Commenti su Generali in vista del grande giorno anche dal ministro Giorgetti. Intanto il CEO Philippe Donnet ha commentato i dazi di Trump.
Countdown al D-Day per Assicurazioni Generali: gli investitori, il governo Meloni e tutti gli italiani che seguono il dossier che scotta sulla scrivania della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni attendono con ansia il giorno clou in cui l’assemblea degli azionisti deciderà il destino della governance del Leone di Trieste, il colosso assicurativo italiano roccaforte dei risparmi italiani e dei BTP.
Da un po’ i mercati anticipano una seconda battaglia, dopo quella che ha fatto la storia della finanza italiana, nel 2022, tra chi sostiene l’attuale management - in primis il maggiore azionista Mediobanca, che detiene una quota nel capitale del gruppo pari al 13,1% - e l’asse Caltagirone-Delfin, che vuole mettere un punto alla gestione del CEO francese Philippe Donnet.
Non per niente sia Mediobanca che Generali hanno bussato alle porte rispettivamente della BCE e della Consob, per capire le manovre che l’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone e la holding Delfin della famiglia Del Vecchio starebbero lanciando per blindare, stavolta forti del sostegno del governo Meloni, l’italianità di Generali, colpevole secondo molti di essersi permessa di siglare un accordo con i francesi di Natixis.
D’altronde, entrambi figurano tra i maggiori azionisti di MPS, Mediobanca e Generali stessa. E d’altronde, e soprattutto, MPS ha lanciato una OPS su Mediobanca che, in caso di successo, avrebbe l’effetto di provocare un vero terremoto nell’azionariato del Leone.
Su questo successo, tra l’altro, il governo Meloni punterebbe per blindare la sua strategia che poggia su un pilastro ben delineato: il risparmio degli italiani in Italia e per l’Italia, ancora meglio se per i Titoli di Stato italiani, ergo i BTP & Co.

Salvini su Generali dice “non tifo”. Ma poi sbandiera di nuovo slogan Meloni
C’è chi torna a riagitare lo spauracchio Natixis. Quell’accordo volto a creare un colosso del risparmio gestito con i temuti francesi ha fatto scattare subito sull’attenti Meloni e anche tutta la politica italiana, confermandosi per l’appunto l’altro grande dossier di Piazza Affari che scotta. Altro dossier che scotta così tanto che a, dire la sua oggi sul caso di Borsa, è stato oggi il leader della Lega, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, in occasione del presentazione del nuovo hub di ricerca sull’IA a Trieste.
“Non commento dinamiche interne che tra pochi giorni vedranno evoluzioni assembleari e associative, quindi osservo e non tifo ”, ha detto il ministro, ripetendo tuttavia la solita solfa che si è fatta slogan del governo Meloni, ovvero del risparmio (e a che dei BTP, dunque del debito pubblico) all’Italia:
“Quello che posso dire da vicepresidente del Consiglio e da segretario della Lega è che credo sia meglio se il risparmio italiano rimanga a supporto dello sviluppo del Paese ”.
Detto questo, ha continuato Salvini, “non entro nelle dinamiche delle varie cordate, ma la mia preoccupazione è quella che sempre di più i risparmi italiani siano investiti in Italia. E non sempre è stato così”.
A dire la sua su Generali anche il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, che si è complimentato con il gigante per l’apporto che continua a dare all’economia italiana: “Voglio sottolineare l’impegno congiunto delle istituzioni e delle sue imprese, a partire da Generali. Il nostro sistema produttivo ha bisogno del ruolo di traino delle grandi imprese che, mantenendo un saldo legame con il proprio territorio, ne accompagnino la trasformazione”.
Generali, Donnet commenta i dazi di Trump, ma rimarca fiducia nel Leone
Dal canto suo, anche lui presente all’evento, il CEO di Generali Philippe Donnet ha affrontato piuttosto la questione dei dazi imposti dall’amministrazione Donald Trump, facendo riferimento alla “situazione di grande incertezza per tutti gli investitori, tutte le aziende, tutti i dipendenti” .
“È una situazione che ha creato dubbi e incertezza su tutti i mercati finanziari nel mondo”, ha continuato Donnet, al contempo rimarcando di essere “fiducioso per Generali, perché noi abbiamo già superato tante crisi e sappiamo di poter superare anche questa, però ci vuole lucidità in questa situazione ”.
Stando a quanto riportato dalle agenzie di stampa, a margine della presentazione del progetto Agorai Innovation Hub presso Palazzo Carciotti nel pieno centro di Trieste, l’AD ha parlato anche del D-Day imminente dell’assemblea degli azionisti, sottolineando che “siamo molto felici, dopo tutti questi anni, di avere l’opportunità di rifare un’assemblea degli azionisti in persona qui a Trieste e in questo senso sono emozionato”.
Focus azioni Generali, +4% con rimonta Piazza Affari
Massima attenzione intanto alle azioni Generali, in attesa della grande battaglia tra gli azionisti, per la precisione del possibile nuovo grande scontro del prossimo 24 aprile 2025, giorno in cui si riunirà l’assemblea per forgiare il destino del colosso finanziario.
Oggi le azioni scambiate sul Ftse Mib di Piazza Affari salgono di oltre il 4%, a quota 30,52 euro.
Anche i titoli del colosso hanno pagato tuttavia il bagno di sangue che ha inondato l’azionario globale, successivo all’annuncio dei dazi di Trump. Di conseguenza, il trend degli ultimi cinque giorni di contrattazioni delle azioni è di una flessione del 7,5% circa, che ha portato il trend a 1 mese a un calo di quasi il 4%.
La performance a tre mesi rimane positiva (+7,74%), così come si conferma il segno più YTD (+11,3% circa) e su base annua (+33%).
Il D-Day prossimo 24 aprile 2025, il consiglio del proxy advisor: scegliete Mediobanca
In attesa del D-Day del prossimo 24 aprile 2025, va ricordato che sono tre in tutto le liste che sono state presentate dai maggiori azionisti per il rinnovo del board di Generali.
Da un lato c’è la lista del CDA, che è stata stilata da Mediobanca e che punta a riconfermare la gestione di Philippe Donnet. Dall’altro le due liste di Caltagirone e Assogestioni.
Un consiglio ai soci per quale lista votare è già arrivato lo scorso fine settimana dal proxy advisor ISS, che ha sponsorizzato la lista di Mediobanca.
D’altronde, ha ricordato il proxy advisor, Generali ha vantato “buoni risultati negli ultimi anni e il sostegno a questa lista sembra la migliore opzione per garantire la continuità strategica e gestionale ”, mentre “il sostegno a liste alternative potrebbe comportare un rischio significativo di ingovernabilità e di interruzione della strategia ”.
ISS è la stessa che ha irritato non poco MPS e anche il grande finanziere azionista del Monte dei Paschi di Siena Davide Serra quando, pochi giorni fa, ha consigliato agli azionisti della banca senese, in occasione dell’assemblea dei soci - che si terrà prima di quella di Generali - di votare contro la proposta del CDA guidato dal CEO Luigi Lovaglio di varare un aumento di capitale a servizio dell’OPS lanciata su Piazzetta Cuccia.
L’altro proxy advisor Glass Lewis, che si è detto invece favorevole all’operazione con cui MPS finanzierebbe l’OPS su Mediobanca, non è uscito invece ancora allo scoperto nel dossier che vede protagonista Generali.
L’incognita è alta, in quanto se Glass Lewis consigliasse agli azionisti di Generali di votare a favore della lista di Caltagirone, la battaglia per la governance del gruppo si farebbe ancora più serrata.
UniCredit ago della bilancia nella battaglia Mediobanca VS Caltagirone-Delfin? Le 3 liste per rinnovo CDA
In tutto questo, ci si chiede che cosa potrebbe fare il presunto ago della bilancia UniCredit, dopo la grande mossa di Andrea Orcel, entrato a gamba tesa nel capitale del Leone e poi salito ulteriormente, come è emerso dagli ultimi aggiornamenti resi noti dalla Consob.
Per la precisione, il 1° aprile UniCredit ha portato la partecipazione aggregata posseduta nel capitale di Generali al 5,543%, dal 5,229% precedente del 10 febbraio 2025.
Ma il disegno di Orcel non si fermerebbe qui, in quanto circolano da un po’ rumor sulla possibilità che UniCredit salga ancora, fino a conquistare una quota del gigante di Trieste appena inferiore al 10%.
Contestualmente, girano anche voci sulla possibilità che Caltagirone e Delfin arrotondino le loro quote, facendo shopping di altre azioni Generali.
Le tre liste di Mediobanca, Caltagirone e Assogestioni
Le tre liste di candidati al Consiglio di Amministrazione, che sarà nominato dagli Azionisti nell’Assemblea convocata per il 23 aprile (prima convocazione) e il 24 aprile (seconda convocazione) a Trieste, sono le seguenti:
- Lista n.1 - Mediobanca: Andrea Sironi (candidato Presidente), Clemente Rebecchini, Philippe Donnet (candidato Amministratore Delegato), Luisa Torchia, Lorenzo Pellicioli, Clara Hedwig Frances Furse, Antonella Mei-Pochtler, Patricia Estany Puig, Umberto Malesci, Alessia Falsarone, Elena Vasco e Giorgio Valerio.
- Lista n. 2 - VM 2006 (veicolo finanziario che fa capo al gruppo Caltagirone) smentisce di aver comprato azioni Generali,: Flavio Cattaneo, Marina Brogi, Fabrizio Palermo, Ines Gandini, Stefano Marsaglia, Tiziana Togna.
- Lista n.3 - Molteplici OICR sotto l’egida di Assogestioni: Roberto Perotti, Francesca Dominici, Anelise Sacks e Leopoldo Attolico.
Le continue rassicurazioni di Generali al governo Meloni su risparmio degli italiani. E l’annuncio sui BTP
Nell’attesa del grande giorno, va detto che Generali ha più volte rassicurato il governo Meloni sul fatto che l’accordo siglato con Natixis non avrà ripercussioni negative sull’Italia. Ma gli alert si sono ripresentati puntualmente, come ha dimostrato la recente dichiarazione rilasciata da un altro esponente dell’esecutivo.
Diverse sono state le volte in cui, a fronte degli scenari più spaventosi agitati non solo da Palazzo Chigi, ma sostanzialmente da tutta la politica italiana, lo stesso CEO Philippe Donnet si è ritrovato costretto a impartire lezioni di educazione finanziaria, smentendo anche diverse fake news emerse quando sono circolati prima alcuni rumor e poi è stata ufficializzata a Piazza Affari la notizia dell’intesa raggiunta con i transalpini di Natixis, che fanno capo alla banca francese Groupe des Banques Populaires et des Caisses d’Epargne (BPCE).
Una sezione del sito di Generali è stata dedicata a rispondere a tutti i vari timori manifestati dalla politica e da diversi italiani. Timori e preoccupazioni considerati dal gruppo del tutto infondati e frutto più che altro di bufale.
Di bufala ha parlato lo stesso amministratore delegato Philippe Donnet, rimarcando un punto chiave: “Il nostro processo di investimento non sta cambiando, i risparmi degli italiani sono all’interno della compagnia assicurativa e la compagnia assicurativa resterà in Italia che valuterà gli investimenti. Il processo di decisione resterà in Italia”.
Non solo: alla fine è arrivata anche un’ottima notizia che in teoria avrebbe dovuto rassicurare il governo Meloni, ovvero l’annuncio con cui l’amministratore delegato ha detto, testuali parole, che “come Gruppo italiano, abbiamo una significativa e profittevole attività Vita in Italia e quindi i BTP sono una parte importante della nostra allocation. Anche considerando gli afflussi netti del 2024, stiamo valutando di incrementare gli acquisti di BTP, in linea con la nostra tolleranza al rischio e la politica di allocazione”.
Ma neanche questo annuncio, evidentemente, ha dissuaso alcuni politici a sotterrare l’ascia di guerra contro il solito nemico francese.
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