Titolo Mediobanca maglia nera del Ftse MIB di Piazza Affari dopo la pubblicazione della trimestrale. L’annuncio del CEO Nagel.
Seduta da incubo per le azioni Mediobanca, che crollano sull’indice Ftse Mib di Piazza Affari di oltre il 7% dopo la pubblicazione dei conti del terzo trimestre 2024 da parte della banca italiana guidata dal CEO Alberto Nagel.
Il titolo, che non è riuscito a fare prezzo all’inizio della giornata di contrattazioni, è stato colpito subito da una raffica di vendite quando è entrato negli scambi, affondando attorno a 14,475 euro.
Utile netto Mediobanca in calo nel III trimestre. Occhio all’NII condizionato da tassi BCE
Dalla trimestrale di Piazzetta Cuccia è emerso che l’utile netto si è attestato nel terzo trimestre del 2024 a quota 330 milioni di euro, in calo del 6,1% su base annua e in rialzo dello 0,8% su base trimestrale, a fronte di un EPS che nei tre mesi è stato di 0,40 (in calo del 4,2% su base annua e in crescita dello 0,8% su base trimestrale).
I ricavi consolidati del gruppo si sono confermati stabili a 864,6 milioni rispetto allo scorso anno, con una crescita a doppia cifra delle commissioni nette (+29%) che hanno bilanciato il calo del trading e dell’apporto Assicurazioni Generali.
Occhio in particolare al trend del margine netto di interesse (NII), che è rimasto “solido” a 485 milioni, pur se in lieve calo rispetto ai trimestri precedenti (-7,4 milioni t/t, -10,7 milioni a/a).
La voce di bilancio ha chiaramente scontato, come ha messo in evidenza la stessa banca italiana nel diffondere i conti, “ la discesa dei tassi di interesse ”: d’altronde, ha fatto notare Mediobanca, l’Euribor3M è sceso di 67 punti base rispetto a 12 mesi fa.
Ha pesato tuttavia anche il costo del funding (2,52%; +25bps a/a; stabile t/t; di cui 1,93% raccolta Wealth; +52bps a/a; +9bps t/t) associato al rimborso integrale del T-LTRO e alle promozioni sui depositi, che - si legge nel comunicato -“ incidono particolarmente sulla Tesoreria”.
Di margine di interesse ha parlato lo stesso amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel che, guardando all’esercizio 2024-2025, ha detto che la banca prevede ora per il margine di interesse un trend “flat”, ovvero in linea con l’anno precedente.
Preferiamo attendere la ripresa degli spread creditizi e questo si assocerà a un maggior contributo di Compass nella seconda parte dell’anno, quando la maggior parte del suo passivo di sarà rifinanziato a costi inferiori.
L’outlook sul margine di interesse è stato dunque rivisto al ribasso, se si considera che la previsione sul margine di interesse era stata in precedenza di un trend di crescita definito “low single digit”, ovvero compreso tra l’1% e il 3%.
Sempre in relazione al trend del NII, Mediobanca ha sottolineato che negli attivi è stato registrato nel trimestre un contributo migliore del Consumer e del portafoglio titoli del banking book; rispetto a 12 mesi fa si è ridotto invece il contributo del CIB, frenato da minori saldi medi nel Large Corporate, pur con lo stock in ripresa a fine periodo.
Andando nel dettaglio:
- il Consumer ha proseguito il suo percorso di crescita (274,8 milioni; +8,4% a/a; +3,5% t/t).
- Per contro sono rallentati il Wealth Management (101,9 milioni; -4,9% a/a; -3% t/t) e il CIB (71,9 milioni; -4,5% a/a; -2,6% t/t).
- Infine, la Tesoreria ha dimezzato il contributo (21,3 milioni) per effetto, da una parte, del descritto aumento del costo del funding WM e, dall’altra, del finanziamento della maggiore operatività nel trading equity per clientela non riflessa nel margine di interesse.
leggi anche
Trimestrali banche italiane: il comparto è davvero così forte, anche con tagli tassi BCE?
Il CEO Nagel parla del tema risiko banche-M&A
Occhio anche alle dichiarazioni del CEO Alberto Nagel in tema di M&A, ovvero di mergers and acquisitions, fusioni e acquisizioni: “Mediobanca è sempre interessata ad accelerare il percorso di crescita dei capital light businesses. Continuiamo a guardare asset che possono accelerare la nostra crescita anche se abbiamo un mercato e opportunità da cogliere organicamente che sono talmente evidenti che la parte principale per noi è la crescita organica”, ha ricordato l’AD nel corso della conferenza stampa con cui ha commentato la trimestrale.
Detto questo, la priorità rimarcata è stata la crescita organica di Mediobanca: “Se arrivano operazioni che possono accelerare questo bene, ma l’ordine delle priorità è prima organico e poi extra organico ”.
Nel commentare la possibilità che si arrivi a qualche accordo di M&A in Italia, il CEO ha confermato che “sicuramente guardiamo anche l’Italia”, soprattutto per quanto riguarda la rete di distribuzione del wealth management, precisando che “nella componente di distribuzione del wealth management è chiaro che noi puntiamo soprattutto a diventare un leader in Italia e poi eventualmente all’estero”.
Guardando a quanto altro è emerso dalla pubblicazione della trimestrale:
- L’efficienza è stata preservata con un Cost/Income che, sebbene in lieve rialzo, si è attestato al 43%.
- Le commissioni nette sono balzate del +29% a €230 milioni, trainate dal WM (+15%) e dal CIB (+26%).
- Solida la qualità degli attivi creditizi, con un CoR (Costo del Rischio) 51bps e soli €7m overlays utilizzati (€215m residui).
- Il CET1 ratio è cresciuto nel trimestre dal 15,2% al 15,4%.
Lato dividendi, Mediobanca ha annunciato sempre nella giornata di oggoi di avere lanciato un piano di acquisto di azioni proprie, del controvalore di €385 milioni, approvato dalla Banca Centrale Europea il 7 ottobre e dall’assemblea degli azionisti il 28 ottobre.
Il piano verrà eseguito entro giugno 2025 e comporterà la cancellazione dell’80% delle azioni proprie rivenienti dall’acquisto.
Guardando in avanti Mediobanca prevede inoltre per la remunerazione degli azionisti una crescita del DPS, con cash pay out confermato al 70% (acconto di dividendo a maggio 2025 e saldo a novembre 2025) e, per l’appunto, l’attivazione del nuovo piano di buyback (385 milioni).
L’outlook di Mediobanca sull’esercizio 2024-2025
L’outlook di Piazzetta Cuccia per l’esercizio 24-25 prevede:
- Una elevata generazione del capitale tale da portare il CET1 a fine anno al 15,5%-16%.
- Un rapporto C/I al 44%.
- Un costo del rischio previsto 55bps “anche facendo leva sull’ampia dotazione di overlay”.
- Un utile per azione (EPS) in rialzo del 6/8%.
- Ricavi dei business bancari in moderata crescita spinti dalla dinamica sostenuta (“low double digit”) delle commissioni, trainate dal WM (Wealth Management) e dai servizi a minor assorbimento di capitale del CIB (Corporate Investment Banking).
- Il margine di interesse si manterrà resiliente, in particolare nella seconda metà dell’esercizio, con la crescita del CF che compenserà la riduzione dei rendimenti degli altri attivi.
- Il continuo potenziamento della distribuzione e la vivace attività commerciale di Wealth Management alimenteranno le masse della clientela con una raccolta annua (NNM) di 9/10 miliardi, mentre la crescita selettiva degli attivi e l’attività di efficientamento consentiranno di ridurre ulteriormente gli RWA anche con l’introduzione dell’impianto normativo di Basilea IV.
© RIPRODUZIONE RISERVATA