I mercati oggi iniziano la giornata di scambi all’insegna di 3 motivi di incertezza. Cosa preoccupa gli investitori e quali sono i temi caldi per le Borse mondiali?
I mercati stanno per chiudere una settimana ricca di eventi, con le banche centrali protagoniste assolute della scena economica e finanziaria globale.
L’entusiasmo azionario per la previsione di almeno 3 tagli dei tassi da parte della Fed nel corso del 2024 potrebbe essere smorzato in questa giornata dall’approccio più prudente mostrato ieri da Bce e Bank of England. Entrambe le banche centrali hanno lasciato invariato il costo del denaro, ma senza accenni a diminuzioni dei tassi l’anno prossimo. In questo contesto, l’Eurotower si candida ad avere una politica monetaria più da falco rispetto alla Fed.
La seduta asiatica sta per essere archiviata con gli indici cinesi in rosso, ma con l’Hang Seng di Hong Kong in forte rialzo sulla scia di una Federal Reserve accomodante. Nella notte negli Stati Uniti, il Dow Jones Industrial Average ha esteso il suo rally da record fino a raggiungere nuovi massimi storici, guadagnando lo 0,43%. Anche altri indici importanti hanno continuato a crescere, con l’S&P 500 in aumento dello 0,26% e il Nasdaq Composite in rialzo dello 0,19%.
Il bilancio della settimana che volge al termine, però, mostra che i mercati restano intrappolati in almeno 3 motivi di incertezza sul prossimo futuro.
1. Tassi di interesse, in Europa i tagli non ci saranno
I banchieri centrali europei non hanno fretta di unirsi alla svolta statunitense verso i tagli dei tassi di interesse, anche se gli investitori continuano a scommettere che anche Bce e BoE si convertiranno presto a una politica accomodante.
Dopo il segnale del presidente della Federal Reserve Jerome Powell su una potenziale riduzione dei costi di finanziamento nel 2024, i colleghi da Francoforte a Londra hanno dichiarato che un ulteriore rallentamento dell’inflazione non può essere dato per scontato. Qualunque siano le scommesse dei mercati finanziari, essi hanno segnalato che per ora i tagli ai tassi non sono all’ordine del giorno.
Nel dettaglio, la banca Centrale Europea ha affermato che l’allentamento della politica monetaria non è stato nemmeno menzionato nella riunione di dicembre e la Banca d’Inghilterra ha affermato che i tassi rimarranno elevati per un “lungo periodo”. La banca centrale norvegese ha addirittura aumentato i tassi.
2. Dollaro Usa, quanto durerà la debolezza?
L’euro è balzato dell’1,1% durante la notte e la sterlina è salita dell’1,2% prima di rimanere sostanzialmente stabile nella sessione asiatica. Ciò ha contribuito a mettere sotto pressione un dollaro Usa già fragile, che è sceso dell’1,9% durante la settimana e si è attestato vicino al minimo di quattro mesi a 101,97 contro i suoi principali concorrenti.
Il dollaro sorprenderà diventando più forte l’anno prossimo, poiché l’economia statunitense sovraperformerà, secondo alcuni dei più grandi gestori finanziari del mondo. Fidelity International, JPMorgan Chase & Co. e HSBC Holdings Plc. hanno una visione opposta rispetto alla maggioranza degli analisti. Secondo loro, infatti, forza del dollaro tornerà a dominare il Forex nel 2024.
Queste opinioni contrastano con l’idea che tassi di interesse più bassi, come segnalato dalla Federal Reserve mercoledì, indeboliranno il biglietto verde.
3. Cina, la ripresa non convince ancora
La ripresa economica della Cina rimane incerta. La produzione industriale ha superato le aspettative, ma le vendite al dettaglio sono state inferiori alle previsioni. Si intensifica la pressione su Pechino affinché adotti politiche di sostegno per la crescita.
Una persistente crisi immobiliare e i segnali di disinflazione sono tra le sfide più urgenti della Cina, con il Governo nel mirino affinché intensifichi le misure di sostegno all’economia. La banca centrale cinese ha potenziato le iniezioni di liquidità, ma ha mantenuto il tasso di interesse invariato sul rinnovo dei prestiti politici a medio termine in scadenza.
Reuters, citando alcune fonti, ha riferito che i leader cinesi hanno concordato un deficit di bilancio pari al 3% del prodotto interno lordo nel 2024, in calo rispetto a l’obiettivo del 3,8% per quest’anno, suggerendo che Pechino vuole mantenere la disciplina fiscale.
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