Mers, nuovo caso del pericoloso coronavirus: allarme o situazione sotto controllo?

Alessandro Nuzzo

26 Luglio 2023 - 23:09

L’Organizzazione mondiale della sanità ha sollecitato attenzione dopo un nuovo caso di Mers scoperto negli Emirati Arabi Uniti. C’è da preoccuparsi?

Mers, nuovo caso del pericoloso coronavirus: allarme o situazione sotto controllo?

Un nuovo caso di Mers accertato negli Emirati Arabi Uniti ha riacceso l’allarme su questa malattia da coronavirus Mers-Cov, parente stretto del Sars-Cov2 responsabile della pandemia di Covid-19. La positività è stata accertata su un paziente di 28 anni di Abu Dhabi che si trova attualmente ricoverato in ospedale in condizioni critiche.

L’Organizzazione mondiale della sanità ha sollecitato vigilanza attorno a questo nuovo caso invitando a non abbassare la guardia. Al momento delle 108 persone che hanno avuto contatti stretti con il paziente positivo sottoposti a test e sorveglianza, non sono state riscontrare nuove positività.

Paziente in terapia intensiva

L’odissea per questo ragazzo di 28 anni degli Emirati Arabi Uniti è iniziata ad inizio giugno quando ha accusato i primi sintomi quali vomito, dolore al fianco destro e dolore durante la minzione. Dal 3 al 7 giugno si è recato più volte in un centro medico per farsi visitare. Il giorno 8 è stato ricoverato in ospedale per una sospetta pancreatite ma le sue condizioni sono peggiorate tanto da rendersi necessario il ricovero in terapia intensiva. Solo in questo momento, sottoposto a tampone gli è stata diagnosticata la positività alla Mers. Le sue condizioni restano ancora critiche e la fonte del contagio ignota visto che le 108 persone che hanno avuto contatti stretti con lui sono risultati negativi.

Che cos’è la Mers

La Mers è una malattia infettiva causata da un coronavirus il cui ceppo è denominato Mers-Cov. Si tratta di un virus molto simile a quello responsabile dell’epidemia da covid-19 ma molto più pericoloso visto che presenta una mortalità del 34%. Il primo caso è stato scoperto nel 2012 in Arabia Saudita. In 13 anni sono stati accertati 2.605 di cui 3 in Italia e 936 morti.

Il serbatoio del virus sono i pipistrelli che a loro volta infettano con i loro escrementi cammelli, capre, dromedari. L’uomo viene contagiato a contatto con gli animali infetti e raramente la trasmissione avviene da uomo a uomo attraverso la saliva. Per questo motivo pur essendo più pericolosa con una mortalità più elevata, risulta essere meno contagiosa. Non ci sono evidenze poi che dimostrano come un paziente positivo possa infettare anche prima della comparsa dei sintomi che in genere si manifestano 5 giorni dopo il contagio. I sintomi sono febbre, brividi, dolori muscolari, in alcuni casi diarrea, difficoltà respiratoria che si evolve rapidamente in insufficienza respiratoria acuta.

Nel caso del paziente arabo positivo la fonte del contagio resta un mistero visto che non ha avuto contatti con animali come cammelli o dromedari né mangiato alimenti derivati infetti.

C’è da preoccuparsi?

Alla luce del ritorno della Mers con un nuovo caso e dell’invito da parte dell’Oms a vigilare la situazione, viene da domandarsi se bisogna preoccuparsi. Al momento in Italia gli esperti non sono particolarmente allarmati dalla situazione ma l’attenzione deve restare alta, anche perché non esistono vaccini in grado di controllare il contagio. «Non abbiamo gli strumenti vaccinali, per cui dobbiamo essere doppiamente attenti. Occorre essere preparati nel momento in cui questi coronavirus rispuntano. Dobbiamo essere pronti a limitare la circolazione, a intervenire» - le parole di Walter Ricciardi.

«Fondamentalmente circa 10 anni fa, abbiamo sempre avuto dei casi o d’estate o durante i pellegrinaggi verso la Mecca. Non c’erano stati per qualche anno, ma probabilmente c’era stato anche un minore interesse all’argomento. Io credo assolutamente che non sia un problema» - le parole invece di Matteo Bassetti.

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