Cambia la Maturità 2023 con il nuovo governo guidato dalla premier Giorgia Meloni e con il nuovo titolare del Miur Valditara? Le ipotesi di modifica riguardano seconda prova, Invalsi e commissioni.
La Maturità 2023 cambia con il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni e il nuovo ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara?
Una domanda che molti studenti del quinto anno delle scuole superiori, che al termine dell’anno scolastico 2022/2023 si troveranno ad affrontare l’esame di Stato, potrebbero porsi.
Novità ci saranno sicuramente per la seconda prova scritta della Maturità 2023 degli studenti degli istituti professionali di nuovo ordinamento come stabilito dal decreto n. 164 del 15 giugno 2022 del ministero dell’Istruzione guidato dall’ex ministro del governo Draghi Patrizio Bianchi e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 234 del 6 ottobre 2022.
Al di là della riforma della Maturità 2023 per gli istituti professionali, per la modifica generale degli esami di Stato della scuola secondaria di secondo grado al momento si parla solo di ipotesi. La Maturità 2023, con la prima prova che si svolgerà il 21 giugno, potrebbe cambiare con il nuovo governo in merito alla seconda prova, alla commissione d’esame e alle prove Invalsi.
Maturità 2023: cosa potrebbe cambiare con il nuovo governo?
Quando si parla della Maturità 2023 che potrebbe cambiare con il nuovo governo al momento si fa riferimento a ipotesi, anche sulla base delle esternazioni in campagna elettorale dei partiti che fanno parte del nuovo esecutivo.
Le modifiche potrebbero in qualche modo riguardare la seconda prova scritta, le commissioni, tornando all’assetto precedente la pandemia, e anche le prove Invalsi spesso messe in discussione.
Partiamo dal primo punto che riguarda la seconda prova della Maturità 2023 per tutte le ultime classi della secondaria di secondo grado. In realtà per la seconda prova, più che di una modifica, si tratterebbe di ritornare a quanto accaduto fino al 2019, prima che si entrasse quindi nella fase di emergenza pandemica.
Si parlerebbe nel dettaglio di un ritorno della seconda prova unica nazionale e quindi non elaborata, come accaduto nel 2022, dalle singole commissioni di esame.
Le stesse commissioni potrebbero cambiare con il nuovo governo per la Maturità 2023. Con la pandemia, a partire dagli esami di Stato del 2020 infatti, le commissioni si sono formate solo con componenti interni, quindi con insegnanti interni alle singole classi di maturandi, e con il solo presidente di commissione esterno.
Il nuovo governo potrebbe pensare di tornare alla commissione mista, quindi con insegnanti interni ed esterni alle classi, o di aumentare la componente esterna della commissione; questa ultima modifica tuttavia richiederebbe un maggiore dispendio di risorse.
Per quanto riguarda le prove Invalsi 2023 a oggi queste ci saranno e infatti l’Istituto ha pubblicato il calendario ufficiale e che riguarda anche le ultime classi delle superiori che andranno a sostenere la Maturità.
Come ricorda Skuola.net durante l’ultima campagna elettorale alcuni esponenti del primo partito del governo, Fratelli d’Italia, si sono espressi per l’abolizione delle prove Invalsi e dello stesso Istituto, ma potrebbe essere una modifica, a questo punto, che andrebbe a riguardare il prossimo anno scolastico.
Sempre nel centro destra qualcuno vorrebbe far tornare le stesse Invalsi come requisito di ammissione all’esame di Stato. Per avere conferma delle ipotesi e supposizioni, del ritorno completo all’assetto precedente la pandemia per la Maturità 2023 e una sua possibile modifica, occorre ovviamente capire come intenderà muoversi il nuovo ministro Valditara, che per il momento ha fissato un incontro con i sindacati per il prossimo giovedì 3 novembre.
Maturità 2023: cambia la seconda prova dei professionali
Se per la Maturità 2023 in generale le modifiche con il nuovo governo sono relegate alle ipotesi, diversa è la situazione degli istituti professionali per i quali cambia la seconda prova come da decreto in Gazzetta.
Si tratta di un provvedimento del vecchio governo e che adotta, come si legge anche in una nota del Miur del 19 settembre scorso, “i“Quadri di riferimento per la redazione e lo svolgimento delle seconde prove” e le “Griglie di valutazione per l’attribuzione dei punteggi” per gli esami di Stato conclusivi del II ciclo degli istituti professionali di nuovo ordinamento. Costituisce una tappa fondamentale nel percorso verso il nuovo esame di Stato che si volgerà nel 2023 nei corsi diurni di istruzione professionale.”
I nuovi professionali si articolano in 11 indirizzi che sono i seguenti:
- Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane;
- Pesca commerciale e produzioni ittiche;
- Industria e artigianato per il made in Italy;
- Manutenzione e assistenza tecnica;
- Gestione delle acque e risanamento ambientale;
- Servizi Commerciali;
- Enogastronomia e Ospitalità alberghiera;
- Servizi Culturali e dello Spettacolo;
- Servizi per la sanità e l’assistenza sociale;
- Arti ausiliarie delle professioni sanitarie-Odontotecnico;
- Arti ausiliarie delle professioni sanitarie – Ottico;
La seconda prova della Maturità dei professionali di nuovo ordinamento non si
comporrà più di due “sottoprove”, specifica il Miur nella nota, correlate ma in parte indipendenti, ma sarà “un’unica prova integrata, di cui il Ministero decide una parte (la “cornice generale di riferimento”), e la commissione, entro questa cornice, definisce l’altra parte, ossia le specifiche richieste per lo specifico percorso attivato dalla scuola. Tale formula consentirà di garantire una struttura unitaria della prova a livello nazionale, e allo stesso tempo di dare pieno valore alle autonome scelte operate dalle singole istituzioni scolastiche nella costruzione dei percorsi.”
Per maggiori dettagli sulla modifica della seconda prova dei professionali di nuovo ordinamento rimandiamo alla nota completa del Miur che alleghiamo di seguito.
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