Sapevi che esiste una moneta da 1 centesimo di euro che ne vale quasi 7.000? Ma solo se presenta un errore di conio.
Dai un’occhiata al tuo salvadanaio, perché questa moneta rara da 1 centesimo di euro valerne quasi 7.000.
Nel corso del tempo, soprattutto in corrispondenza con la nascita della moneta unica nel 199, i Paesi aderenti all’area euro hanno coniato doversi modelli con diversi valori nominali. E poiché i design sono cambiati nel corso degli anni, complice anche qualche errore di conio, alcune monete sono diventate estremamente rare.
Oggi gli appassionati sono alla disperata ricerca di alcune di queste monete rare e sono disposti a pagare delle somme altissime pur di aggiungerle alla loro collezione.
In questo caso parliamo della moneta da 1 centesimo di euro che raffigura la Mole Antonelliana, anziché il Castel del Monte - uno dei pezzi più ambiti (e preziosi) nel collezionismo di oggi legato alle monete rare di euro.
Questo errore di conio, avvenuto nel 2002, ha conferito una certa rarità a questa moneta, con circa un centinaio di esemplari stimati in circolazione.
Proprio la rarità e la particolarità di questo pezzo hanno spinto il suo valore alle stelle: nel 2013, una di queste monete è stata venduta all’asta per 6.600 euro.
La moneta da 1 centesimo che vale quasi 7.000 euro
La moneta da 1 centesimo con la Mole Antonelliana è diventata un oggetto di grande desiderio tra i collezionisti.
Nonostante il valore iniziale fosse di poche migliaia di euro, la competizione all’asta ha fatto sì che il prezzo finale toccasse i 6.600 euro, un aumento del 164% rispetto al prezzo di partenza.
Cosa c’è dietro l’errore di conio
L’errore si è verificato quando alcune monete da 1 centesimo furono erroneamente coniate con l’immagine della Mole Antonelliana, che dovrebbe essere presente solo sulle monete da 2 centesimi. La scoperta fu fatta da Bolaffi, una delle principali società italiane di numismatica, che notò questa incongruenza all’interno di alcuni set di monete a loro affidati.
La Guardia di Finanza sequestrò subito sei kit contenenti queste monete per indagare sulla questione, portando infine a un contenzioso legale tra Bolaffi e il Museo della Zecca.
Nel 2013, la sentenza 1278/13 il giudice legittimò la proprietà di Bolaffi, permettendo alla società di mettere all’asta gli esemplari di monete rare.
Il suo valore massimo è stato infatti raggiunto durante un’asta della stessa Bolaffi nel 23 maggio 2013.
Il prezzo di apertura d’asta era di 2.500 euro. La società, al tempo, ha fatto sapere che più collezionisti si sono sfidati a colpi di rilanci per ottenere la moneta rara, motivo per cui il prezzo finale risulta essere del 164% superiore rispetto a quello di base.
«È un risultato che supera le nostre aspettative –dichiarò al tempo Giulio Filippo Bolaffi, amministratore delegato del Gruppo Bolaffi. «È una moneta ancora molto “giovane”, e questa prima volta all’asta rappresenta un precedente importante per stabilirne il valore collezionistico. Non escludiamo che dopo questo risultato possano arrivare le ultime segnalazioni di quegli “scettici” possessori che pur avendola trovata nel lontano 2002, fino ad oggi l’hanno tenuta nascosta, e che ora, dopo questo exploit, potrebbero essere intenzionati a venderla».
Attenzione ai falsi
A causa della sua rarità, questa moneta è particolarmente soggetta a falsificazioni.
Circolano diversi esemplari contraffatti, soprattutto online, e per questo motivo si consiglia di prestare la massima attenzione quando si acquista o si vende una moneta con questa particolarità.
Il numero limitato di esemplari autentici rende fondamentale rivolgersi a esperti del settore per verificare l’autenticità del pezzo.
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