogazione della maternità diventa così penalmente perseguibile in Italia a prescindere dallo Stato in cui sia stata effettuata, in tutela delle donne che si prestano alla gestazione per altri a causa di situazioni di disagio, ma a discapito di diverse famiglie.

Tra i pro e contro indiscussi della pratica, in ogni caso vietata nel territorio italiano, il Parlamento ha dato priorità ai risvolti potenzialmente negativi, vietandola nel senso più assoluto possibile. Le speranze di tanti cittadini riguardo a una modifica diversa della disciplina, ad esempio una differenziazione tra i Paesi in cui viene attuata, vanno in frantumi. D’altro canto, la differenziazione territoriale risulterebbe decisamente complessa e non del tutto efficace per tutelare le donne costrette alla pratica.

Non tutte coloro che praticano la gestazione per altri sono indotte da problemi economici o violenza, ma si tratta comunque di una realtà non trascurabile. Il dibattito resta quindi spinoso, per certi versi simile al divieto di stupefacenti: criminalizzare la condotta impedisce di controllarla a dovere. Se ciò non è sufficiente a impedirne l’attuazione la collettività non è dunque tutelata. Ma vediamo cosa cambia ora che la maternità surrogata è reato universale.

Cos’è un reato universale e cosa si rischia

Il diritto penale viene di norma applicato su base territoriale, questo significa che è punibile chi commette nel territorio italiano i reati previsti dal nostro Codice penale ed è sempre quest’ultimo a indicare le pene. Per esempio, chi commette un furto in Italia è punibile ai sensi dell’articolo 624 cp, con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e la multa da 154 a 516 euro.

Il cittadino italiano che, invece, commette un reato all’estero può essere processato in Italia, ma soltanto se la condotta incriminata è un reato in entrambi i Paesi. Per fare un secondo esempio, alcuni Stati islamici puniscono i comportamenti blasfemi – tra cui le bestemmie - con la pena di morte, ma questo non vuol dire che ci sia punibilità in Italia (dato che il reato in questione è stato depenalizzato e comunque non riguardava una fattispecie così ampia). Viceversa, non si punisce in Italia la condotta commessa in uno Stato laddove sia legale.

Esistono però delle dovute eccezioni a questo principio di territorialità, riservate ai reati più gravi, tra cui crimini tremendi come quelli di guerra, la pedofilia, il genocidio e lo stupro di guerra. Questi reati sono infatti annoverati dall’articolo 7 del Codice penale fra quelli perseguibili dall’ordinamento, pur quando commessi all’estero.

Ecco perché si parla di “reato universale”, intendendo un illecito penale che l’ordinamento penale persegue indipendentemente dal luogo in cui è stato commesso, e secondo le proprie leggi. Come hanno fatto notare i giuristi nel corso di questi mesi, tuttavia, è necessario che la condotta rappresenti un reato anche nello Stato in cui è stata messa in atto.

Il ministro della Giustizia, peraltro, ha la facoltà di richiedere di perseguire penalmente il cittadino italiano che all’estero ha commesso reati comuni, ipotesi di norma riservata ai casi di assoluta gravità.

Cos’è la maternità surrogata e dove è reato

La maternità surrogata viene spesso definita anche gestazione per conto d’altri (Gpa), in quanto una donna porta avanti una gravidanza per conto dei cosiddetti genitori intenzionali, i quali possono condividere parte del patrimonio genetico del bambino o meno.

Attualmente, la maternità surrogata è vietata in Italia dalla legge n. 40/2004, che punisce chi “realizza, organizza o pubblicizza” la condotta con la reclusione da 3 mesi a 2 anni e la multa da 600.000 euro a 1 milione di euro. Il Ddl n. 824/2024 approvato da Camera e Senato, aggiungere la punibilità anche per gli italiani che si servono della Gpa al di fuori del territorio nazionale.

Di fatto, però, sono molti i Paesi che ammettono la surrogazione di maternità, fra cui anche diversi Stati dell’Unione europea. Nella maggior parte dei casi, comunque, si acconsente soltanto alla maternità surrogata altruistica, in cui la gestante non riceve compensi ma solo il rimborso delle spese sanitarie. L’obbiettivo è di evitare la mercificazione, tutelando le donne in cattive condizioni economiche da scelte disperate.

La maternità surrogata a titolo gratuito è legale - fra gli altri – in Gran Bretagna, Canada e Australia, mentre è consentita anche in forma commerciale in Ucraina, Grecia e Olanda. Nel complesso sono 65 i Paesi in cui la Gpa è legale, seppur con specifiche limitazioni.

Cosa cambia ora che la maternità surrogata è reato universale

Essendo ora la maternità surrogata un reato universale, precisamente a giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, i cittadini italiani che si serviranno di questa pratica all’estero potranno essere arrestati e condannati a una pena da 3 mesi e 2 anni, oltre a una salatissima multa: da 600.000 euro a 1 milione di euro. La Lega aveva presentato degli emendamenti in Commissione di giustizia per inasprire ulteriormente le pene (la reclusione da 4 a 10 anni e la multa fino a 2 milioni di euro), che sono tuttavia stati accantonati.

Considerando, però, che la maternità surrogata è già un reato in Italia, si presuppone che chi se ne serva all’estero scelga uno Stato in cui è invece consentita. Questo crea un enorme problema di punibilità, dato che il Paese straniero non è tenuto a fornire documentazione medica o atti finalizzati a provare il compimento del reato. La giurisprudenza, oltretutto, ha da sempre privilegiato l’interesse dei minori, compreso il diritto alla genitorialità, anche a discapito delle pratiche vietate.

Di fatto, il reato universale di maternità surrogata potrebbe avere un’applicazione fallimentare, in ogni caso senza riflesso sulle azioni commesse prima della sua entrata in vigore, ma anzi con probabili riflessi su pratiche come l’ovodonazione, pur non essendo al centro del disegno di legge. È però evidente che andranno a peggiorare i già esistenti problemi di natura sociale e burocratica, specie con riguardo al riconoscimento dei figli. Bisogna sicuramente attendere per comprendere gli sviluppi di questa novità, che comunque sta scatenando accese polemiche.

Il Ddl modifica all’articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all’estero da cittadino italiano potrebbe non essere un punto definitivo alla questione.

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