Il calcolo dei contributi previdenziali ed assistenziali deve rispettare determinate procedure di calcolo come l’applicazione di un minimale contributivo al di sotto del quale non è consentito andare
Le prestazioni previdenziali ed assistenziali garantite dall’Inps vengono finanziate grazie al versamento (da parte dell’azienda con modello F24) dei contributi a carico dello stesso datore di lavoro e del dipendente. In quest’ultimo caso, in particolare, le somme vengono trattenute in busta paga salvo poi essere liquidate all’Istituto dal datore di lavoro con F24.
Il calcolo dei contributi avviene applicando un’apposita aliquota percentuale alla retribuzione del lavoratore (cosiddetta «retribuzione imponibile ai fini previdenziali»).
Tuttavia, con l’obiettivo di garantire un adeguato accredito contributivo (si pensi al fatto che dalle somme versate all’Inps dipende l’accesso e la misura della futura pensione) la normativa impone una determinata soglia minima su cui applicare l’aliquota contributiva, al di sotto della quale non è possibile scendere. Si parla in questo caso di «minimale Inps» o «minimale contributivo». [...]
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