Meeting della Federal Reserve, piano B della Brexit, trimestrali hi-tech Usa e payrolls. Anche la prossima settimana non ci sarà la possibilità di annoiarsi.
La Fed va in letargo
Shutdown, guerra commerciale, rallentamento globale. “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”, diceva Agatha Christie.
Traslato all’economia statunitense, possiamo tranquillamente affermare che per la Federal Reserve, che mercoledì si riunisce per la prima volta del 2019, è arrivato il momento di prendersi una pausa di riflessione in attesa di tempi migliori.
Inoltre, va considerato che anche le indicazioni in arrivo dai dati macro non sembrerebbero segnalare l’urgenza di nuove strette monetarie e che, proprio a causa del blocco parziale delle attività federali, le statistiche a disposizione della banca centrale sono limitate.
Al momento, le indicazioni in arrivo dal CME FedWatch Tool, per il meeting del 29-30 gennaio indicano una conferma all’attuale livello dei tassi, 225-250 punti base, al 99,5%. Percentuale bulgara, 94,3%, anche nel caso del meeting del 20 marzo.
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Brexit: necessario rinviare l’uscita di Londra
Martedì è in calendario il dibattito relativo il piano B per la Brexit. La sterlina, salita ai massimi da 18 mesi nei confronti dell’euro, segnala la convinzione degli operatori sulla possibilità di evitare uno scenario di uscita senza accordo.
L’ipotesi più concreta, al momento, prevede di posticipare la deadline per l’abbandono dell’Unione, attualmente fissata al 29 marzo.
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Trimestrali, trimestrali e ancora trimestrali
Continua senza sosta la stagione delle trimestrali a stelle e strisce. La prossima sarà la settimana dei big dell’alta tecnologia: Apple, Facebook e Amazon alzeranno il velo sui conti trimestrali.
Dopo il warning legato alle minori richieste di iPhone, particolare attenzione sarà riservata ai numeri della mela morsicata (che finiranno per influenzare tutti i titoli della componentistica). Facebook, sempre alle prese con la questione della “fake news” e con regole in tema di privacy sempre più stringenti, dovrebbe far registrare un utile per azione di 2,19 dollari.
C’è poi Amazon che, recentemente trascinata al ribasso dal calo dei tecnologici, ha battuto le stime nel terzo trimestre e potrebbe batterle anche giovedì prossimo (eps atteso a 5,54$).
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Payrolls!
Come ogni primo venerdì del mese, è in calendario uno degli appuntamenti più attesi: quello con i dati relativi il mercato del lavoro statunitense. Il balzo registrato a dicembre dalle buste paga, +312 mila unità, ha portato il dato 2018 in quota +2,6 milioni di posti di lavoro (+2,2 nel 2017).
Bene anche la dinamica dei salari, cresciuti, sempre a dicembre 2018, del 3,2% anno su anno rispetto al 3,1% atteso.
Il 2019, stimano gli analisti, dovrebbe essere iniziato con buste paga in crescita di 165 mila unità e un tasso di disoccupazione al 3,8%, contro il 3,9% di dicembre.
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