Il nuovo ponte Morandi è fuori norma, Anas forse imporrà limite orario fino a 70 km/h
Il “modello Genova” sponsorizzato da Matteo Salvini è un flop. Il nuovo viadotto sul Polcevera, ricostruito dopo il crollo del 2018, deve ancora essere inaugurato ed è già fuori norma. Secondo le indiscrezioni, gli addetti ai lavori erano già al corrente durante la ricostruzione, ma non si sarebbe detto nulla per non rallentarla.
Adesso saranno probabilmente rivisti i limiti di velocità, di 80 km orari nella direzione Genova e persino 70 km/h nella direzione Savona. Sul ponte Morandi si poteva viaggiare fino a 90 km/h.
Il nuovo ponte Morandi è già fuori norma
“Burocrazia zero ed ecco il nuovo ponte. Velocità, trasparenza e anche sostenibilità ambientale. Questo è l’esempio da seguire per le opere di tutta Italia, da Nord a Sud. Il modello CGIL delle lungaggini e dei tempi infiniti lo lasciamo al passato”. Così un mese fa il segretario della Lega Matteo Salvini, rivendicando la nuova opera, definiva il “modello Genova” che aveva portato alla rapida ricostruzione.
Il leader del Carroccio aveva inoltre chiesto la sospensione del codice appalti.
Nessun dubbio sulla poca burocrazia e la velocità, ma forse sulla trasparenza - seguendo la ricostruzione del Sole24Ore - si poteva fare di più. Il nuovo viadotto sul Polcevera, infatti, al netto dei proclami sui vantaggi dell’assenza di controlli, non rispetta le regole, e pertanto saranno necessarie maggiore cautele e parametri di sicurezza più stringenti, come il limite di percorrenza a 80 o 70 km/h.
La criticità più grave concerne la curva dopo il ponte, in direzione Savona. Essendo una ricostruzione totale, secondo la normativa prevista dal Dm Infrastrutture del 2001, il tracciato doveva avere una forma a “S”, con curve morbide. E invece il viadotto sul Polcevera è stato ricostruito interamente sul tracciato del 1967.
Viadotto sul Polcevera non conforme, addetti sapevano?
A rendere più grave l’errore c’è il fatto, secondo quanto afferma il Sole, che gli addetti fossero a conoscenza della grana ma avrebbero fatto finta di nulla per non rallentare i lavori e non far sorgere nuovi contenziosi con Autostrade.
La non conformità sarebbe nata inizialmente sul progetto di Renzo Piano, ma già autodenuciata da Italferr (gruppo Ferrovie) al Consiglio superiore dei Lavori pubblici nel febbraio 2019. Anche Aspi, un mese dopo, avrebbe segnalato il problema in Conferenza dei servizi. Ma il Consiglio non prese mai posizione.
Adesso si aspettano i collaudi di agibilità, dopo i quali Anas darà le sue indicazioni sui limiti di velocità. Difficile che Atlantia, scampata la revoca, dia di nuovo battaglia.
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