Matteo Zuppi nuovo presidente Cei: chi è e di cosa si occuperà

Giorgia Bonamoneta

24/05/2022

Papa Francesco ha nominato il nuovo presidente della Cei (Conferenza Episcopale Italiana). Matteo Zuppi, già vescovo di Bologna, sarà il portavoce della Chiesa. Qual è il ruolo della Cei?

Matteo Zuppi nuovo presidente Cei: chi è e di cosa si occuperà

È stato nominato il nuovo presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei). Tra i nomi in ballo, Papa Francesco - che ha l’ultima parola in merito alla decisione - ha scelto quello di Matteo Zuppi. La scelta del Papa non è affatto poco rilevante, anzi. Negli ultimi anni la direzione della Cei, che fa da portavoce per il Vaticano sulle questioni dello Stato italiano, è stata affidata a personalità vicine al centrodestra.

Zuppi rappresenta un’idea di cambiamento di cui lo stesso Papa Francesco, durante un’intervista per il Corriere della Sera, si è fatto araldo. L’arcivescovo di Bologna è vicino alla Comunità di Sant’Egidio e si è fatto notare come personaggio aperto all’accoglienza delle minoranze, sia di chi chiede asilo, sia nei confronti della comunità Lgbtqia+.

Come presidente Cei, il ruolo di Zuppi sarà quello di fare da portavoce tra i due Stati, vaticano e italiano, ma soprattutto di mettere ordine all’interno della stessa Chiesa, per esempio decidendo di aprire un’inchiesta per i casi di pedofilia, come è accaduto in altri sedi all’estero.

Matteo Zuppi: chi è il nuovo presidente della Cei

Matteo Zuppi è il neo presidente della Conferenza Episcopale Italiana. A 66 anni, dopo un percorso influente nella scena cattolica, ha ottenuto una posizione ancora più rilevante. Zuppi nasce a Roma l’11 ottobre del 1955 in una famiglia nella quale già c’era stato un cardinale, tale Carlo Confalonieri, arcivescovo dell’Aquila. A 22 anni si laurea in Lettere e Filosofia all’Università La Sapienza di Roma, proprio con una tesi sulla Storia del cristianesimo. In seguito conseguirà il baccellierato in Teologia presso l’Università Lateranense. Il 9 maggio 1981 viene ordinato sacerdote e nominato vicario del parroco della basilica di Santa Maria in Trastevere. Nel 2012 viene nominato vescovo di Bologna, ruolo che ha tutt’ora.

Zuppi era uno dei possibili nomi per il ruolo di presidente della Cei, insieme a quelli di Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, e Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e attuale vicepresidente della Cei. Papa Francesco ha scelto il vescovo di Bologna perché con una chiara disposizione al cambiamento e all’accoglienza. Infatti Zuppi rappresenta l’ala progressista della Chiesa, a differenza dei precedenti presidenti della Cei.

Che cos’è la Cei e che ruolo avrà Matteo Zuppi

La Conferenza Episcopale Italiana è, come si legge nello statuto presente sul sito della Cei, l’unione permanente dei vescovi delle chiese italiane. Venne fondata nel 1952 ed è un organo permanente riconosciuto dalla legge italiana come ente ecclesiastico. Come nuovo capo della Cei, il presidente dovrà svolgere il ruolo di portavoce tra Chiesa e Stato, ma spesso in passato si è fatto portavoce di una visione parziale del dibattito pubblico, quello più vicino agli ambienti di destra.

Tra le sue funzioni ci sono la promozione e le attività legislative della Chiesa. L’ente si suddivide in diverse strutture, come l’assemblea generale che si riunisce almeno una volta all’anno, il Consiglio episcopale, che approva i documenti di rilievo per la Chiesa e ancora: la Segretaria generale, il Consiglio per gli affari economici, la Commissione episcopale e il Consiglio per gli affari giuridici e molto altro.

Matteo Zuppi traccerà una strada progressista

La Cei interviene sulle questioni sociali e un cambio di passo può voler dire una stagione di aperture. La direzione è quella intrapresa già da Papa Francesco, che in un’intervista antecedente la decisione ha espresso la volontà di nominare: «uno che voglia fare un bel cambiamento».

Zuppi potrebbe rappresentare questo cambiamento. Non è raro sentirlo esprimere parole a favore di un’apertura nei confronti dell’accoglienza ai migranti e ai tossicodipendenti. Inoltre il vescovo di Bologna ha sempre avuto un’attenzione particolare ai poveri e alla lotta alla povertà, oltre che al rapporto con la comunità Lgbtqia+.

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