I mercati scambiano misti in Asia, con l’attenzione dei trader sui due temi caldi del momento: inflazione e prossime mosse Fed. Si aspettano i verbali dell’ultima riunione della banca USA.
Mercati oggi: indici azionari nervosi nella seduta asiatica, con le negoziazioni colpite da un aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro statunitensi e dalla volatilità dei prezzi del petrolio dopo l’annuncio di Biden sul rilascio delle riserve.
In focus ci sono le preoccupazioni sull’inflazione, che hanno fatto esplodere le aspettative sull’aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. A fronte di questa attenzione nei confronti delle mosse della banca centrale USA, gli investitori aspettano con interesse anche il rilascio delle minute dell’ultimo incontro Fed.
In questa cornice, vediamo bel dettaglio cosa succede oggi nei mercati.
Mercati: Asia mista, si scommette su rialzo tassi
Alle ore 8.40 circa, il Nikkei torna agli scambi con un tonfo dell’1,58% e gli indici cinesi negoziano misti: lo Shenzhen a -0,12% e lo Shanghai sopra la parità. Hong Kong è in recupero a +0,42%.
“I mercati continuano a spostare le loro aspettative verso una politica monetaria della Fed più restrittiva”, ha affermato Yeap Jun Rong, stratega di mercato di IG, aggiungendo che gli investitori staranno attenti ai dati statunitensi che verranno rilasciati nel corso della giornata.
Alcune banche centrali asiatiche, intanto, hanno già iniziato ad aumentare i tassi di interesse per contenere l’inflazione. Lo ha fatto l’istituto della Nuova Zelanda con un aumento del tasso di riferimento allo 0,75%.
A ottobre, la Reserve Bank lo ha portato da un minimo record dello 0,25% allo 0,5%, il primo incremento di questo tipo in più di sette anni, rimuovendo alcuni supporti messi in atto quando è iniziata la pandemia di coronavirus.
La Fed rilascerà i verbali della riunione politica di ottobre, fornendo agli investitori maggiori dettagli sul piano della banca centrale per iniziare a tagliare gli acquisti di obbligazioni che hanno contribuito a mantenere bassi i tassi di interesse.
In questo scenario, lo smorzamento dell’inflazione rimane al centro della scena per i responsabili politici, mettendo alla prova i mercati mentre le impostazioni monetarie ultra-allentate dell’era della pandemia vengono inasprite.
Il petrolio non segue Biden e avanza
Da segnalare che il prezzo del greggio statunitense è aumentato del 2,3% e la benzina all’ingrosso è aumentata del 3,4% martedì, dopo che il presidente Joe Biden ha ordinato il rilascio di 50 milioni di barili di petrolio dalle riserve.
La mossa è stata fatta di concerto con altre grandi nazioni consumatrici di petrolio, incluso il Giappone.
Il rilascio non ha avuto da subito l’effetto sperato da Biden, in cerca di raffreddare i costi energetici. Secondo gli analisti, infatti, la decisione potrebbe servire come messaggio per l’OPEC, più che avere impatto sul prezzo.
I numeri sui barili liberati non ha sconvolto il greggio, le cui quotazioni avanzano: Brent a più di 82 dollari al barile e WTI a 78,64 al momento in cui si scrive.
© RIPRODUZIONE RISERVATA