Meglio comprare o vendere azioni cinesi? La risposta di JP Morgan

Violetta Silvestri

5 Settembre 2024 - 12:38

JP Morgan cambia strategia e abbandona la precedente raccomandazione di comprare azioni cinesi: ecco perché vendere asset della Cina e acquistare in altri Paesi, secondo gli analisti della banca.

Meglio comprare o vendere azioni cinesi? La risposta di JP Morgan

JP Morgan cambia idea: declassa la Cina e abbandona la raccomandazione di acquisto delle azioni cinesi.

In una nota del 4 settembre, gli strateghi della banca guidati da Pedro Martin hanno declassato il dragone da “sovrappeso” a “neutrale” e messo in guardia gli investitori sul rischio di una seconda guerra tariffaria dopo le elezioni statunitensi di novembre e sull’incerta crescita del Paese.

L’accresciuta volatilità in vista delle imminenti presidenziali Usa, oltre ai venti contrari alla ripresa e al tiepido sostegno politico all’economia dimostrato finora da Pechino hanno spinto verso un certo scetticismo sull’attrazione della Cina.

Il potenziale per un’altra guerra commerciale tra Washington e Pechino potrebbe pesare sulle azioni, mentre le mosse del dragone per sollevarsi dalla crisi economica rimangono deludenti per JP Morgan. Perché abbandonare la Cina e su quali Paesi puntare secondo la banca?

Perché JP Morgan suggerisce di vendere azioni cinesi

L’impatto di una potenziale ’Guerra tariffaria 2.0’ (con dazi in aumento dal 20% al 60%) potrebbe essere più significativo della prima guerra tariffaria. Prevediamo che la crescita a lungo termine della Cina tenderà a ridursi strutturalmente a causa della ricollocazione della supply chain, dell’espansione dei conflitti tra Stati Uniti e Cina e dei continui problemi interni”: questa la nota aggiornata di JP Morgan.

La banca ha evidenziato che i dazi statunitensi del 60% sui prodotti cinesi, come suggerito dal candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump, potrebbero ridurre la crescita del Pil del dragone di due punti percentuali rispetto all’attuale previsione del 4% annuo nel 2025, escludendo qualsiasi risposta politica.

JP Morgan ora prevede che la crescita annua nel 2024 sarà del 4,6%, al di sotto dell’obiettivo del 5%. Stessa proiezione della stragrande maggioranza delle banche globali, secondo le quali l’economia cinese crescerà meno del 5% quest’anno, con Bank of America Corp. solo l’ultima in ordine cronologico a offrire una tale stima deludente.

JP Morgan si unisce a un coro crescente di aziende globali che stanno declassando le loro aspettative per il mercato azionario cinese, in seguito a mosse simili da parte di ex rialzisti sulla Cina come UBS Global Wealth Management e Nomura Holdings Inc. Ciò segnala che l’esclusione della Cina sta diventando una strategia popolare per investitori e analisti, in mezzo alle prospettive in calo del Paese e alla probabilità di rendimenti migliori altrove.

L’Indice azionario cinese CSI 300 è sceso di oltre il 40% dopo aver raggiunto un livello record nel 2021, con il Paese sempre più in conflitto economico con gli Stati Uniti e alle prese con una crisi immobiliare.

Su quali Paesi puntare secondo JP Morgan?

Gli strateghi di JPMorgan hanno suggerito agli investitori di usare il denaro liberato dal declassamento della Cina per aumentare l’esposizione ai mercati su cui la banca statunitense è già sovrappesata: India, Messico, Arabia Saudita, Brasile e Indonesia.

Da evidenziare, inoltre, che nuovi fondi azionari sui Paesi emergenti che escludono la Cina si stanno facendo notare e hanno già eguagliato il record annuale di nuovi lanci stabilito l’anno scorso, poiché gli investitori cercano rendimenti migliori al di fuori del dragone.

Nel frattempo, la sovraperformance di India e Taiwan pone il peso di ciascuno di loro a pochi punti percentuali di distanza nel sostituire il primo posto della Cina nei portafogli azionari EM.

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