Mercati globali, cosa è successo nel 2023? La sintesi in 3 grafici

Violetta Silvestri

18 Dicembre 2023 - 15:43

In 3 grafici si possono riassumere altrettanti temi chiave per i mercati sul finire del 2023 e che molto raccontano anche di cosa può accadere nel 2024 alla finanza globale.

Mercati globali, cosa è successo nel 2023? La sintesi in 3 grafici

I mercati finanziari globali stanno per lasciarsi alle spalle un anno intenso, con alcuni temi chiave sul finire del 2023 che smentiscono le premesse del gennaio scorso e lanciano messaggi premonitori per il 2024.

Sebbene non vogliano essere esaustivi di quanto accaduto in questi ultimi 12 mesi, i 3 grafici - e quindi le altrettanti 3 tematiche - presentati di seguito da una selezione di riflessioni dell’analisi di John Stepek su Bloomberg possono essere considerati emblematici per scattare la fotografia dei mercati oggi.

In sostanza, quelli elencati di seguito sono punti cruciali per un bilancio dell’anno appena trascorso e fattori imprescindibili per progettare gli investimenti nel 2024. Nei 3 elementi menzionati si intrecciano tutti i temi caldi della finanza globale: dalle banche centrali con le loro politiche sui tassi fino al commercio delle materie prime e al ruolo della Cina.

1. Dollaro

Secondo Stepek il più importante dei grafici sui quali soffermarsi è probabilmente il seguente, che mostra il calo della valuta più importante del mondo, il dollaro Usa. Di seguito, si nota l’andamento dell’indice Bloomberg US Dollar Spot, che misura il valore del dollaro rispetto a un paniere di altre 10 valute principali.

Dollaro Usa, indice Dollaro Usa, indice Il valore dell'indice del dollaro Usa Bloomberg dal 2019 al 2023

Il biglietto verde ha esacerbato il suo calo in particolare dopo che il capo della Federal Reserve Jerome Powell ha fatto al mercato un regalo di Natale anticipato sostituendo il ritornello “più alto più a lungo” con “sono in arrivo i primi tagli dei tassi”.

Un dollaro Usa più debole è generalmente positivo per i prezzi degli asset, ma la domanda di maggiore rilievo ora è se questa condizione sia sostenibile - e plausibile - anche nel 2024.

Per prima cosa, fa notare Stepek, vari membri della Fed si sono opposti all’immagine più da colomba data da Powell, sottolineando la necessità di prudenza per i tagli al 2024. D’altro canto, la debolezza del dollaro statunitense è in parte determinata anche dalla relativa aggressività delle altre banche centrali, in particolare della Banca Centrale Europea (Bce).

L’analista conclude che sembra improbabile che un dollaro in calo domini il 2024, anche se non possiamo mai escludere sorprese economiche, soprattutto data l’attuale disparità tra gli Stati Uniti e tutti gli altri Paesi.

2. Obbligazioni

Parlando di rendimenti obbligazionari, un grafico interessante mostra cosa è successo ai titoli del Tesoro statunitensi a 10 anni (viola), ai gilt britannici (bianchi) e ai bund tedeschi (blu) negli ultimi 18 mesi circa.

Obbligazioni Usa, Germania, Regno Unito Obbligazioni Usa, Germania, Regno Unito da settembre 2022 a dicembre 2023

Stepek nota che i rendimenti statunitensi hanno raggiunto il picco in ottobre, così come quelli dei bund, e i rendimenti dei gilt hanno effettivamente raggiunto il picco in agosto. Forse, per ironia della sorte, sia i rendimenti dei gilt decennali del Regno Unito che quelli degli Stati Uniti sono quasi esattamente ai livelli del 1° gennaio 2023.

Quando i rendimenti salgono, per effetto inverso il prezzo dei bond diminuisce. L’impennata dei rendimenti, occorre ricordare, è coincisa con la corsa al livello record dei tassi di interesse.

Il tema chiave è adesso intuire cosa accadrà al mercato obbligazionario nel 2024. Secondo l’esperto, considerato quanto sono stati bravi i “guru delle obbligazioni” mondiali a chiamare il turn, “dovremmo tenere gli occhi aperti per quando ricominceranno a vendere”.

3. Materie prime

Il produttore di materie prime Glencore Plc è il rappresentante prescelto per osservare da vicino il settore delle materie prime globali. Una delle maggiori sorprese economiche dello scorso anno è stato il fatto che la “grande riapertura” della Cina si è rivelata un flop totale.

Dopo la delusione del dragone (la cui domanda di materie prime generalmente è cruciale per determinarne il prezzo a livello mondiale), le azioni Glencore sono rimaste per gran parte dell’anno in un intervallo ristretto. Riusciranno – e i prezzi delle materie prime più in generale – a superare i livelli più alti o più bassi (o proseguire su questa linea) nel 2024?

Andamento azioni produttore materie prime Glencore Andamento azioni produttore materie prime Glencore dal 2019 al 2023

Questa potrebbe essere una delle domande più importanti per l’anno a venire secondo Stepek. Anche se i prezzi delle materie prime (e del petrolio in particolare) ora non stupiscono, i rischi che l’inflazione dia una brutta sorpresa al rialzo sono probabilmente piuttosto contenuti.

Ma se vedessimo un aumento del petrolio, (ci sono già ora preoccupazioni per una estensione del conflitto Israele-Hamas oltre Gaza), allora l’inflazione potrebbe ritornare in primo piano, facendo vacillare l’esuberanza dei mercati.

D’altro canto, se i prezzi delle risorse scendessero, ciò potrebbe indicare il ritorno della disinflazione o addirittura della deflazione. Non è ciò su cui scommetterei in questo momento, secondo Stepek, ma dato lo stato traballante della Cina, non è fuori questione.

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