Secondo Dmitriy Vlaslov, Portfolio Manager di East Capital, ci sono diversi vantaggi nell’investire nel mercato delle A Shares cinesi, vediamo quali
Il mercato delle A Shares cinesi (ossia quelle azioni quotate sul listino di Shangai e Shenzen, di difficile accesso per gli investitori esteri) conta una capitalizzazione di 8.000 miliardi di dollari e più di 3.700 società quotate. Con un turnover medio giornaliero di oltre 70 miliardi di dollari, questo mercato è il secondo a livello globale per dimensioni, ed è troppo grande per essere ignorato.
Sebbene il 75% dei volumi sia formato dai piccoli investitori, la partecipazione estera è ancora molto bassa (pari al 3% della capitalizzazione). Lo Star Market cinese non è quindi l’unico paniere azionario del Dragone a cui guardare con interesse.
I vantaggi delle A Shares
Secondo Dmitriy Vlaslov, Portfolio Manager di East Capital, ci sono diversi vantaggi in questo mercato. In primis, l’esposizione di questo mercato è più diversificata alla crescita rispetto ai titoli quotati a Hong Kong.
Oltre a questo, si tratta di un mercato altamente inefficiente, capace di creare delle buone opportunità per chi svolge un’attenta attività di stock picking. Non solo. Grazie all’inclusione negli indici MSCI, le A Shares cinesi sono destinate a diventare maggiormente istituzionalizzate e aperte a investimenti esteri.
Su quest’ultimo punto, si deve specificare che si tratta di un processo ancora in corso, iniziato con un fattore di inclusione al 5%, che verrà aumentato al 20% durante quest’anno. Per quanto riguarda il peso delle A Shares nel listino MSCI Emerging Market, questo verrà portato al 3,8%, mentre entro marzo 2020 questo fattore sarà del 5,5% sul FTSE Russel: “questi cambiamenti si tradurranno, potenzialmente, in flussi in entrata pari a 300 miliardi di dollari una volta che l’inclusione sarà completa”, afferma Vlaslov.
In questo quadro, gli investimenti esteri dovrebbero salire al 10% una volta che questo processo di inclusione si concluderà.
A Shares cinesi: un mercato ricco di inefficienze
La caratteristica che accomuna la Cina e gli altri mercati emergenti è la convergenza verso i corrispettivi sviluppati, che diventa una “prospettiva di sviluppo economico di lungo periodo e in un contesto di crescita strutturale per diversi settori”.
Oltre a questo, sono presenti inefficienze che potrebbero venire sfruttate dagli investitori. Innanzitutto, il Portfolio Manager di East Capital ha rilevato una mancanza di informazioni e di ricerca di qualità, oltre a discrepanze tra le performance operative e finanziarie delle aziende. Sono presenti anche notevoli difformità tra gli standard ESG reali e quelli percepiti, con valutazioni e percezione del rischio spesso distorte.
Ecco i settori su cui puntare
In Cina, si sta assistendo ad una serie di cambiamenti dal punto di vista dello sviluppo della classe media e della trasformazione economica: “in primis, stiamo assistendo a un upgrade dei consumi in diversi settori a seguito di un aumento del reddito disponibile, che influenza anche la crescita di settori quali l’healthcare e l’assicurativo” sottolinea Vlaslov. Tecnologia e ambiente sono altri due comparti interessanti, in quanto il Dragone sta favorendo l’innovazione a discapito delle materie prime e dell’industria pesante. Inoltre, nel colosso asiatico si stanno compiendo notevoli sforzi per ridurre l’impatto ambientale sul pianeta.
A Shares cinesi tra guerra dei dazi e valutazioni
Per quanto concerne la guerra dei dazi tra Usa e Cina, Dmitriy Vlaslov crede che il contesto macro cinese sarà in grado di resistere grazie alle misure di supporto all’economia e agli stimoli fiscali del Governo. Queste misure dovrebbero sostenere una maggiore crescita degli utili.
Secondo l’esperto, le valutazioni delle A Shares sono interessanti in quanto si mantengono sotto le medie a 5, 7 e 10 anni a dispetto del contesto favorevole. “A nostro avviso, le opportunità migliori si trovano nei titoli di più alta qualità che presentano un’importante esposizione al mercato interno e beneficiano delle dinamiche di crescita strutturale”, chiosa Vlaslov.
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