Multe, i comuni raddoppiano gli importi: ecco perché gli automobilisti pagano di più

Stefano Rizzuti

7 Giugno 2022 - 11:45

L’Antitrust ha denunciato il comportamento di alcuni comuni che aumentano gli importi delle multe stradali, facendo pagare di più agli automobilisti il costo dell’accertamento della sanzione.

Multe, i comuni raddoppiano gli importi: ecco perché gli automobilisti pagano di più

Gli importi delle multe aumentano e i comuni fanno cassa grazie ad automobilisti e motociclisti. È questa la denuncia dell’Antitrust che sottolinea come gli enti locali spesso decidano di incrementare le spese di accertamento da far pagare agli utenti che devono saldare le multe, facendo così aumentare l’importo da versare.

L’Autorità ha denunciato il comportamento dei comuni in audizione in commissione parlamentare d’inchiesta sulla Tutela dei consumatori, facendo emergere non solo che gli enti locali non rendicontano le multe al Mims (come previsto dalla legge secondo cui andrebbero decurtati il 90% dei trasferimenti in caso di mancato adempimento), ma anche le irregolarità che avvengono durante l’attività di accertamento.

Così le sanzioni hanno un importo aumentato e danno vita a una sorta di giungla per queste spese, con importi diversi - e non di poco - da comune a comune. E spese più alte a carico del cittadino che ha commesso l’infrazione e deve pagare la sanzione.

Multe aumentate, l’audizione dell’Antitrust

Dopo l’audizione dell’Antitrust il presidente della commissione, Simone Baldelli, e il Codacons hanno chiesto di fare chiarezza. Come spiegato dall’Autorità, infatti, a oggi mancano criteri oggettivi di quantificazione sulle spese di accertamento delle multe stradali, motivo per cui ogni ente locale agisce con piena discrezionalità, “spesso perpetrando evidenti abusi”. Da qui la segnalazione di cosi variabili imposti dai comuni ai cittadini: spese che possono raggiungere fino a 15 euro aggiuntivi per una sanzione.

Quali sono le spese di accertamento per le multe

La tariffa complessiva per le spese di notifica degli atti giudiziari via posta attualmente è fissata sulla base della delibera n. 469/19Cons dell’Agcom: la cifra forfettaria è di 9,50 euro. Invece l’articolo 201, comma 4, del Codice della strada prevede che le spese di accertamento e di notifica sono a carico della persona a cui è stata inflitta la sanzione.

Però l’Antitrust ha esaminato alcune delibere di diverse giunte comunali scoprendo che ogni comune include voci diverse nelle spese di accertamento. Per esempio c’è chi inserisce i costi di stampa, chi la postalizzazione, chi i costi di acquisto dei palmari per la rilevazione delle infrazioni e ancora ci sono voci come la manutenzione delle apparecchiature, i moduli autoimbustanti, la redazione delle distinte delle raccomandate, le visure alle banche dati della motorizzazione.

Quanto costano in più le multe

Ai 9,50 euro di spese di notifica si aggiungono quelle di accertamento che vanno da un minimo di 2,50 euro a un massimo di 10. Secondo Roberto Rustichelli, presidente dell’Antitrust, “la discrezionale definizione di tali spese, a livelli talvolta elevati, si traduce in uno sfruttamento della posizione di debolezza del consumatore/cittadino, che è costretto a pagarle per espressa previsione di legge senza poterne contestare il quantum in alcuna sede”.

L’Autorità ha fornito alcune tabelle e ha fatto notare come dei comuni inseriscano tra le spese di accertamento la voce ’Visure Aci’, con un costo che va da 0,80 fino a 1,83 euro, con una differenza del 128%. C’è poi la spesa per modulistica, stampanti, cartucce e manutenzione degli apparecchi che va da 2,50 a un massimo di 9,30 euro (differenza del 272%).

Altra anomalia segnalata dall’Antitrust riguarda le notifiche delle multe stradali inviate tramite Pec: vengono azzerate le spese di notifica da 9,50 euro, ma alcuni comuni aumentano i costi di accertamento, quasi per compensare i mancati introiti: in questi casi si arriva fino a 15 euro aggiuntivi per ogni sanzione.

Aumento costi per le multe, cosa potrebbe cambiare

Il Codacons ha già annunciato battaglia e si è detto pronto a denunciare il comportamento dei comuni. Baldelli, presidente della commissione a Tutela dei consumatori, spiega che la soluzione potrebbe essere quella di capire un costo medio standardda fissare in modo trasparente e ragionevole”. Anche per “evitare discriminazioni tra cittadini che risiedono in comuni diversi e che, tra l’altro, non possono neppure contestare l’importo di questi costi”.

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