Perché l’Italia di Meloni può accettare il Mes sanitario

Giacomo Andreoli

20 Dicembre 2022 - 16:51

Secondo il ministro della Salute, Orazio Schillaci, la sanità ha bisogno di più fondi e, a prescindere dalla manovra, “sarà il Parlamento” a decidere se accettare o no i fondi del Mes sanitario.

Perché l’Italia di Meloni può accettare il Mes sanitario

L’Italia potrebbe prendere in considerazione di utilizzare il Mes sanitario. Si tratta della linea di credito del noto Meccanismo europeo di stabilità, aperta durante le fasi più dure del Covid, che garantisce circa 36/37 miliardi di euro in prestito per investimenti sulla sanità, con interessi praticamente nulli e poche condizioni da rispettare.

Finora non è arrivata una vera e propria apertura da parte del governo Meloni, che nel frattempo rifiuta la riforma dello strumento approvata da tutti gli altri Paesi Ue, ma il ministro della Salute, Orazio Schillaci, parlando ad Adnkronos, ha usato toni morbidi che fanno pensare a un possibile ragionamento in atto.

Sanità, i fondi in legge di Bilancio non bastano

Secondo il ministro “i problemi del Sistema sanitario nazionale sono annosi e vengono da dieci anni di definanziamento, da una programmazione sbagliata nel numero di accessi alle facoltà di medicina”. Ora, ricorda Schillaci, l’esecutivo ha stanziato 2,15 miliardi in più rispetto a quanto preventivato. Soldi comunque insufficienti, che secondo i sindacati, le opposizioni e gli enti locali non coprono nemmeno tutti gli aumenti dovuti al Covid e al caro-energia/caro-materiali.

Io credo - dice Schillaci - la sanità ha bisogno di maggiori fondi, e che ci sia anche bisogno di trovare anche un modo di razionalizzare la spesa, ad esempio investendo in prevenzione”. Quindi spiega che l’esecutivo sta valutando se è possibile fare qualche intervento già subito in manovra, per “dare dei segnali agli operatori sanitari”.

Il governo Meloni apre al Mes sanitario?

Il rappresentante dell’esecutivo lancia poi l’idea di un Osservatorio nazionale con tutti gli stakeholder del sistema sanità, in grado di raccogliere i consigli di chi lavora in prima persona nel mondo della sanità, per provare a superare e migliorare le tante difficoltà di oggi. Sul Mes, infine, si limita a dire: “Credo che si aprirà un dibattito parlamentare: il Parlamento è sovrano e prenderà le decisioni che riterrà più opportune”.

Cos’è il Mes sanitario e perché è stato creato

Il Mes il vecchio Fondo salva-Stati che, dopo la crisi del 2007-2008, ha aiutato con dei prestiti nazioni europee come Grecia, Portogallo e Irlanda, in cambio di riforme d’austerità. Nel 2020 la Commissione Ue ha aperto una nuova linea di credito straordinaria di questo strumento per combattere l’emergenza Covid-19. Per l’Italia significa un prestito immediato da 36-37 miliardi di euro da restituire in dieci anni a un tasso di interesse praticamente nullo.

La linea di credito è stata pensata per investimenti sanitari diretti o indiretti, ma legati alla situazione di crisi del Covid-19. Bisogna dunque dimostrare di utilizzare questi soldi per ripianare una crisi causata dalla pandemia. Che un enorme buco ci sia e i soldi in manovra non bastino ne è convinto ad esempio il presidente di Cimo-Fesmed Guido Quici.

Il prestito, comunque, non prevede condizioni, ma non sospende parte del Regolamento n.472 del 2013 e soprattutto il Trattato istitutivo del Mes. Questi prevedono una valutazione della sostenibilità del debito del Paese che chiede di accedere a questo strumento. Nessun grande Stato Ue finora ha deciso di accedere al Mes sanitario per paura di essere etichettato sul mercato come nazione in difficoltà, rischiando di pagare tassi di interesse più alti sugli altri titoli di debito.

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