Mercati mondiali, i 5 trend del primo semestre. Cosa è successo?

Violetta Silvestri

29 Giugno 2024 - 12:53

Cosa è successo nel primo semestre 2024 nei mercati finanziari globali? Un’analisi si sofferma su 5 trend che hanno caratterizzato le Borse mondiali.

Mercati mondiali, i 5 trend del primo semestre. Cosa è successo?

Il primo semestre 2024 si avvia alla chiusura: cosa è successo nei mercati e quali sono stati i trend nelle Borse mondiali?

L’inarrestabile marcia delle mega-cap, i primi prudenti cambiamenti delle banche centrali, le turbolenze politiche e il ritorno delle fusioni e acquisizioni hanno dominato la scena nella prima metà del 2024. Gli investitori e gli analisti sono concordi nell’affermare che da gennaio a giugno un vero e proprio turbine ha mosso i mercati globali.

Come scrivono gli analisti su Reuters, le previsioni per un’ondata globale di tagli dei tassi di interesse potrebbero non essersi materializzate, ma Nvidia e il resto dei Magnifici 7 è aumentato vertiginosamente di altri 3,6 trilioni di dollari in valore di mercato.

L’indice azionario mondiale di 47 Paesi MSCI ha registrato un vigoroso 11% da gennaio. Una buonaa performance, ma non vicina al balzo del 30% del team tech o allo sbalorditivo guadagno del 150% del campione di chip Nvidia.

Cosa è successo ai mercati nei primi 6 mesi 2024? I 5 trend che possono annunciare futuri temi cruciali per le Borse.

1. Obbligazioni sotto pressione

Sul finire del primo semestre 2024 gli investitori si sono concentrati sulle dinamiche del debito francese, sconvolto in modo inaspettato dalle elezioni anticipate.

Il rischio obbligazionario francese è esploso al livello più alto dalla crisi dell’euro dopo che la batosta del presidente francese Emmanuel Macron da parte dell’estrema destra alle elezioni UE di questo mese lo ha spinto a indire elezioni parlamentari anticipate domenica.

I titoli di Stato stavano comunque attraversando un periodo difficile. Le previsioni di un’ondata di tagli dei tassi si sono avverate solo in parte in alcune parti d’Europa e nei mercati emergenti, ma non ancora negli Stati Uniti.

Di conseguenza, chiunque possedesse un paniere di obbligazioni di riferimento ha perso circa l’1,5% del proprio denaro.

“Alla fine dello scorso anno, i mercati si aspettavano sette tagli dei tassi (americani) e ora se ne aspettano solo uno o due”, ha detto Nadege Dufosse, responsabile multi-asset di Candriam. “Questo è stato il fattore determinante e spiega le (scarse) prestazioni”.

2. Oro e cacao al top

La grande novità nel settore delle materie prime è stata l’impennata del prezzo del cacao, che è salito di quasi l’85% a causa della carenza, il che rappresenta già il secondo balzo annuale più grande di sempre, anche se non è certo una buona notizia per gli amanti del cioccolato.

L’oro ha raggiunto un massimo storico di poco meno di $2.450 l’oncia il mese scorso. Il petrolio è salito di un rispettabile 12% mentre il bitcoin ha superato i $ 70.000 e ha stabilito una raffica di nuovi massimi dopo che gli osservatori statunitensi hanno dato il via libera ai fondi negoziati in borsa Bitcoin.

3. M&A in aumento

Il valore delle attività di M&A a livello globale è aumentato del 5% rispetto allo scorso anno.

Ciò è dovuto principalmente a una coppia di affari da 35 miliardi di dollari che hanno visto la società di carte di credito Capital One acquisire Discover Financial e il progettista di chip Synopsys acquistare la rivale Ansys. Il valore delle acquisizioni sarebbe potuto essere molto più alto se BHP fosse riuscita a concludere l’accordo da 49 miliardi di dollari per Anglo American.

4. Africa, Asia, America Latina: mercati vacillano

Le obbligazioni dell’Ecuador hanno guadagnato il 46% nonostante le persistenti preoccupazioni sul debito e il nuovo presidente argentino Javier Milei, armato di motosega, ha aiutato le sue obbligazioni a salire del 32%.

Il veterano dei mercati emergenti Kevin Daly di Aberdeen ha affermato che c’è stata una mossa “distressed to impression”, con le obbligazioni di Paesi in default come Zambia, Ghana e Sri Lanka che hanno registrato un rally tra il 16% e il 23% mentre le loro ristrutturazioni del debito durate anni si avvicinavano a una fine.

5. Movimenti valutari

Le svalutazioni hanno spinto le valute della Nigeria e dell’Egitto rispettivamente in ribasso del 42% e del 36%, mentre il peso del Messico è sceso di quasi l’8% questo mese dopo che un clamoroso risultato delle elezioni presidenziali ha alimentato preoccupazioni sul suo andamento futuro.

Lo yen giapponese è sceso al minimo degli ultimi 38 anni rispetto al dollaro. La debolezza, alimentata soprattutto dalla profonda divergenza tra le banche centrali Usa e del Giappone, preoccupa le autorità nazionali. Un intervento riparatore ha già messo in guardia gli Usa su possibili distorsioni di mercato.

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