5 eventi economici stanno per impattare sui mercati finanziari globali: cosa può accadere in Borsa la prossima settimana e a cosa prestare massima attenzione?
Sta per iniziare un’altra settimana cruciale per i mercati con 5 eventi economici sotto la lente.
Eurozona, Stati Uniti, Giappone, Turchia spiccano come i protagonisti assoluti della scena finanziaria mondiale, con riunioni di banche centrali che si preannunciano incisive per l’orientamento degli investitori.
In un contesto globale in crisi, tra guerre, tensioni commerciali, squilibri nella crescita mondiale, ogni decisione monetaria o aggiornamento di dati macro può scuotere le Borse mondiali. I prossimi 5 eventi in arrivo sono potenzialmente esplosivi per i mercati.
1. Riunione Bce
Il prossimo 25 gennaio la Bce si incontra per la prima volta nel nuovo anno. Gli investitori scommettono ora che i primi tagli dei tassi ci saranno dopo la primavera, mentre nulla dovrebbe cambiare in questo meeting.
I politici, però, non hanno fretta di segnalare i tagli e anche alcune “colombe” dicono che è troppo presto per discuterne. L’attesa è per resistenze su anticipazioni in merito da parte di Christine Lagarde, che ha avvertito i trader che fissare i prezzi con troppi tagli non aiuterebbe la Bce a combattere l’inflazione.
L’inflazione della zona euro è aumentata a dicembre e la crescita salariale è ancora troppo elevata per sbilanciarsi su una politica accomodante. Anche se è troppo presto per una svolta, la Bce ha intanto sospeso i rialzi dei tassi e ha chiarito come intende liquidare il suo programma di acquisto di obbligazioni dell’era della pandemia.
Lagarde potrebbe ancora avere un tono allarmato sull’inflazione a causa dell’impatto delle interruzioni della catena di approvvigionamento nel Mar Rosso.
2. Banca del Giappone: è l’ora della svolta?
L’imminente fine degli stimoli della Banca del Giappone è la decisione più attesa, che sta però rapidamente diventando una frustrazione, come mostrato dai mercati valutari.
Lo yen è crollato del 5,6% solo questo mese, superando quota 148 per dollaro. Questo movimento è avvenuto più rapidamente del rimbalzo dello yen di dicembre ai massimi di cinque mesi.
La scommessa per un’uscita dai tassi negativi durante la riunione di due giorni della BOJ che inizierà lunedì si è indebolita, dopo che era stata già mitigata dai commenti accomodanti della banca centrale, mentre i dati recenti suggeriscono un raffreddamento dell’inflazione senza alcuna assistenza dalla politica monetaria.
L’avvicinamento del dollaro/yen a 150 potrebbe scatenare qualche sgomento da parte di Tokyo. Uno yen debole è impopolare tra gli elettori, che già hanno una cattiva opinione dell’amministrazione del primo ministro Fumio Kishida.
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3. Banche centrale della Turchia
Gli osservatori turchi sono ansiosi di vedere quale sarà l’entità dell’aumento dei tassi che la banca centrale effettuerà giovedì.
I rischi per il percorso disinflazionistico tanto atteso sono più forti che mai, con l’aumento del salario minimo, della spesa pre-elettorale e della lira.
Nell’ambito di un’inversione di rotta di politica economica, la banca centrale turca ha aumentato i tassi al 42,5% dall’8,5% da giugno per contenere l’inflazione. A dicembre aveva dichiarato che avrebbe completato il ciclo di inasprimento il prima possibile, anche se il governatore Hafize Gaye Erkan si era impegnato a mantenere una politica restrittiva finché necessario.
Gli economisti prevedono che l’inflazione raggiunga oltre il 70% entro la metà dell’anno e scenda a circa il 40% entro la fine dell’anno.
4. Dati Usa sotto i riflettori
Un indicatore chiave dell’inflazione statunitense dovrebbe far luce sui tempi da attendere prima di vedere un primo taglio dei tassi Fed.
Il dato di dicembre sulla spesa per consumi personali (PCE) arriva dopo che l’indice dei prezzi è aumentato del 2,6% nei 12 mesi fino a novembre e i prezzi mensili sono scesi per la prima volta in più di 3 anni e mezzo.
I mercati monetari scontano una probabilità del 61% di un taglio di 25 pb a marzo rispetto al 77% di una settimana fa. I dati sulle vendite al dettaglio di dicembre superiori alle attese hanno anche sollevato dubbi sulla capacità della Fed di tagliare già a marzo, mentre la banca centrale continua a lottare contro l’inflazione dai massimi di 40 anni raggiunti nel 2022.
Anche gli utili societari statunitensi sotto la lente: Tesla, Netflix, 3M, Intel pubblicheranno i conti.
5. Dove va l’economia globale?
Gli investitori stanno scommettendo fortemente sul fatto che l’economia globale proceda lentamente verso un atterraggio morbido senza recessione.
Le letture flash del Purchasing Managers’ Index (PMI) del 24 gennaio daranno un’idea di come l’attività commerciale, in territorio di contrazione in gran parte del mondo, abbia davvero resistito ai venti di crisi.
I nuovi ordini e le intenzioni di assunzione saranno esaminati attentamente poiché sono due dei componenti più lungimiranti. I nuovi ordini hanno un andamento al ribasso ovunque, spesso segno che le aziende si stanno preparando per tempi difficili, in contrasto con le prospettive rosee dei mercati finanziari.
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