La dicitura «Made in Mexico» potrebbe presto apparire sui prodotti di tutti i giorni, mentre il «Made in China» lentamente sparirà.
Il Messico ha sostituito la Cina (e il Canada) come principale partner commerciale degli Stati Uniti, indicando un cambiamento significativo nell’economia globale. Una pratica nota come “nearshoring” potrebbe suggerire una maggiore regionalizzazione del commercio mondiale.
A riportare la notizia è la Federal Reserve Bank di Dallas. Il Messico ora ammonta al 15,4% della quota commerciale degli Stati Uniti, con il Canada che resta indietro al 15,2% e la Cina al terzo posto con il 12%.
Dieci anni fa, nel 2013, i tre principali partner commerciali degli Stati Uniti erano Cina, Giappone e Germania. Da allora, una guerra commerciale e una pandemia globale hanno cambiato completamente il panorama economico.
Dopo che il Covid ha avuto un impatto sugli standard di vita dell’intera popolazione globale, si è verificato un cambiamento di paradigma. Uno spostamento chiamato “nearshoring”: la pratica di delocalizzare gli impianti produttivi in paesi politicamente e culturalmente più vicini a casa.
Michael Burns, socio dirigente del Murray Hill Group, la definisce “la fase successiva della globalizzazione incentrata sulle reti regionali.” Con il Nearshoring, le fabbriche americane possono trasferire le loro fabbriche in paesi a basso costo di manodopera senza causare grattacapi geopolitici a Washington.
L’inversione è stata lenta ma costante. Aziende tecnologiche come HP e Apple, il cui conflitto con la Cina è aumentato dopo che il paese ha vietato gli iPhone per i dipendenti pubblici, stanno spostando alcune catene di produzione in Messico. Molte case automobilistiche americane ed europee, tra cui Ford, Chevron, Volkswagen e Mercedes-Benz si stanno lentamente trasferendo in Messico.
«Made in Mexico»
Il motivo principale per cui le aziende occidentali fuggono dalla Cina è che la forza lavoro del paese sta diventando sempre più costosa. La Cina ha sostenuto la sua crescita economica senza precedenti con manodopera a basso costo, riuscendo a diventare la la seconda economia più grande del mondo.
Man mano che la Cina diventava più ricca, lo stesso valeva per la sua forza lavoro, che iniziava a pretendere salari più alti per far fronte all’aumento del costo e della qualità della vita.
Ora, la Cina è tra i paesi asiatici con la forza lavoro più costosa. D’altro canto, la maggiore istruzione del paese consente anche posti di lavoro più specializzati nel settore manifatturiero, che è ciò che ha reso la Germania il colosso industriale odierno.
Sfortunatamente per la Cina, il passaggio da lavori a bassa retribuzione e bassa specializzazione a lavori ad alta retribuzione e alta specializzazione sta avvenendo troppo rapidamente. Ciò si traduce in un’elevata disoccupazione, poiché i cinesi istruiti non riescono a trovare lavori adeguati nel loro paese.
Il Messico, d’altro canto, non solo ha un costo del lavoro più basso ma è anche geopoliticamente più sicuro per gli Stati Uniti. L’espansionismo della Cina minaccia l’egemonia globale degli Stati Uniti e Washington non può permetterlo, quindi le aziende americane devono adattarsi.
La manodopera messicana a basso costo, tuttavia, ha un suo prezzo da pagare. Il Messico è un paese altamente instabile con intere regioni governate dai cartelli della droga violenti e corrotti. Il Nearshoring non potrà essere completato finché il Messico non sarà uno Stato stabile e completamente autonomo.
Tuttavia, una volta che il governo messicano si renderà conto delle opportunità economiche di questo cambiamento, verranno compiuti tutti gli sforzi possibili per trasformare il Paese in un rifugio sicuro per le aziende americane.
Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il 2023-09-12 18:25:13. Titolo originale: Mexico officially overtakes China as US largest trading partner
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