I giochi sono fatti. Mancano pochi giorni all’auspicabile Santa Claus Rally e solo le parole del Presidente Jerome Powell potrebbero rovinare la festa
I mercati azionari internazionali archiviano la scorsa ottava all’insegna di una breve flessione. Dopo tre chiusure settimanali consecutive contraddistinte da un saldo finale positivo, la tornata che ci lasciamo alle spalle, può essere annoverata come oggetto di una fisiologica pausa soprattutto se a ridosso dell’ultima parte dell’anno coincidente ad un potenziale “Santa Claus Rally”.
Quest’ultimo, infatti, a detta del suo stesso ideatore Yale Hirsch (Stock Trader’s Almanac 1972), individua il periodo compreso tra gli ultimi cinque giorni dell’anno e le prime due giornate della nuova annualità quale momento favorevole per il listino borsistico.
Anche questa volta sarà così? Come ovvio, oggi, una risposta non può essere formulata, ma, per coloro che volessero dare credito a questo sempre atteso e citato ricorso, di fatto, le attuali quotazioni risultano essere migliori rispetto ad una settimana fa con, pertanto, un (eventuale) maggiore gain in ottica di rally di Natale.
Scenario globale
In occasione del nostro recente outlook settimanale la possibile precarietà del mercato azionario internazionale rappresentato dal benchmark MSCI World Usd era stata individuata come plausibile scenario: «una immediata e fisiologica pausa rappresentata da una prima fase di vendite» era quanto indicato nell’ormai conclusa settimana dove, il livello dei prezzi, si è riportato in direzione della soglia individuata a quota 3.741,76 punti. Rispetto a quest’ultimo valore la dinamica ribassista non ha, però, completato il potenziale scenario evidenziato che, tecnicamente, appare ancora il più probabile (target over weekly).
Operativamente, per l’ottava in corso, viene comunque individuata una soglia interlocutoria rappresentata dall’area 3.308 punti che, in caso di violazione, agevolerebbe il successivo (potenziale) approdo al sopracitato livello di quota 3.741,76 punti.
Positiva, invece, una fase di rialzo contraddistinto da quotazioni superiori a 3.841 punti con nuovi record quale stretta conseguenza. Sulla contrapposta componente emergente, il sottostante MSCI Emerging Markets ha dovuto fare i conti con la resistenza in area 1.125 punti (massimo settimanale a 1.126,39) che, a seguito del respingimento subito, ha riportato i valori in prossimità di soglia 1.100 (chiusura weekly a 1.107,01 punti).
Graficamente, l’auspicato epilogo superiore a 1.122,28 punti non si è concretizzato e, ad oggi, le potenzialità per assistere ad un ulteriore indebolimento sono molto concrete. Particolare prudenza, quindi, in ottica rialzista almeno fino al termine dell’anno.
Mercato americano: Nasdaq 100 preferito allo S&P 500
Nel panorama statunitense si è potuto assistere a due andamenti decorrelati tra i due principali listini azionari a stelle e strisce. L’indice S&P 500 ha terminato in lieve ribasso (-0,65%) la propria settimana mentre il tecnologico Nasdaq 100 (+0,73%) ha ulteriormente ampliato il già corposo saldo di inizio anno portandolo a sfiorare la soglia psicologica dei trenta punti percentuali (+29,44%).
Nonostante i valori finora raggiunti l’attenzione, comunque, sembra poter essere circoscritta all’andamento di quest’ultimo che, a ridosso dei 22.000 punti, potrebbe beneficiare di una veloce accelerazione rialzista (target a 22.175) con successivo downside a 21.220 punti.
Europa: in caso di rialzi meglio il Ftse Mib
Nel Vecchio continente la flessione settimanale complessiva è stata meno marcata rispetto all’intera asset class azionaria (-0,98%). Il consueto indice Stoxx Europe 600 ha concluso (-0,77%) con un livello di prezzo inferiore ai 520 punti accompagnato da una brusca interruzione sul fronte algoritmico che, attualmente, mostra i principali leading indicators orientati al sell signal.
La tenuta del supporto dinamico individuabile in prossimità di area 515,37 punti appare fondamentale poiché, in caso di violazione, i prezzi subirebbero un repentino downside con primo obiettivo a 502,86 punti.
Una buona prospettiva in ottica di brevissimo termine, invece, si potrebbe avere con un ritorno degli scambi superiore a quota 522,95 punti: questo implicherebbe un ulteriore allungo con serie possibilità di poter assistere a nuovi massimi. Per l’ottava in corso, qualora l’ipotesi rialzista fosse concreta, suggeriamo il monitoraggio dell’indice domestico Ftse Mib, quale sottostante con buone potenzialità: varcare la soglia dei 35.500 punti e avvicinarsi ai 36.000 punti non sembra essere proibitivo.
Asia: attenzione al Nikkey 225
Sul versante asiatico, l’indice nipponico Nikkey 225 ha conseguito la soglia psicologica dei 40.000 punti e, successivamente, ha ridimensionato le proprie quotazioni attestandosi a ridosso di area 39.500 punti. L’attuale impostazione grafica introduce alcune perplessità sulla tenuta degli attuali valori e, solo un nuovo superamento dei 40.000 punti, vedrebbe agevolato un significativo upside con potenzialità in direzione di area 42.000 punti.
Difficile, invece, ipotizzare il mantenimento dell’attuale trading range delimitato in corrispondenza del supporto a quota 37.750 che, se violato, comporterebbe una veloce dinamica ribassista con traguardo in corrispondenza di soglia 35.900 punti.
Complessivamente l’asset class azionaria sta scontando un buon sentiment da parte degli operatori che, oggettivamente, trova la più diretta rappresentazione attraverso il monitoraggio dell’indice Vix. Il cosiddetto “indice della paura”, infatti, gravita attorno all’area dei 13,80/14,00 punti ovvero una soglia che si colloca a valori inferiori rispetto alla sua stessa tradizionale media storica.
Qualora i valori rimanessero inferiori a quota 15,45 punti, si potrebbe ipotizzare, un verosimile approdo a nuovi massimi per i mercati azionari internazionali con, pertanto, un anticipato e favorevole momentum per un ingresso sull’asset class equity. Tornando, quindi, all’ormai vicino e potenziale “Santa Claus Rally”, la settimana in corso potrebbe apparire come favorevole per tutti coloro che (credono) e volessero cogliere questo “pattern stagionale” con una e sola incognita: le parole del Presidente della Fed Jerome Powell. Poche ore ed il verdetto giungerà.
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