Mercati emergenti: sull’orlo del baratro $8mila miliardi

C. G.

27/06/2018

I mercati emergenti sull’orlo del baratro. La guerra commerciale USA-Cina sta facendo barcollare circa 8 triliardi di dollari complessivi.

Mercati emergenti: sull’orlo del baratro $8mila miliardi

I mercati emergenti stanno profondamente risentendo della sempre più elevata tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina.

L’azionario dei Paesi in via di sviluppo è affondato e in molti hanno guardato con preoccupazione a quegli 8 trilioni di dollari di valutazione complessiva che gravitano attorno alle citate economie degli EM.

Non è stato soltanto il comparto azionario a risentire della guerra commerciale ormai iniziata. Anche il valutario dei mercati emergenti ha messo a segno pessime performance nelle ultime settimane e molte delle valute esaminate si sono avvicinate alla loro perdita peggiore da novembre 2016.

Come stanno i mercati emergenti oggi

Ad alzare il velo sull’attuale situazione dei mercati emergenti anche una recente analisi di Bloomberg che ha fatto notare come l’indice MSCI Emerging Markets sia scivolato ai minimi di 10 mesi, ma non solo.

Su 24 valute emergenti studiate, 18 sono crollate. Sul fronte azionario, invece, lo Shanghai Composite ha bruciato più di 20 punti percentuali dai massimi di gennaio, e questo soltanto per fare un esempio.

Eppure, ricordano gli esperti, non sono soltanto le tensioni commerciali a pesare sull’attuale andamento dei mercati emergenti. I trader stanno infatti prezzando sia l’escalation della tensione fra USA e Cina, sia un più veloce restringimento della politica monetaria della Federal Reserve sia, infine, l’impennata dei prezzi del petrolio.

Un mercato che Jonathan Garner di Morgan Stanley ha definito pericoloso.

“Siamo convinti che ci stiamo dirigendo verso un mercato totalmente ribassista,”

la previsione del citato strategist esperto in Asia e mercati emergenti.

Chi soffre di più la guerra commerciale?

Tra i mercati azionari emergenti più colpiti negli ultimi mesi sicuramente quello brasiliano. L’indice di riferimento (Bovespa) ha perso quasi 10 punti percentuali dall’inizio del 2018 ad oggi, mentre rispetto ai massimi di febbraio ha bruciato quasi il 19%.

Non è andata certo meglio alla Cina, con uno Shanghai Composite che da gennaio ha salutato con mano circa il 13% del suo valore, mentre dai massimi di inizio febbraio ha perso un ingombrante 20%.

A bruciare il 23% circa dai massimi di inizio anno sono stati i mercati emergenti di Dubai e delle Filippine, mentre Pakistan e Turchia hanno perso circa il 22%.

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