Il 31 maggio i mercati mondiali possono crollare: cosa sta per accadere con la bomba del debito Usa pronta a esplodere e a destabilizzare Wall Street e la finanza globale.
I mercati aspettano il 31 maggio come il giorno del giudizio e il motivo è la bomba Usa dell’innalzamento del tetto del debito: può davvero crollare tutto in questa data? Le possibilità ci sono e allarmano la stabilità finanziaria globale.
Il segretario al Tesoro Yellen ha affermato che il governo potrebbe rimanere senza soldi per pagare i suoi conti già dal 1 giugno, se il Congresso non aumenta il limite di prestito della nazione, dando al presidente Joe Biden e ai legislatori repubblicani un margine di tempo assai ristretto per siglare l’intesa. I repubblicani chiedono forti tagli alla spesa, ma Biden afferma che tali contrattazioni sul budget non dovrebbero essere correlate al tetto del debito.
Senza un accordo, che al momento non c’è nonostante spiragli di ottimismo, sarà default per la potenza mondiale. E non solo, anche con un compromesso dell’ultima ora, che riesce a evitare di poco il default, ci sarà molto nervosismo tra gli investitori; probabilmente le azioni affonderanno e i tassi di interesse saranno spinti verso l’alto, con maggiori rischi di volatilità e di una recessione negli Usa.
Per questo, lo scenario estremo di un mancato innalzamento del tetto al debito, è visto come drammatico: cosa può accadere il 31 maggio e perché i mercati possono crollare? Tutte le ipotesi degli analisti in caso di un default a fine mese.
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Crollo a Wall Street
Wall Street sarebbe probabilmente colpita per prima già il 31 maggio se ufficialmente non ci sarà alcun accordo.
Finora, come ricorda un’analisi del Washington Post, i mercati finanziari non hanno oscillato molto con la situazione di stallo del tetto del debito. Il prezzo per la copertura contro un’inadempienza del governo degli Stati Uniti è aumentato, così come il costo dei titoli di Stato in scadenza intorno al 1 giugno, riflettendo i dubbi sul rimborso. Un cauto ottimismo ha però dominato sulle sorti dei budget familiari.
Ciò dovrebbe cambiare man mano che il governo si avvicina al default. Lo shock di un mancato pagamento si diffonderebbe in tutto il sistema finanziario - azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento, derivati - prima di riversarsi nell’economia più ampia, affermano gli esperti.
Le azioni probabilmente precipiterebbero in attesa di una recessione economica più ampia, con tassi di interesse n aumento e gli investitori che ritirano i fondi dal mercato per preservare il loro accesso alla liquidità a breve termine. Un settore bancario già diffidente nell’effettuare nuovi prestiti potrebbe irrigidirsi ulteriormente.
Moody’s Analytics ha stimato che i prezzi delle azioni potrebbero diminuire di circa un quinto, spazzando via $10 trilioni di ricchezza familiare e devastando i conti pensionistici di milioni di americani. La Casa Bianca ha stimato che il calo potrebbe avvicinarsi al 45%.
Anche il mercato obbligazionario da 46 trilioni di dollari tremerebbe, poiché i valori dei buoni del Tesoro esistenti crollerebbero a causa dei rendimenti più elevati su quelli nuovi.
Tonfo del dollaro, fiducia Usa ai minimi
Se gli Stati Uniti non riescono a rimanere solvibili e falliscono per la prima volta sul proprio debito, le implicazioni per i mercati finanziari potrebbero essere disastrose.
Il dollaro Usa si è consolidato come valuta di riserva mondiale grazie alla fiducia globale nella capacità del governo federale di pagare sempre i propri debiti.
Banche, società finanziarie, imprese e nazioni sovrane utilizzano migliaia di miliardi di dollari Usa e buoni del Tesoro per sostenere i propri beni e condurre transazioni internazionali, rendendo gli Stati Uniti indispensabili nel sistema finanziario globale.
Sia il dollaro Usa che i buoni del Tesoro sono considerati tra gli asset più sicuri al mondo. Ma un default sul debito nazionale mostrerebbe al mondo che non ci si può fidare del biglietto verde e dei titoli di Stato, innescando una crisi di fiducia che potrebbe far crollare il sistema finanziario globale.
Gli esperti finanziari hanno già evidenziato alcuni primi segnali che indicano che l’economia mondiale sta iniziando a liberarsi della sua dipendenza dal dollaro, con paesi come il Brasile e la Malesia che chiedono alle nazioni di commerciare più frequentemente in altre valute. Circa il 60% degli scambi di valuta estera avviene ancora in dollari, ma un default sul debito degli Stati Uniti - che potrebbe far vacillare il valore del biglietto verde - potrebbe cambiare la situazione.
Una violazione del tetto del debito metterebbe in dubbio la capacità del governo federale non solo di rispondere a un’emergenza, ma anche di adempiere a una delle sue funzioni più elementari: pagare i conti. Se gli Stati Uniti non possono farlo, i cittadini e i leader di altri paesi potrebbero chiedersi: cos’altro non può più fare? In gioco c’è la credibilità della potenza mondiale, finora indiscutibile.
“Eroderebbe la fiducia globale nel nostro sistema politico, perché parte della nostra posizione nel mondo si basa sulla fiducia internazionale che il nostro sistema politico è fondamentalmente funzionale”, ha affermato Daniel Bergstresser, professore associato di finanza presso la International Business School della Brandeis University. “E questo dimostrerebbe che non lo è”.
Tassi di interesse sempre più alti
La nazione potrebbe anche vedere tassi di interesse più elevati per il suo debito come potenziale conseguenza, avvertono gli esperti.
“Il debito del Tesoro degli Stati Uniti è considerato lo strumento di prestito più privo di rischio al mondo perché gli Stati Uniti hanno avuto una lunga, lunga storia di successo, non solo pagando gli interessi, ma poi rimborsando il valore del debito quando è dovuto”, secondo Paul Van de Water, membro del Center on Budget and Policy Priorities.
Una stima della Brookings Institution, un think tank con sede a Washington, ha rilevato che la violazione del limite del debito potrebbe aumentare i costi di prestito federali di $750 miliardi nel prossimo decennio.
“I tassi individuali sui mutui per la casa e sul debito della carta di credito aumenterebbero, i tassi sui prestiti di altri paesi potrebbero salire”, ha spiegato Van de Water. E, naturalmente, quando si ha un aumento dei tassi di interesse, questo rallenta l’economia, in quanto l’aspettativa di un’economia più lenta può avere effetti negativi anche sul mercato azionario.
Le finanze globali nel baratro
Molte nazioni salvaguardano le proprie finanze acquistando grandi quantità di debito del governo degli Stati Uniti, considerato come uno degli asset più sicuri al mondo. Tuttavia, la violazione del tetto del debito potrebbe far scendere il valore di quei titoli, danneggiando le riserve di molte nazioni.
Gli economisti temono che aumenterebbe a dismisura la schiera dei paesi che annegano nel debito, come Sri Lanka e Pakistan, con un potenziale aumento delle proteste e dell’instabilità geopolitica globale.
La spinta della Federal Reserve ad alzare i tassi di interesse nell’ultimo anno per frenare l’inflazione ha già eroso il valore delle riserve di obbligazioni statunitensi per molte nazioni. E secondo il Council on Foreign Relations, più della metà delle riserve mondiali di valuta estera sono detenute in dollari statunitensi, circa il triplo rispetto a qualsiasi altra valuta.
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