Gazprom ha ridotto le forniture di gas all’Italia, ma di quanto sono state tagliate? E cosa potrà succedere nei prossimi giorni? Proviamo a capirlo.
Gazprom ha tagliato le forniture di gas all’Ue e all’Italia. Oggi in Italia arriverà solo il 65% del gas richiesto da Eni, ma questa percentuale sembra poter oscillare nei prossimi giorni. Il taglio delle forniture russe verso l’Europa inizia a far sentire i suoi effetti, ma è ancora presto per capire quali saranno gli sviluppi nei prossimi giorni.
La compagnia russa ha comunicato di aver aumentato, nella prima parte dell’anno, le sue forniture alla Cina del 67,5%. E, allo stesso tempo, riduce le forniture all’Austria, anche se non ha indicato a quanto ammonta il taglio. In ogni caso la società austriaca ha assicurato che non ci sono problemi per l’approvvigionamento del gas.
Tornando all’Italia, vediamo a quanto ammonta finora il taglio delle forniture e quale potrebbe essere lo scenario per i prossimi giorni. Sottolineando, comunque, che al momento sia l’Italia che l’Ue non si mostrano preoccupati per quelli che vengono definiti più che altro primi segnali da parte di Mosca. Ecco cosa potrebbe succedere.
Quanto è stata ridotta la fornitura di gas russo all’Italia
A parlare dei tagli delle forniture già effettuate da Gazprom è l’Eni, spiegando di aver inviato una richiesta giornaliera superiore di circa il 44% rispetto a quella di ieri: un incremento dovuto al recupero delle quantità non ricevute e alle dinamiche commerciali. La compagnia russa, però, ha comunicato che consegnerà solamente il 65% delle forniture richieste. Le quantità consegnate saranno comunque superiori rispetto a quelle di ieri, essendo pari a circa 32 milioni di metri cubi al giorno.
Perché Gazprom ha tagliato le forniture: le motivazioni ufficiali
Come riportato ancora da Eni, Gazprom ha spiegato di aver ridotto le forniture a causa di problemi alla centrale di Portovaya, che alimenta il gasdotto Nord Stream, attraverso cui passa una parte dei volumi destinati a Eni. Secondo quanto spiega il colosso russo a oggi non ci sarebbe modo di risolvere nell’immediato il problema legato alla stazione di compressione.
L’azienda russa sostiene quindi che il gas potrebbe essere fornito all’Ue attraverso Nord Stream 2, che è stato bloccato da quando la Russia ha invaso l’Ucraina. Un progetto che la Germania ha comunicato che è stato congelato dopo la guerra iniziata dal Cremlino.
Gas russo, cosa succederà: l’Ue parla di avvertimenti
Dall’Ue traspare però tranquillità. Il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, sostiene che per ora la Russia stia solamente mandando degli avvertimenti sulla fornitura di gas, ma non ha comunque preso “decisioni solide, quindi dobbiamo prendere questi segnali per quello che sono”. Le preoccupazioni ci sono ed è stata prevista anche la possibilità di problemi legati alle forniture di gas, ma per ora lo scenario per l’Ue non è così drammatico.
Fin dove può arrivare la Russia sui tagli del gas
Al momento anche dall’Italia le preoccupazioni vengono ridimensionate. Se, come dice Gentiloni, quelli della Russia sono solo avvertimenti, non è detto che Gazprom prosegua con questa politica di tagli. È vero che Mosca ha aumentato l’esportazione del gas verso la Cina, ma è altrettanto vero che l’economia russa si basa molto sulle forniture di gas all’Europa.
Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, spiega che ora il governo sta verificando se il taglio del gas sia dovuto realmente a problemi tecnici o se sia motivato da “una vera e propria rappresaglia”. Il ministro sottolinea che il taglio del 40% dichiarato da Gazprom, in realtà, non è stato reale e la riduzione è stata minore.
La situazione, assicura Cingolani, è ancora sotto controllo, ma potremo capire solo nei prossimi giorni cosa succederà per davvero. In ogni caso, come già sottolineato più volte, la riduzione delle forniture non impatta tanto sul presente quanto sugli stoccaggi in vista dell’inverno. Il ministro conclude sostenendo che se si trattasse di una riduzione di pochi giorni, allora non ci sarebbe alcuna emergenza. Ma se questi dovessero diventare i flussi stabili, magari ancora a metà della prossima settimana, gli operatori italiani sarebbero già pronti a intervenire in qualche modo.
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