È legale il matrimonio tra cugini? Ecco cosa stabilisce la legge per il rito civile e quali sono le differenze con la cerimonia concordataria.
In Italia, come in molti altri Paesi, non è consentito sposarsi con i propri familiari, almeno alcuni di loro. Anche quando l’incesto non configura un vero e proprio reato, infatti, il relativo matrimonio può essere ritenuto nullo. Di pari passo, i figli di queste unioni non sono riconoscibili, pur avendo diritto ad alcune tutele. Il matrimonio tra cugini, però, non rientra in queste ipotesi ed è generalmente permesso. Ciò sia in considerazione del tipo e del grado di parentela, sia in ragione del fatto che si tratta di un’eventualità moralmente e socialmente accettabile o quanto meno più comune rispetto ad altre situazioni, seppur oggi meno di un tempo.
Anche se ai cugini viene permesso di contrarre matrimonio e riconoscere la prole, inoltre, ci sono alcune considerazioni ulteriori da compiere. In particolare, bisogna tenere conto della differenza di regole previste per il matrimonio religioso, che variano appunto a seconda della fede, e nei diversi Paesi del mondo. Un matrimonio contratto in Italia potrebbe non essere riconosciuto in un Paese che ne subisce una violazione dell’ordine pubblico. È quindi importante informarsi all’occorrenza, anche se molte parti del mondo adottano regole simili a quelle nostrane. In Italia, inoltre, la normativa è piuttosto chiara e non lascia spazio a fraintendimenti. Ecco cosa prevede sul matrimonio tra cugini.
Il matrimonio tra cugini è legale?
Per quanto riguarda la legge statale, non esiste alcuna norma che impedisca ai cugini di contrarre matrimonio. Questo significa che il matrimonio tra cugini è legale, almeno per quanto concerne l’aspetto civile. I cugini possono sposarsi in Comune senza alcuna procedura particolare, esattamente come potrebbe fare una coppia non legata da alcuna parentela.
La Chiesa cattolica, invece, richiede una particolare autorizzazione per la procedibilità del matrimonio fra consanguinei, compresi i cugini. Nel dettaglio, è richiesto un documento che prende il nome di dispensa, indispensabile affinché i cugini possano sposarsi secondo il rito religioso o concordatario. Si ricorda, invece, che la normativa riguardante il matrimonio in Comune è analoga per le unioni civili, che non sono però ammesse in Chiesa.
Matrimonio in chiesa tra cugini
Come anticipato, se due cugini desiderano sposarsi in chiesa devono necessariamente ottenere la dispensa, la quale deve essere richiesta da entrambi in modo congiunto presso il tribunale di residenza. La dispensa (che non è invece necessaria per il solo rito civile) è necessaria per il matrimonio fra cugini, ma anche per le nozze degli altri familiari o consanguinei che non sono vietate.
In particolare, è richiesta la dispensa per il matrimonio tra:
- Cugini (persone che hanno un antenato in comune ma non discendono l’una dall’altra);
- zio e nipote;
- zia e nipote;
- cognato e cognata.
La Chiesa, poi, consente anche a genero e suocera o nuora e suocero di sposarsi dopo aver ottenuto la dispensa, ma soltanto nel caso in cui il matrimonio che ha dato origine all’affinità sia stato annullato per l’incapacità di intendere e di volere di uno dei coniugi.
La dispensa, comunque, non è automaticamente fornita dal Tribunale, il quale provvede invece a una valutazione prima di rispondere, fornendo un esito che comunque gli interessati possono impugnare entro 10 giorni dalla comunicazione. La dispensa è indispensabile affinché i cugini possano richiedere le pubblicazioni di matrimonio e dunque sposarsi con rito cattolico o concordatario.
Quali parenti non possono sposarsi
Il matrimonio tra cugini, così come quello fra gli altri soggetti per i quali la Chiesa richiede la dispensa, è perfettamente legale. Non tutti i matrimoni fra parenti sono però ammessi, in particolare non possono sposarsi (né in Comune e nemmeno in Chiesa):
- Genitori e figli, inclusi i figli adottivi;
- nonni e nipoti;
- fratello e sorella germani e unilaterali (sia consanguinei, ovvero con lo stesso padre, che uterini e dunque con la stessa madre);
- adottato e figli dell’adottante;
- adottato e coniuge dell’adottante;
- adottante e coniuge dell’adottato.
Il divieto deriva dall’articolo 87 del Codice civile, per l’appunto dedicato al divieto di matrimonio tra persone legate da parentela, affinità o adozione. In sintesi, il matrimonio tra cugini è legale in Italia, così come in diversi altri Paesi. In Olanda e in Svizzera, per esempio, la normativa non si occupa affatto dei matrimoni tra parenti.
Nonostante ciò, nei Paesi occidentali sono piuttosto rari i matrimoni tra cugini, soprattutto se di primo grado, sia per il retaggio culturale che per la paura riguardo ai rischi genetici che potrebbe subire la prole. In realtà, molte coppie decidono a questo scopo di affidarsi a una consulenza genetica per individuare eventuali mutazioni comuni.
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