La morte di Yevgeny Prigozhin è l’ennesimo colpo di scena della guerra in Ucraina: il gruppo Wagner sarebbe in fuga dalla Bielorussia ma la Russia ha bisogno dei suoi mercenari.
Yevgeny Prigozhin è morto. Questo è quanto affermato dalla tv di Stato russa e da un comunicato del gruppo Wagner, ma non ci sarebbe da meravigliarsi se tra qualche mese - o anno - iniziassero a circolare delle voci che vorrebbero il “cuoco di Putin” vivo e vegeto in qualche angolo del mondo a godersi i tanti soldi guadagnati.
Le notizie ufficiali però ci raccontano che Yevgeny Prigozhin, insieme al suo vice Dmitry Utkin, sono morti nello schianto di un aereo Embraer 600 che solo quindici minuti prima era decollato da Mosca alla volta di San Pietroburgo.
Cosa ci facessero i due capi del gruppo Wagner nella capitale russa e soprattutto cosa ha provocato lo schianto dell’aereo è ancora un mistero: per quanto riguarda le cause dell’incidente, stando ai tracciati radar e ad alcune testimonianze l’ipotesi più probabile è che il velivolo sia stato colpito da un missile oppure abbia avuto una esplosione a bordo.
In teoria Prigozhin non figurava tra i passeggeri del volo, con il leader del gruppo Wagner che dopo aver tentato senza successo due mesi or sono un golpe in Russia, proprio alcuni giorni fa era ricomparso in un video dove diceva di essere in Africa. La sua morte però sarebbe stata confermata da più fonti, con l’Occidente e l’Ucraina sicuri che dietro questo incidente ci sia la lunga mano di Vladimir Putin.
Ma quale sarà l’impatto della morte di Yevgeny Prigozhin sulla guerra in Ucraina? Anche se il gruppo Wagner è uscito di scena dopo il fallito golpe, la Russia difficilmente potrà fare a meno dei suoi mercenari specie in Asia e in Africa.
La morte di Prigozhin e lo sviluppo della guerra
L’ultimo messaggio video di Yevgeny Prigozhin è emblematico per capire cosa potrebbe succedere ora che il suo corpo sarebbe stato riconosciuto tra le dieci vittime dell’incidente aereo avvenuto in Russia.
Prigozhin è comparso in video dicendo di essere in Africa per reclutare nuovi mercenari; parole che di certo non hanno meravigliato più di tanto, visto che ci sarebbe stato un aumento di richieste di entrare a far parte del gruppo Wagner dopo il fallimento della marcia su Mosca.
Proprio nel continente africano da anni il gruppo Wagner è particolarmente attivo, tanto da gestire direttamente alcuni siti estrattivi di materie prime nella Repubblica Centrafricana e in altri Paesi che gravitano intorno alla sfera di influenza russa.
Lo stesso colpo di Stato in Niger, che ha fatto infuriare la Francia e potrebbe scatenare una guerra di vaste proporzioni nel cuore dell’Africa, è stato percepito in Occidente come una mossa di Mosca per aumentare la propria sfera di influenza nel continente.
Anche in Medio Oriente è stata importante l’azione del gruppo Wagner: soprattutto in Siria, dove la Russia è tornata a effettuare nelle scorse ore degli attacchi aerei, i mercenari hanno avuto un ruolo fondamentale per garantire la permanenza al potere di Assad.
Con la guerra in Ucraina che vive sempre una fase di stallo, la Russia può fare a meno dei mercenari? Le ultime notizie indicano alcuni dei membri del gruppo Wagner in fuga dalla Bielorussia dove sono in una sorta di esilio dopo il fallito golpe.
Molti di loro però già sono stati inquadrati tra le fila dell’esercito regolare e, la morte di Yevgeny Prigozhin, non dovrebbe portare automaticamente alla fine del gruppo Wagner che, nonostante il tentativo di colpo di Stato, continua ad avere sempre un rapporto strettissimo con Mosca e a gestire miniere in Africa che garantiscono lauti guadagni.
Vladimir Putin ha bisogno del gruppo Wagner non tanto per vincere la guerra in Ucraina, dove gli basta mantenere le attuali posizioni, ma per il loro lavoro sporco che da anni stanno portando avanti in Africa e in Asia: Yevgeny Prigozhin, qualunque sia stata la sua fine, era diventato un personaggio troppo ingombrante ma visti gli alti interessi in ballo sarebbe improbabile assistere ora a una diaspora dei suoi uomini.
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