Multe fino a 3.700 euro in Italia, cosa devono tener presente i proprietari di veicoli

Ilena D’Errico

16 Aprile 2025 - 18:56

Ecco cosa devono tener presente i proprietari dei veicoli per non rischiare multe fino a 3.700 euro.

Multe fino a 3.700 euro in Italia, cosa devono tener presente i proprietari di veicoli

Il nostro Codice della strada prevede diverse sanzioni molto salate e nonostante la grande attenzione suscitata dalla recente riforma molti guidatori continuano a ignorarne le regole. Non si tratta soltanto di conducenti che compiono manovre imprudenti o che comunque volontariamente violano le norme, ma anche di una larga fetta di disposizioni non conosciute. Ecco cosa devono tener presente i proprietari di veicoli per non rischiare multe fino a 3.700 euro.

Multe fino a 3.700 in Italia

La notizia delle multe fino a 3.700 in Italia sta facendo il giro del mondo, sorprendendo le testate internazionali per la severità di questa sanzione. Di fatto, non sono soltanto i conducenti stranieri a rimanere sorpresi, visto che fanno riferimento a una delle regole meno note del nostro ordinamento. Si tratta del prestito dell’auto o comunque del proprio veicolo ad altre persone, che in alcuni casi può avvenire soltanto con l’apposita registrazione. Nulla di troppo complesso né di costoso, un procedimento davvero conveniente da seguire per evitare le sanzioni.

L’articolo 94 del Codice della strada prevede appunto una multa da 727 a 3.629 euro se l’auto viene guidata da un conducente non autorizzato appositamente. Si ricorda in tal proposito che per le multe stradali il proprietario è pressoché sempre responsabile in solido, pertanto è tenuto a pagare la multa in caso di inadempimento del guidatore, fatta salva la possibilità di rifarsi sullo stesso quando ne ricorrono le condizioni. Oltre alla sanzione pecuniaria, è previsto anche il ritiro della carta di circolazione per il mancato aggiornamento.

Queste regole non sono affatto cambiate con la riforma del Codice della strada recente, essendo in vigore da una decina d’anni. Nonostante ciò, molti guidatori non le conoscono e considerata l’intensificazione dei controlli è opportuno conoscerle con precisione.

Cosa devono tener presente i proprietari di veicoli

Prestare la propria auto o qualsiasi altro veicolo in proprietà non è affatto vietato, né comporta automaticamente una sanzione. Se il conducente è un familiare convivente con il proprietario, inoltre, non ci sono vincoli di alcun genere da rispettare, tranne assicurarsi che il guidatore abbia la patente di guida. Altrimenti, se poi il conducente senza patente dovesse causare un incidente stradale la compagnia assicurativa avrebbe la facoltà di rivalersi sul proprietario dopo aver risarcito i danni.

Ovviamente, si parla di un prestito d’auto consensuale. Il proprietario non è infatti responsabile se il veicolo gli viene sottratto senza il suo consenso ed eludendo le precauzioni di sicurezza adottate secondo la “comune diligenza”. Il proprietario di un mezzo di trasporto deve infatti prevenire questo genere di eventualità, nel limite delle sue possibilità, custodendo con cura le chiavi.

Per prestare l’auto a una persona terza, vale a dire che non è familiare convivente, bisogna seguire qualche precauzione aggiuntiva a seconda della durata del prestito. Entro i 30 giorni consecutivi non si pone alcun problema, altrimenti bisogna registrare un contratto di comodato d’uso (un prestito gratuito) alla Motorizzazione civile per cambiare temporaneamente l’intestazione della macchina. Il costo totale di questa procedura è di appena 26,10 euro, nettamente inferiori rispetto alla multa che si rischia in assenza di adempimento. Bisogna fare attenzione anche alla scadenza del comodato, che avviene automaticamente alla data indicata e che deve quindi essere rinnovato appositamente in caso di eventuale proroga.

Attenzione, inoltre, se l’auto viene prestata da una società: la registrazione del contratto di comodato d’uso è sempre dovuta per legge. Entro i 30 giorni, invece, non è necessaria alcuna formalità ulteriore (per quanto una scrittura privata tra le parti possa essere utile a regolamentare l’accordo) che sarebbe decisamente poco pratica. Naturalmente, se i 30 giorni non sono consecutivi, vale la stessa regola e non è dovuta la registrazione, purché non sia un escamotage per violare la legge (dovendo altrimenti provare l’uso intermittente).

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