5 interrogativi dominano gli investitori, con i mercati incerti sulle prospettive dei tagli ai tassi, delle valute asiatiche e dei prezzi di importanti materie prime. Cosa succede oggi?
Mercati sotto pressione oggi, con almeno 5 interrogativi in cerca di risposte da parte degli investitori.
Sono ancora molte le incognite che dominano le Borse mondiali, dalle mosse delle banche centrali con l’attesa che sale per il primo taglio dei tassi tra Fed, Bce e BoE fino ai movimenti delle valute mondiali e alle vicende geopolitiche molto incerte e pericolose.
In questo contesto, le azioni asiatiche hanno faticato a trovare slancio nella sessione odierna, mentre i messaggi contrastanti provenienti dalle autorità monetarie statunitensi e l’instabilità dello yuan cinese hanno lasciato i trader incerti, con la pubblicazione di venerdì dei dati sull’inflazione statunitense che incombe sulle prospettive finanzieri globali.
I mercati restano quindi alle prese con 5 dubbi in cerca di risposta.
1. Chi taglierà i tassi per primo?
Potrebbe essere la Banca d’Inghilterra a sorprendere tutti e a battere i suoi omologhi europei e statunitensi nei tagli dei tassi di interesse, in un’inversione di rotta rispetto alle aspettative. Questo è ciò su cui scommettono i trader.
I mercati monetari scontano un allentamento nella prossima decisione di politica monetaria, stimando la probabilità di un taglio al 20%, rispetto a meno del 10% per la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea.
Intanto, messaggi contrastanti sono giunti proprio dalla banca centrale Usa. Il presidente della Fed di Chicago Austan Goolsbee ha dichiarato di aver previsto tre tagli dei tassi quest’anno, mentre il governatore della Fed Lisa Cook ha invitato alla cautela e il presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic ha ribadito le osservazioni di venerdì riducendo le sue aspettative a una sola diminuzione.
2. Dove va il prezzo del petrolio?
Il petrolio si è stabilizzato dopo il guadagno maggiore della settimana, con l’OPEC+ pronta ad affermare la sua politica di tagli alla produzione in un contesto di tensioni in Medio Oriente e Russia.
Secondo diversi funzionari nazionali, i delegati dell’OPEC+ non vedono la necessità di modificare la politica di approvvigionamento in una riunione di revisione della prossima settimana, con le quote in vigore fino a giugno che si stanno rivelando efficaci.
Gli Houthi intanto hanno rinnovato le minacce contro l’Arabia Saudita se avesse sostenuto gli attacchi statunitensi, mentre il leader russo continua a cercare un collegamento con l’Ucraina per l’attacco terroristico di venerdì. Tutta questa tensione potrebbe riversarsi sul prezzo del petrolio, con l’offerta messa a dura prova da una guerra in Medio Oriente ancora imprevedibile e il conflitto russo-ucraino a un punto di alta tensione.
3. Cosa succede al prezzo del cacao?
Tra le materie prime sta suscitando interesse e preoccupazione il prezzo del cacao salito alle stelle.
Pochi giorni prima di Pasqua, la materia prima ha guadagnato più di 700 dollari a tonnellata in un solo giorno e superato i 9.000 dollari per la prima volta in assoluto mentre la crisi dell’offerta mette in crisi il mercato.
I futures a New York sono saliti per il quarto giorno consecutivo, incrementando i guadagni dopo le notizie sulle difficoltà di finanziamento in Ghana, il secondo produttore mondiale. Il Paese è destinato a perdere l’accesso a un importante strumento di finanziamento. Il Ghana Cocoa Board, l’ente regolatore del settore noto come Cocobod, fa affidamento su finanziamenti esteri per pagare i coltivatori di cacao per i loro semi.
4. Yuan e yen, quali prospettive?
La retorica di lunedì del principale diplomatico valutario giapponese, Masato Kanda, ha mantenuto lo yen stabile mentre i trader valutano il rischio di acquisti pesanti da parte del Giappone. Kanda ha detto che il recente calo dello yen è stato “strano e speculativo”.
La Banca del Giappone (BOJ) ha alzato i tassi di interesse la scorsa settimana, ma lo yen è sceso vicino ai minimi di tre decenni rispetto al dollaro.
Lo yuan cinese ha aperto in modo stabile dopo una fissazione della sua fascia di oscillazione più forte del previsto, ma la pressione di vendita lo ha presto portato al lato debole della sua media mobile a 200 giorni a 7,2184 per dollaro.
I mercati sono stati turbati dal forte calo dello yuan venerdì, dopo mesi di scambi serrati, e alcuni ipotizzano che la Cina stia allentando la presa sulla valuta per consentirne la caduta.
“Resta da vedere se ciò rifletta un cambiamento nella politica valutaria, ma sono necessarie condizioni monetarie accomodanti di fronte agli ostacoli alla crescita”, ha affermato lo stratega di BofA Securities Adarsh Sinha.
“Se il deprezzamento dello (yuan) dovesse essere sostenuto e coincidere con un impulso creditizio più debole, il forex asiatico sarebbe vulnerabile.”
5. Quanto durerà il rally a Wall Street?
Questa settimana tra gli investitori è prevalso un senso di prudenza poiché è cresciuta la preoccupazione per una disconnessione tra le aspettative di utili e i prezzi delle azioni. Gli strateghi di Morgan Stanley e JPMorgan Chase & Co. sono stati gli ultimi ad avvertire che sarà difficile giustificare valutazioni elevate se l’accelerazione dei profitti non si concretizza.
“Continuiamo a considerare il sentiment al limite e riteniamo che un ritiro del mercato azionario statunitense sia ormai atteso”, ha affermato Lori Calvasina di RBC Capital Markets.
A dimostrazione di quanto sia stato surriscaldato il mercato azionario, l’indice S&P 500 ha chiuso la scorsa settimana con un 14% al di sopra della sua media mobile a 200 giorni. Tuttavia, la combinazione di dati economici statunitensi solidi, delle aspettative che la Fed taglierà i tassi e dell’ottimismo sull’intelligenza artificiale hanno spinto l’indice S&P 500 a salire di quasi il 10% quest’anno.
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