Che l’inflazione e il suo futuro impatto sull’economia dell’Eurozona fossero stati al centro del meeting di aprile era noto. Le minute Bce sulla riunione hanno svelato il dibattito acceso sul tema.
Nei verbali Bce relativi all’incontro di aprile è emerso che i responsabili politici della Banca centrale europea hanno espresso condivisa preoccupazione per la diffusione dell’inflazione, aggravata dallo scenario di guerra.
L’unico grande dibattito tra i funzionari, che non hanno quindi sempre mostrato unanime consenso sui temi, è stato quanto velocemente e fino a che punto si dovrebbe inasprire la politica monetaria.
In realtà, è la questione più spinosa da risolvere in Europa. Mentre la Fed si mantiene aggressiva, a Francoforte finora è prevalsa la prudenza.
Al termine della riunione di aprile, la linea tracciata dall’Eurotower è stata di flessibilità, gradualismo e osservazione attenta dei dati in vista del meeting - a questo punto cruciale - di giugno.
Il dibattito, comunque, non è mancato: cosa è stato riferito dai verbali Bce?
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Verbali Bce: quale dibattito interno sulla politica monetaria?
Con l’inflazione che è salita a un livello record del 7,4%, la Bce ha confermato in riunione l’intenzione di porre fine al piano di acquisto di obbligazioni nel terzo trimestre, ma ha mantenuto un tono meno vincolante, evitando qualsiasi altro impegno, sui tassi di interesse, che rimangono profondamente negativi.
In sostanza, la politica accomodante deve ora essere invertita, ma la divergenza è emersa su quanto velocemente e con quale incisività deve agire Francoforte.
Il dibattito interno può essere sintetizzato in questi passaggi delle minute Bce:
“...alcuni membri hanno ritenuto importante agire senza indebito ritardo per dimostrare la determinazione del Consiglio direttivo a raggiungere la stabilità dei prezzi a medio termine. Tale azione è stata ritenuta necessaria per evitare che l’ondata temporanea di aumento dell’inflazione si consolidasse e per evitare che le aspettative di inflazione crescessero ulteriormente rispetto all’obiettivo del Consiglio direttivo, il che renderebbe significativamente più costoso riportare l’inflazione all’obiettivo.”
Di contro, si legge che altri esponenti hanno sostenuto che un aggiustamento “troppo aggressivo dell’orientamento della politica monetaria potrebbe rivelarsi controproducente, poiché abbasserebbe la crescita mentre l’inflazione rimane elevata, poiché la politica monetaria non è stata in grado di affrontare le cause immediate dell’alta inflazione.”
Un ampio consenso è emerso sulla necessità di continuare con la normalizzazione, nella convinzione che gli acquisti netti di attività dovrebbero terminare prima piuttosto che dopo nel terzo trimestre.
A questo punto, ci si aspetta che la Bce decida nella riunione del 9 giugno di porre fine agli acquisti di obbligazioni verso la metà dell’anno, oltre a fornire indizi inequivocabili che un rialzo dei tassi seguirà alla riunione di luglio.
I mercati attualmente valutano 107 punti base di rialzi dei tassi per il resto dell’anno, o un aumento di poco più di un quarto per cento a ogni riunione politica da luglio in poi.
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