MES: sì o no? Pressioni sull’Italia. Il Governo cosa farà?

Violetta Silvestri

10/05/2020

Il MES, appena definito nelle sue condizioni light dall’Eurgruppo, si preannuncia tema spinoso e urgente in Italia. Mentre crescono le pressioni sul nostro Paese affinché accetti le linee di credito, il Governo è diviso. Cosa deciderà?

MES: sì o no? Pressioni sull’Italia. Il Governo cosa farà?

Il MES nella versione “light” così come stabilito nell’Eurogruppo dello scorso 8 maggio sta diventando un dilemma per l’Italia. Accettare le linee di credito senza condizioni di sorveglianza macroeconomica o no?

Un quesito di non facile risposta stando alle indicazioni provenienti dal Governo. La maggioranza, infatti, appare divisa sull’argomento e il Presidente del Consiglio Conte è rimasto ancora piuttosto vago, insistendo sul Recovery Fund.

Intanto, però, dall’Europa arrivano segnali inequivocabili: accettare il fondo salva-Stati strutturato appositamente per la crisi dell’epidemia porterebbe solo vantaggi. Le istituzioni europee sembrano pressare l’Italia verso l’accettazione del MES.

A questo punto, cosa farà davvero il Governo Conte?

Sì al MES: porterà benefici. Il messaggio dall’Europa

L’ostilità verso lo strumento del MES senza condizioni, messo a disposizione dall’Euorogruppo, continua in Italia, seppure con dei distinguo.

Il Governo tentenna al riguardo, nonostante nella maggioranza PD e Italia Viva abbiano espresso un certo entusiasmo nei confronti delle linee di credito, che non avranno condizioni e saranno attivate a costi molto esigui.

Sulla stessa linea, quella dell’accettazione, si sono sbilanciati importanti esponenti delle istituzioni europee.

Il commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha ripetuto che:

“L’Italia è l’unico Paese in cui si discute molto del MES. Non ci saranno condizionalità al di fuori del vincolo a spendere i soldi per coprire i costi sanitari diretti e indiretti della pandemia. Per l’Italia si tratta di 36-37 miliardi a un tasso prossimo allo zero. Il prestito avrà una maturità di 10 anni, il che produce un risparmio per le casse dello Stato di alcuni miliardi.”

Parole chiare, che tradotte sono un vero e proprio monito al Governo: perché insistere sulla non accettazione? D’altronde, come ha sottolineato il commissario italiano, le linee di credito accordate sono “accessibili a tutti e senza condizioni”. Ben lontane, quindi, dalla logica delle richieste di aiuto con condizioni draconiane in tempi passati (riferimento al caso Grecia).

Anche il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha lanciato un messaggio simile:

“Non dimentichiamo che in quel fondo ci sono già 14 miliardi degli italiani. Ora c’è una linea sanitaria senza condizioni. Se vogliamo migliorare le nostre strutture sanitarie nel territorio, nelle Università, nelle zone industriali, assumere medici e infermieri, ricordiamoci di quei soldi già messi dagli italiani. Forse il nostro Paese dovrebbe farci un pensierino

Dalle istituzioni di Bruxelles, dunque, sembra che giungano pressioni verso il Belpaese ad accogliere l’opportunità del MES. Il fondo salva-Stati è già stato valutato come un vantaggio dai dem e da Italia Viva.

Gualtieri non ha chiuso le porte allo strumento, congratulandosi con l’Europa per aver accettato l’assenza di sorveglianza rafforzata. Giuseppe Conte è ancora in una fase di valutazione, impegnato soprattutto sul fronte Recovery Fund.

La pressione, o presunta tale, sull’Italia per il MES avrà degli effetti?

Il Governo ha un piano sul MES?

Il Parlamento deciderà se l’Italia dovrà attingere ai prestiti del MES o no. Questa sembra l’unica certezza per il Governo. Oltre all’attuale spaccatura della maggioranza proprio sullo strumento del fondo salva-Stati.

L’esecutivo ha un piano per evitare l’ennesimo strappo nella maggioranza e, magari, ottenere i 37 miliardi? Secondo alcune indiscrezioni, Conte non sarebbe poi così contrario all’idea di utilizzare anche il MES, nonostante lo abbia valutato inadeguato alla situazione economica italiana.

Lo scoglio Movimento 5 Stelle, però, non è di poco conto, considerando la necessità di ottenere la maggioranza in Parlamento per utilizzare le linee di credito. Cosa farà allora Conte?

Il primo ministro potrebbe presentare in Aula prima l’intero pacchetto promosso dall’UE (comprensivo di investimenti della BEI, piano Sure e MES), ottenendo un via libera generale. Poi, affrontare la questione fondo salva-Stati, avendo però incassato una sorta di impegno politico precedentemente, anche dai pentastellati.

Inoltre, Conte potrebbe intervenire in Parlamento dopo che la Commissione si sarà pronunciata sul Recovery Fund (voluto dai grillini) e prima del Consiglio europeo decisivo al riguardo: chiedendo, così, approvazione sull’intero pacchetto, comprendente MES e fondo per la ripresa.

Strategie vincenti? Intanto, le pressioni sul MES ci sono e l’Italia non sembra avere le idee chiare su quali misure saranno davvero decisive per la crisi nazionale.

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