Mobilità 2017/2018, il numero delle cattedre libere al Sud, al Centro e al Nord Italia spaventa i docenti meridionali. Per loro, infatti, sarà molto difficile avvicinarsi verso casa.
Mobilità 2017/2018: oggi è una giornata molto importante perché ci sarà un nuovo incontro tra i sindacati e il MIUR nel quale si discuterà della chiamata diretta, l’ultimo scoglio da superare prima della firma sul contratto per le operazioni di mobilità.
È fondamentale che si giunga ad un accordo sulla chiamata diretta già da oggi altrimenti le date di inizio della mobilità potrebbero slittare nuovamente e di conseguenza ci sarebbe il forte rischio che si ripetano i disagi che hanno caratterizzato i trasferimenti per l’a.s. 2016/2017.
A proposito di quanto successo lo scorso anno, non ci sono buone notizie per gli insegnanti meridionali che si sono dovuti trasferire nel Nord Italia per ottenere una cattedra di ruolo. Molti di loro successivamente hanno approfittato dell’assegnazione provvisoria per riavvicinarsi a casa, ma quest’anno non sarà così dal momento che chi ne ha usufruito nel 2016/2017 dovrà aspettare altri tre anni prima di richiederla nuovamente.
Questi insegnanti potranno presentare nuovamente la domanda di trasferimento poiché nel contratto della mobilità è stata introdotta una deroga al vincolo triennale. Tuttavia, è molto difficile che gli insegnanti del Sud riescano ad avvicinarsi a casa, anzi in base alle previsioni sul numero di posti disponibili sembra quasi impossibile che ciò accada. Vediamo perché.
Mobilità 2017/2018: posti liberi per il trasferimento “solo” nel Nord Italia
Rischia di essere molto alto il numero degli insegnanti che non saranno soddisfatti dell’esito della domanda di trasferimento. Infatti, tra coloro che presenteranno la domanda ci saranno le migliaia di docenti meridionali assunti al Nord lo scorso anno che proveranno ad avvicinarsi verso casa, ma le possibilità che la loro richiesta venga accolta sono minime poiché al Sud le cattedre libere sono pochissime.
Infatti, tra i 20.000 docenti che hanno presentato la domanda di pensionamento ce ne sono pochi del Sud, quindi nel meridione non ci saranno molte cattedre scoperte. Inoltre, la maggior parte dei posti lasciati liberi (60%) saranno assegnati ai vincitori del concorso scuola 2016.
Nel dettaglio, si stima che i posti liberi nel Nord Italia saranno circa 22 mila, per un totale di 36 mila cattedre su tutto il territorio nazionale. Circa i due terzi dei trasferimenti, quindi, saranno verso il meridione.
Per il Centro Italia, invece, saranno disponibili circa 5.500 posti, mentre nel Sud saranno appena 7.898 (il 20% del totale). Questi posti, così come stabilito nel contratto per la mobilità 2017/2018, saranno distribuiti per il 30% in favore dei trasferimenti interprovinciali, per il 60% ai vincitori del concorso e per il 10% per coloro che vogliono cambiare materia d’insegnamento.
Saranno circa 2.400 i posti riservati agli insegnanti che presenteranno domanda di trasferimento per il Sud. Quindi, non solo è quasi impossibile che i docenti trasferiti lo scorso anno riescano a riavvicinarsi, ma è molto probabile che anche nel 2017/2018 in molti dovranno spostarsi al Nord per ottenere una cattedra di ruolo.
Pochi posti al Sud: a rischio le assunzioni per i vincitori del Concorso Scuola
A causa dei pochi posti liberi al Sud ci potrebbe essere un rischio assunzione per i docenti vincitori del Concorso Scuola 2016. Per capire il motivo basta fare un rapido calcolo considerando ad esempio il caso Campania: qui, per la scuola primaria sono stati banditi 1.604 posti da assorbire entro tre anni. Il problema è che per il 2017/2018 la quota riservata alle assunzioni è di 309 unità e ciò significa che di questo passo ci vorranno 5 anni per assumere tutti. Il problema però è che la graduatoria è in scadenza tra un anno e mezzo.
Il MIUR troverà una soluzione? Non sarà facile per la nuova Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, ma d’altronde dalle decisioni che verranno prese in tema di mobilità potrebbe dipendere il suo futuro. Infatti, tra le cause che hanno portato alla non conferma della Giannini nel Governo Gentiloni c’è stato proprio il caos mobilità nato lo scorso anno scolastico.
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