Il patto di consultazione blinda il CDA di Mediobanca guidato da Alberto Nagel bocciando l’OPS di MPS. L’accordo si allarga con l’ingresso di nuovi soci.
Novità per il patto di consultazione di Mediobanca, con l’assemblea dei partecipanti che ha blindato il CDA di Piazzetta Cuccia guidato dall’AD Alberto Nagel, bocciando anch’essa l’OPS lanciata il 24 gennaio da MPS-Monte dei Paschi di Siena.
L’assemblea del patto, si legge in un comunicato che è stato diramato ieri mercoledì 19 febbraio 2025 da Piazzetta Cuccia ha “preso atto, condividendole, delle valutazioni preliminari del consiglio di amministrazione di Mediobanca in ordine all’inadeguatezza dell’offerta pubblica di scambio promossa da MPS”.
I soci hanno inoltre confermato Presidente dell’accordo Angelo Casò e i componenti del Comitato Massimo Doris e Alberto Pecci.
Mediobanca, il patto di consultazione boccia l’OPS di MPS e si allarga. I nuovi soci
Esaminati dai pattisti i risultati semestrali al 31 dicembre 2024 di Mediobanca, che il CDA aveva approvato il 10 febbraio scorso. Secondo i partecipanti al patto di consultazione, i conti “confermano la validità del modello di business specializzato, incentrato sul Wealth Management ed il Private Investment Bank, in grado di offrire importanti e distintive opportunità di crescita nell’ambito del Piano “One brand – One Culture”.
Con il no del patto all’OPS, si fa ancora più in salita la strada di MPS volta a conquistare Piazzetta Cuccia.
Tra le novità annunciate ieri, al termine dell’assemblea che ha visto riuniti i soci del patto di consultazione, anche l’ampliamento del patto, con l’ingresso di AFL Srl, controllata da Federico Falck, titolare di n.1,1 milioni di azioni Mediobanca (0,13% del capitale sociale) e di Alberto Aspesi (direttamente e tramite la controllata Bocca di Rosa Srl), con n. 2,7 milioni di azioni Mediobanca (0,33% del capitale sociale).
Nel prendere atto delle vendite di 1.725.000 azioni Mediobanca (0,21%) da parte di Aurelia (Gruppo Gavio), l’assemblea dei partecipanti al patto ha annunciato inoltre che, a valle di tali operazioni, la percentuale rappresentata dal patto di consultazione è aumentata dall’11,62% all’11,87 % del capitale.
Patto di consultazione: tra i soci Banca Mediolanum, e FIN.PRIV che include Generali, Stellantis, TIM
Così risultava al 29 gennaio 2025, dunque prima dell’ingresso dei nuovi soci, la composizione del patto di consultazione di Mediobanca.
Tra i partecipanti Banca Mediolanum e Mediolanum Vita e FIN.PRIV. SRL che include i soci Assicurazioni Generali 14,3%, Italmobiliare 14,3%, Pirelli & C. 14,3%, Stellantis 14,3%, Telecom 14,3% e Unipol 28,5%.
L’accordo di consultazione, in una prospettiva di collaborazione e in continuità con il precedente “Accordo per la partecipazione al capitale di Mediobanca”, scaduto il 31 dicembre 2018, ha come finalità, come si legge nella descrizione del patto, “il comune interesse alla crescita del gruppo Mediobanca, assicurandone unità di indirizzo nel rispetto della tradizione di autonomia e indipendenza”.
Il Presidente dell’accordo, nominato dall’assemblea dei partecipanti, presiede l’assemblea dei partecipanti e il Comitato e svolge funzioni unicamente organizzative.
Il patto prevede che ciascun partecipante cessi di essere tale se la partecipazione complessiva di azioni di cui è titolare è pari o inferiore a n. 500.000 azioni. In questo caso, la conseguenza “è il recesso immediato e automatico del partecipante interessato dal presente Accordo”.
L’accordo, con durata fino al 31 dicembre 2027, si rinnova automaticamente per periodi di tre anni, fra i partecipanti che non ne abbiano dato disdetta almeno tre mesi prima della scadenza originaria o prorogata.
Tra le disposizioni è stato stabilito che, nel caso di scioglimento di Fin.Priv. mediante attribuzione diretta di azioni, i soci della stessa SRL, ovvero Assicurazioni Generali, Italmobiliare, Pirelli & C., Stellantis, Telecom e Unipol “potranno esercitare la facoltà di aderire direttamente al presente Accordo senza necessità di delibera dell’Assemblea”.
L’accordo prevede, in termini operativi, che i partecipanti mantengano la piena disponibilità delle azioni, a qualsiasi titolo, il che significa la possibilità di poterne trasferire, anche transitoriamente, la titolarità o la disponibilità a terzi, senza condizioni o limitazioni, e ad acquistarne di nuove liberamente, nel rispetto delle normative applicabili.
L’accordo chiarisce che i partecipanti possono dunque:
- costituire vincoli reali di garanzia, di usufrutto o qualunque altro vincolo sulle proprie azioni o su parte di esse.
- emettere strumenti convertibili aventi come sottostante le proprie azioni o parte di esse.
- stipulare contratti derivati o altri strumenti negoziali che prevedono la cessione a termine delle proprie azioni, o parte di esse, ovvero il trasferimento, totale o parziale, degli effetti economici relativi a tali azioni, restando parte del presente accordo nella misura in cui manterranno il diritto di voto nell’assemblea dei soci della banca in relazione alle proprie azioni interessate da tali operazioni.

Detto questo, i partecipanti devono ottemperare anche alle seguenti disposizioni.
- Sono impegnati a comunicare entro cinque giorni al Presidente dell’Accordo, ogni operazione di compravendita compiuta - anche a termine o mediante strumenti convertibili, di modo che il Presidente possa disporre di un quadro costantemente aggiornato sulle Azioni di proprietà di ciascun socio aderente al presente Accordo.
- Pur in assenza di qualsiasi vincolo alla trasferibilità delle azioni, all’acquisto di ulteriori azioni della Banca ovvero all’esercizio libero e incondizionato del voto connesso alle azioni nelle opportune sedi societarie della Banca ciascun partecipante è impegnato a non porre in essere operazioni che facciano sorgere obblighi di OPA.
- Il partecipante inadempiente è obbligato a tenere indenne da costi e oneri tutti gli altri partecipanti se dal mancato rispetto di tale principio dovessero sorgere obblighi di OPA.
Scopo del patto di consultazione di Mediobanca è praticamente quello di assicurare la stabilità dei vertici, dunque di sostenere il CDA guidato dal CEO Alberto Nagel.
Rispetto al precedente patto, l’accordo di consultazione non impone tuttavia obblighi di voto, né congela le azioni, lasciando un ampio margine di manovra ai partecipanti.
La decisione dei pattisti di bocciare l’OPS di MPS blinda ulteriormente la posizione dei vertici di Piazzetta Cuccia, che hanno già annunciato e poi rimarcato di aver rimandato al mittente l’offerta pubblica di scambio presentata dal Monte dei Paschi di Siena alla fine di gennaio: operazione che sarebbe stata avallata dal MEF e dai player della finanza italiana che, nell’arco di diverse settimane, da quando il Tesoro ha lanciato il terzo atto del processo di privatizzazione del Monte dei Paschi di Siena, sono diventati tra i principali azionisti della banca senese, ovvero Delfin, la cassaforte della famiglia Del Vecchio e l’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone, entrambi presenti come azionisti di maggioranza nel capitale della stessa preda messa nel mirino, ovvero di Mediobanca, e anche di Assicurazioni Generali: sarebbe quest’ultimo il vero target di questo asse, composto dal MEF, dunque sostanzialmente dal governo Meloni, da Delfin e da Del Vecchio.
Se MPS riuscisse a inglobare Mediobanca, la nuova realtà vedrebbe di fatto Delfin diventare primo socio con una quota del 16% circa, Caltagirone detenere una quota attorno all’8% e il MEF con in mano una partecipazione lievemente inferiore al 5%.
Detenendo Mediobanca al momento una quota del 13,1% di Generali, il nuovo istituto nascente dal successo dell’OPS avrebbe una grande voce in capitolo nel decidere il futuro del Leone di Trieste.
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