La scomparsa del giornalista spaventa i mercati. Dal petrolio all’azionario, quali conseguenze avrà la rinnovata tensione fra USA e Arabia Saudita?
Nuovo scoglio da superare per i mercati, ora alle prese con l’inasprimento dei rapporti tra gli USA e l’Arabia Saudita.
La tensione è venuta a galla qualche giorno fa in seguito alla misteriosa scomparsa del giornalista Jamal Khashoggi, impiegato del Whashington Post, secondo alcuni ucciso nel consolato dell’Arabia Saudita in Turchia per le sue posizioni notoriamente critiche nei confronti del governo di Riad.
Voci ovviamente smentite dal Paese, che si è detto pronto (in caso di sanzioni statunitensi) a rispondere con contromisure ancora più grandi. Un inasprimento dei rapporti che non ha mancato di spaventare i mercati finanziari, primo fra tutti quello azionario.
Eppure, secondo gli analisti, anche il prezzo del petrolio potrebbe essere travolto dalle nuove tensioni USA-Arabia Saudita che, si suppone, si trascineranno finché non verrà fatta luce sulla sparizione del giornalista.
La reazione dei mercati alle tensioni USA-Arabia Saudita
Come accennato, il primo fra tutti a risentire delle tensioni con gli USA è stato il mercato azionario saudita, particolarmente scosso dalla sparizione del giornalista e dalle possibili ripercussioni di una simile situazione.
L’All Share Index di Tadawul è arrivato a perdere più del 7% in Borsa per poi però archiviare gli scambi a -3,5%. Su 186 titoli dell’indice, solo 7 non hanno chiuso in profondo rosso.
L’escalation della tensione tra USA e Arabia Saudita potrebbe mettere in discussione l’abilità del regno di attirare investitori stranieri, fondamentali per la sua economia e per il suo mercato, entrato a far parte anche degli indici Ftse Russell e MSCI degli EM.
“Parliamo di una situazione geopolitica che sta peggiorando, dove l’Arabia Saudita mostrerà di nuovo il suo atteggiamento ostinato. Tutto ciò non si rivelerà positivo per gli investitori stranieri. Da dove ci sediamo, non vediamo alcuna richiesta di azioni saudite,”
ha fatto notare Naeem Aslam, capo analista di mercato di Think Markets UK a Londra.
Occhi sul prezzo del petrolio
Eppure, secondo numerosi esperti, anche il prezzo del petrolio potrebbe presto iniziare a risentire della tensione tra USA e Arabia Saudita, uno dei maggiori produttori ed esportatori di oro nero.
“Qualsiati tipo di retaliation arriverà presumibilmente sotto forma di minor offerta di petrolio e prezzi più elevati. Cosa che non andrà ad aiutare il sentiment di mercato”,
ha affermato Robert Carnell, chief economist head of research di ING.
Una view, questa, condivisa anche da Michael Heise, chief economist di Allianz, secondo cui l’Arabia Saudita potrebbe anche scegliere di utilizzare il petrolio come un’arma.
Vale infatti la pena di ricordare che, con il deterioramento delle relazioni USA-Iran e con l’introduzione delle sanzioni contro Teheran, Donald Trump ha fatto leva sull’appoggio saudita e sulla sua produzione per cercare di bilanciare il mercato del greggio. Una situazione che, data la crisi provocata dalla scomparsa del giornalista, potrebbe avere i giorni contati.
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