Mediobanca risponde per le rime a MPS-Monte dei Paschi di Siena smontando ancora il valore dell’OPS che l’ha messa nel mirino. E Piazza Affari le dà ragione.
Mediobanca risponde per le rime a MPS, umiliando la banca controllata dal trio tutto made in Italy MEF-Caltagirone-Delfin e smontando di nuovo il valore dell’OPS lanciata lo scorso 24 gennaio 2025. Motivo: il trend dei tassi della BCE. Così alcune fonti vicine a Piazzetta Cuccia:
“Le numerose domande degli analisti sul calo del margine di interesse hanno ben fotografato il problema di MPS: una banca i cui ricavi per quasi due terzi sono basati sul margine di interesse che si prevede calerà sostanzialmente nel 2025 (-9% secondo il consensus degli analisti). A ciò si associa il fatto che MPS è sprovvista delle principali fabbriche prodotto (assicurazione, asset management, credito al consumo) ed è quindi fortemente svantaggiata nel sostituire il margine di interesse calante con ricavi da commissione”
Le fonti hanno così parlato di uno scenario, per MPS, che “rende poco probabile una dinamica di ricavi in crescita cui, molto probabilmente, si assocerà, nei prossimi semestri, un aumento del costo del rischio, di per sé ciclico ”.
MPS è “una banca commerciale di taglio medio con i problemi strutturali di questo tipo di operatori: bassa crescita prospettica, necessità di continuo taglio di costi, strutture distributive di vecchia generazione ”.
Tutto ciò significa che, a fronte dei tassi di interesse dell’area euro attesi in ulteriore calo a causa dei tagli che la BCE di Christine Lagarde continuerà secondo i mercati e secondo gli esperti ad annunciare nel corso del 2025, questa tipologia di banche, come per l’appunto Monte dei Paschi di Siena, che non dispone di fabbriche prodotto su cui far leva per puntare sulla crescita delle commissioni, secondo le fonti vicine a Mediobanca non potrà che presentare una “redditività ben inferiore” rispetto al suo costo del capitale.
Le fonti di Mediobanca hanno commentato anche l’attenzione che MPS ha dato alla partecipazione di maggioranza in Generali detenuta da Mediobanca che, secondo la banca senese, spiegherebbe la capitalizzazione di Piazzetta Cuccia, che sarebbe decisamente inferiore senza considerare quel premio rappresentato dalla quota detenuta nel capitale del Leone di Trieste.
Riguardo a quella attenzione, le fonti vicine a Piazzetta Cuccia hanno fatto notare che “si finge di ignorare che la combinazione di banca e assicurazione è un elemento ricercato da tutti i gruppi bancari europei per via della diversificazione del rischio di impresa che rappresenta e per il vantaggio sul conteggio del capitale garantito dal danish compromise”.
In sostanza, hanno concluso le fonti, “considerare separatamente i due business significa non avere contezza di dove sta andando il settore ”.
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Le dichiarazioni delle fonti si accompagnano al nuovo messaggio di Piazza Affari, che continua a dare ragione a Mediobanca e a smentire il presunto premio che l’OPS di MPS lanciata su Piazzetta Cuccia presenterebbe.
Il forte rialzo nella giornata, pari a +3,18%, ha portato le azioni Mediobanca a balzare a 16,37 euro, rispetto ai 6,394 euro a cui sono saliti i titoli di MPS che, dopo un balzo iniziale, hanno smorzato decisamente i guadagni.
Risultato: secondo quanto fa notare l’agenzia di stampa Askanews, stando ai calcoli di alcuni operatori di mercato, considerando l’OPS che ha lanciato su Mediobanca per 13,3 miliardi, che prevede 2,3 azioni di nuova emissione della banca senese per ogni azione esistente di Piazzetta Cuccia, ai valori attuali, per aumentare le probabilità di conquistare la preda già decisamente recalcitrante, MPS dovrebbe annunciare un rilancio cash di 1,4 miliardi di euro al fine di chiudere questo divario e altrettanti per il premio, quindi almeno 2,5 miliardi in totale.
Ecco quanto valete senza Generali: fiera dell’OPS lanciata su Mediobanca, nell’annunciare i conti del 2024, MPS-Monte dei Paschi di Siena aveva presentato ieri una slide con cui aveva indicato quanto valesse a suo avviso la preda senza il valore apportato dal Leone di Trieste: piuttosto poco, rispetto all’ammontare messo sul piatto da Siena.
Forte degli utili annunciati e soprattutto dei maxi dividendi promessi ai suoi azionisti, MPS era entrata all’inizio della giornata di contrattazioni di Piazza Affari nella classifica delle Top 5: nessun rally, tuttavia, per le azioni del Monte, che avevano riportato un guadagno all’incirca del 2%. Guadagno poi smorzato nelle battute finali della seduta, che aveva visto salire sul podio altri titoli, in primis quelli di BPER e di Banca Popolare di Sondrio, poco prima dell’altro grande annuncio dell’OPS piombato nel settore bancario italiano, e nel bel mezzo della stagione delle trimestrali.
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