“Il MES non è un regalo ma un prestito”: ecco perché l’Italia non ha (ancora) accettato i 36 miliardi

Violetta Silvestri

03/06/2020

Il MES è stato nuovamente chiamato in causa da Giuseppe Conte nella conferenza stampa del 3 giugno. Il presidente del Consiglio non è sembrato allontanarsi dalla sua idea: il fondo salva-Stati non convince, proprio perché è un prestito.

“Il MES non è un regalo ma un prestito”: ecco perché l’Italia non ha (ancora) accettato i 36 miliardi

Metterà a disposizione dell’Italia 36 miliardi di euro il MES, ma Giuseppe Conte continua a manifestare scetticismo nei confronti del fondo salva-Stati.

Durante la conferenza stampa del 3 giugno, il presidente del Consiglio è tornato sull’argomento, così complesso e tormentato in Italia, non solo per la dura opposizione della destra, ma anche per le divisioni all’interno del Governo.

Il primo ministro ha voluto innanzitutto mettere in chiaro che lui non ha cambiato idea: sul MES tutto resta ancora da valutare e decidere. Il motivo lo ha spiegato lui stesso: lo strumento è un prestito da restituire, non a fondo perduto.

Conte sul MES: “è un prestito, valutare le condizioni”

Sugli strumenti messi a disposizione dall’Europa, per l’Italia finora ci sono due certezze: verranno utilizzate le risorse del piano SURE (che dovrebbe erogare circa 20 miliardi di euro per il nostro Paese) per gli ammortizzatori sociali e gli investimenti provenienti dalla BEI.

Per quanto riguarda il Recovery Fund, si farà di tutto per renderlo adeguato il più possibile alle esigenze dell’Italia (anticipando le risorse per esempio) come ricordato da Conte.

Il MES, invece, resta ancora nell’ombra, avvolto da diversi dubbi, soprattutto del presidente del Consiglio. Nel corso della conferenza stampa, a domanda di un giornalista, Conte ha risposto:

“sul MES non cambio idea dall’oggi al domani, sono testardo. Si tratta di un prestito, molto dipende da utilità e convenienza, dalle condizioni che ci vengono fatte, porteremo tutto in parlamento quando saremo pronti.”

Fondamentale, quindi, saranno le caratteristiche del fondo salva-Stati, soprattutto per quanto riguarda i tempi di restituzione dei soldi “prestati”. Perché, sebbene sia stato osannato come uno strumento senza condizionalità, se non la motivazione di spesa, che deve essere sanitaria, il presidente del Consiglio ha insistito sul punto centrale: non è a fondo perduto, occorrerà restituire la somma erogata.

L’Italia accetterà i 36 miliardi del MES?

Dopo le ultime parole di chiarimento di Giuseppe Conte l’interrogativo sull’accettazione o meno del MES resta aperto più che mai. Il presidente del Consiglio, infatti, non ha chiuso del tutto la porta al fondo salva-Stati, seppure con molte valutazioni da fare. E poi, ha ricordato, sarà il Parlamento a decidere.

La partita è una delle più difficili per il Governo. Oltre all’incertezza di Conte, infatti, c’è la posizione contraria o poco convinta dei pentastellati, mentre il Partito Democratico sembra spingere per una considerazione positiva dei 36 miliardi da utilizzare nella sanità.

Per Conte, non sarà facile trovare una mediazione. Il MES, comunque, resta un prestito seppure a condizioni ottimali. E questo sarà l’aspetto saliente di tutta la discussione.

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