Per i ministri Crosetto e Tajani ci sarebbero i mercenari russi del gruppo Wagner dietro l’ondata migratoria verso l’Italia: la tesi del governo però avrebbe alcune lacune.
Sui migranti il governo è in grande difficoltà e i numeri parlano chiaro: da inizio anno sono oltre 20.000 le persone sbarcate in Italia, il triplo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quanto al Viminale era di stanza Luciana Lamorgese, per mesi oggetto degli attacchi da parte di Lega e Fratelli d’Italia che più volte hanno invocato le sue dimissioni.
La strage di Cutro poi ha inchiodato il governo alle proprie responsabilità, con Giorgia Meloni che per la prima volta è andata in difficoltà di fronte alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa che ha seguito il Consiglio dei ministri che si è svolto in via straordinaria nella ora tristemente nota località calabrese.
In evidente affanno proprio sul tema dell’immigrazione, da sempre cavallo di battaglia del centrodestra, il governo adesso sembrerebbe aver trovato il colpevole di questa ondata record di sbarchi: i mercenari russi del gruppo Wagner.
“L’aumento esponenziale delle partenze - ha dichiarato il ministro della Difesa Guido Crosetto - è in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi Africani”.
Un concetto questo poi ripreso anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani in una intervista al Giornale: “Noi abbiamo indicazioni che li dicono (Wagner ndr) molto attivi e in contatto con bande di trafficanti e di miliziani interessati al traffico di migranti”.
Immigrazione: le accuse al gruppo Wagner
Le accuse dei ministri Guido Crosetto e Antonio Tajani al gruppo Wagner, reo di stare fomentando gli arrivi di migranti in Italia visto il suo ruolo in Libia, sono state condivise anche dal capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo: “La Russia sta creando una bomba migratoria”.
Tutta la maggioranza di governo così sembrerebbe essere convinta del ruolo fondamentale dei mercenari russi in questa eccezionale ondata migratoria, in una sorta di ritorsione per l’appoggio dell’Italia all’Ucraina.
Per capire al meglio il perché di questo j’accuse da parte del governo, bisogna aprire una piccola parentesi sulla situazione in Libia , uno Stato che ormai da anni è nel caos più totale a causa di una guerra civile che ha spaccato il Paese in due.
A Ovest nella Tripolitania c’è il governo di unità nazionale libico guidato da Abdel Hamid Dbeibah, mentre a Est nella Cirenaica ci sono le milizie fedeli al generale Khalifa Haftar che sono militarmente supportate dai mercenari del gruppo Wagner.
L’Italia da sempre è schierata al fianco di Tripoli, tanto che Giorgia Meloni a fine gennaio è volata nella capitale libica insieme ai vertici dell’Eni per siglare un accordo con Abdel Hamid Dbeibah per le forniture di gas e la gestione dei flussi dei migranti.
Prima dello scoppio della guerra in Ucraina, si parlava di 5.000 uomini di Wagner di stanza in Libia mentre ora il loro numero sarebbe sceso a 2.000 unità; una presenza quella dei mercenari che non sarebbe disinteressata ad aspetti extra militari, visto che Wagner avrebbe messo le proprie mani sulla lucrosa gestione delle partenze dei migranti.
La tesi del governo regge?
Le accuse del governo ai mercenari del gruppo Wagner in merito all’immigrazione non sono di certo una novità; nell’estate del 2022 La Repubblica infatti citando come fonte alcuni rapporti dei nostri servizi segreti, ha spiegato come le partenze dei migranti avvenissero in gran parte proprio dalla Cirenaica.
“La Libia è un cannone puntato sulla campagna elettorale - ha scritto il quotidiano -, l’immigrazione è forse l’arma più potente per chi ha interesse a destabilizzare e, dunque, a interferire sul voto di settembre”.
Il gruppo Wagner così potrebbe avere un ruolo centrale in tutta questa vicenda, ma il capo dei mercenari russi Eevgeny Prigozhin ha respinto ogni accusa dichiarando che l’Italia “dovrebbe guardare meno in altre direzioni e occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non è riuscito a risolvere; noi non siamo al corrente di ciò che sta succedendo con la crisi migratoria, non ce ne occupiamo, abbiamo un sacco di problemi nostri di cui occuparci”.
C’è da dire che non tutti i migranti arrivati negli ultimi mesi in Italia sono partiti dalla Libia: il barcone della strage di Cutro per esempio è salpato dalla Turchia, mentre sono in forte aumento le partenze dalla Tunisia. Puntare il dito solo sulla Cirenaica così appare essere altamente riduttivo e semplificativo.
In generale l’immigrazione è un fenomeno troppo complesso per avere una sola causa: per chi ha promesso subito provvedimenti forti con tanto di blocco navale, di certo l’attività dei mercenari russi non può essere un paravento capace di mettere al riparo il governo da ogni responsabilità.
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