Lo scontro Meloni-Lagarde continua e il focus è tutto sulla politica della Bce con il rialzo dei tassi di interesse. Dura critica del Governo alla ricetta dell’Eurotower, dannosa secondo l’esecutivo.
L’Italia non ci sta al rialzo dei tassi ed esprime, per l’ennesima volta, la sua aspra critica alla Bce. Lo scontro Meloni-Lagarde è ormai in corso, mentre il dibattito si accende più che mai in Europa sull’efficacia della politica monetaria così aggressiva portata avanti dall’Eurotower.
In occasione del discorso alla Camera per le comunicazioni prima del Consiglio Ue che si terrà dal 29 e 30 giugno a Bruxelles, il presidente del Consiglio italiano non ha risparmiato parole dure e chiare nei confronti della linea seguita dalla Banca centrale europea.
Anche se in Italia i dati preliminari di giugno hanno mostrato una nuova deceleraazione dell’inflazione, la preoccupazione per i prezzi al consumo elevati - e sopra il target del 2% di Francoforte - rimane ai massimi livelli, considerando gli effetti sui consumi e sul valore dei redditi.
Tuttavia, la corsa all’aumento del costo del denaro inizia a intimorire per il suo impatto su mutui, oneri dello Stato, crescita. Già in altre occasioni il Governo italiano aveva espresso perplessità sulle mosse Bce. Ora, mentre si fa strada la promessa di altri rialzi dei tassi, Meloni ha manifestato la sua contrarietà. Cosa ha detto e perché c’è bufera sulla Bce.
Meloni contro Lagarde: l’Italia boccia la Bce
Clima teso tra Italia e Banca centrale europea. La politica monetaria contro l’inflazione è bocciata senza mezzi termini dal Governo italiano. Lo ha ribadito Giorgia Meloni intervenendo alla Camera:
“L’inflazione è tornata a colpire l’economia, è un’odiosa tassa occulta che colpisce soprattutto i meno abbienti. È giusto combatterla con decisione, ma la semplicistica ricetta dell’aumento dei tassi intrapresa dalla Bce non appare agli occhi di molti la strada più corretta”
L’analisi dell’attuale situazione e del dissenso sulle mosse dell’Eurotower è proseguita:
“L’aumento dei prezzi non è figlio di un’economia che cresce troppo velocemente ma di fattori endogeni, primo tra tutti la crisi energetica. Non si può non considerare il rischio che l’aumento costante dei tassi sia una cura più dannosa della malattia”.
Così Giorgia Meloni ha lanciato un messaggio a Lagarde, la quale invece ha ribadito che il compito primario della Bce è agire contro i prezzi troppo alti e riportarli nel target del 2%. Per centrare tale obiettivo lo strumento base a disposizione è proprio l’aumento del costo del denaro e su questo insisterà l’Eurotower.
L’Italia, indubbiamente, è uno dei Paesi che più teme l’incremento dei tassi vista la sua cronica debolezza economica e il suo alto debito, sul quale gli interessi da pagare stanno crescendo spinti dalla politica Bce. Così come sono note le posizioni non sempre concilianti del centrodestra, con Meloni e Salvini in primis, nei confronti delle istituzioni europee, sia comunitarie che finanziarie come la Bce.
Tuttavia, la situazione di oggi appare più complessa. Il timore che l’inasprimento dell’Eurotower vada troppo oltre è diffuso oltre i confini italiani. L’ombra della recessione c’è ed è un rischio per tutta l’Eurozona, con la Germania già scivolata nel rallentamento.
Bufera sulla Bce: sale la tensione sui tassi
La polemica italiana contro la Bce si inserisce in una cornice di confusione e tensione.
Il dibattito tra i funzionari della banca centrale su quando mettere in pausa la loro serie senza precedenti di aumenti dei tassi si sta surriscaldando. Alcuni hanno segnalato che un buon momento per fare il punto potrebbe essere dopo la mossa pianificata di luglio, anche se altri, con un occhio alla vischiosa inflazione di fondo, affermano che potrebbe essere necessario un ulteriore inasprimento in autunno.
È improbabile che la Bce possa dichiarare presto “con piena fiducia” che il picco dei tassi è stato raggiunto, ha detto il presidente Christine Lagarde ai partecipanti a Sintra martedì. Ha descritto, infatti, una “seconda fase del processo di inflazione” in cui i lavoratori cercano un recupero dei salari per recuperare il reddito perso.
Intanto, il vicepresidente della Banca centrale europea, Luis de Guindos, ha affermato che mentre un altro aumento dei tassi di interesse il mese prossimo è quasi assicurato, l’esito della riunione successiva rimane poco chiaro e sarà determinato dai dati economici che arriveranno.
C’è quindi incertezza, tensione e una certa frustrazione nella Bce e nei Paesi dell’Eurozona. Tutti segnali poco incoraggianti per una piena ripresa economica.
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