Il nuovo prelievo straordinario sugli extraprofitti delle banche deciso dal governo e inserito nel decreto Omnibus rischia di avere conseguenze anche sui mutui? Probabilmente si, ecco perché.
Il Consiglio dei ministri del 7 agosto ha approvato il decreto Omnibus che contiene al suo interno anche un prelievo straordinario sugli extraprofitti delle banche. Lo scopo è raccogliere fondi per tagliare le tasse e aiutare chi accenderà nuovi mutui sulla prima casa a condizioni poco favorevoli visti i recenti aumenti dei tassi di interesse decisi dalla Banca Centrale Europea. Infatti il vicepremier Matteo Salvini in conferenza stampa di presentazione ha parlato di «una norma di equità sociale». L’esecutivo punta ad incassare 3 miliardi di euro.
La nuova tassa sui guadagni delle banche potrà avere conseguenze anche sui consumatori e in particolare su chi accenderà nuovi mutui entro la fine dell’anno? Probabilmente sì. Ecco perché.
Come funziona la nuova tassa sugli extraprofitti delle banche
L’annuncio è arrivato nella serata del 7 agosto al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto Omnibus che oltre a tassare ulteriormente le banche contiene anche provvedimenti riguardanti i trasporti, la sicurezza, la giustizia e le infrastrutture. Con lo scopo di tagliare le tasse e dare una mano a chi accenderà nuovi mutui, l’esecutivo ha optato per un prelievo straordinario del 40% sugli extraprofitti delle banche. Un prelievo limitato soltanto al 2023 da cui si punta ad incassare 3 miliardi di euro.
Questo scatterà se il margine di interesse registrato nel 2022 eccederà per almeno il 5% il valore dell’esercizio 2021. Percentuale che salirà ad almeno il 10% confrontando il 2023 con il 2021. L’imposta sarà versata dalle banche entro il sesto mese successivo a quello di chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso al primo gennaio 2024. Come annunciato da Salvini gli incassi saranno utilizzati per un duplice scopo: il primo per aiutare chi ha acceso mutui sulla prima casa in questi periodi poco favorevole a causa dell’innalzamento dei tassi di interesse decisi dalla Bce, il secondo scopo per tagliare le tasse.
E in effetti a causa dei continui innalzamenti dei tassi di interesse da un anno a questa parte da parte della Bce per cercare di frenare l’avanzata dell’inflazione, i mutui, sopratutto quelli a tasso variabile, costano molto di più. Da un’analisi effettuata da Facile.it e Mutui.it, chi ha acceso un mutuo a gennaio 2022 a tasso variabile ad oggi ha già pagato 2.300€ in più in appena un anno e mezzo.
La nuova tassa avrà conseguenze sui mutui?
Secondo le prime analisi il nuovo prelievo straordinario sugli extraprofitti delle banche potrebbe gravare su chi accenderà un nuovo mutuo nella seconda parte dell’anno. Molte banche potrebbero cercare di recuperare l’esborso extra attraverso un costo più alto praticato a imprese e famiglie che intendono accendere un mutuo. Un aumento che potrebbe arrivare fino allo 0,5%. Ad essere interessati dal probabile aumento saranno i prestiti avviati nella seconda parte dell’anno, sia a tasso fisso che variabile. Nessuna conseguenza invece per quelli già accesi in precedenza, qualunque sia il tasso. In quel caso la rata è calcolata solo in base al tasso Euribor.
Gli altri provvedimenti inseriti nel decreto Omnibus
Il decreto Omnibus approvato dall’esecutivo oltre al provvedimento che ha deciso un prelievo straordinario sugli extraprofitti delle banche, contiene anche novità su caro voli con lo stop all’algoritmo che ha fatto innalzare i prezzi dei biglietti nell’ultimo periodo. La fissazione dinamica delle tariffe sarà vietata se persisteranno due condizioni: è applicata per le rotte nazionali di collegamento con le isole e avviene durante un periodo di picco di domanda legata alla stagionalità.
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