Narco-sottomarini. Come funzionano e sono costruiti?

Alessandro Nuzzo

28 Marzo 2025 - 22:03

L’ultima scoperta rilancia l’allarme sul nuovo mezzo usato per trasportare droga: ecco come funziona.

Narco-sottomarini. Come funzionano e sono costruiti?

Alcuni giorni fa le autorità portoghesi hanno sequestrato nelle acque dell’Atlantico a circa 500 miglia nautiche dalle Azzorre un sottomarino artigianale usato dai narcos per il trasporto della droga. A bordo infatti sono stati rinvenuti 6.500 chili di cocaina che era diretta in Spagna e che, se immessa sul mercato, avrebbe fruttato milioni di euro.

A bordo del sottomarino, lungo 20 metri e viaggiante alcuni metri sotto il livello dell’acqua, cinque membri dell’equipaggio che erano partiti dal Sudamerica. L’operazione che ha portato al sequestro dell’imbarcazione è stata denominata «Nautilus» e vi hanno partecipato oltre a Marina e Aeronautica portoghese, la Guardia Civil spagnola, la Drug Enforcement Administration degli Stati Uniti e la National Crime Agency del Regno Unito.

Il sequestro è solo l’ultimo di una serie iniziata nel 2006 in Spagna e che mostra come i narcotrafficanti si stiano evolvendo studiando sempre nuove tecniche e modalità per il trasporto della droga in Europa dal Sudamerica. L’intento è rendere sempre più difficile l’intercettazione dei carichi di sostanza stupefacente. Questa sorta di narcosottomarini sono imbarcazioni artigianali costruite a mano e spesso sono costruiti con materiali come la fibra di vetro, che consente loro di navigare senza essere individuati dai radar.

Come funzionano e come sono costruiti

Si tratta di imbarcazioni di solito lunghe tra i 12 e i 24 metri dotate di motori diesel capaci di raggiungere anche velocità elevate di crociera. Grazie ai serbatoi di carburante di grande capacità, possono percorrere fino a 3.200 chilometri senza dover fare rifornimento. L’equipaggio è solitamente composto da tre o quattro persone e la capacità di carico varia tra le quattro e le dodici tonnellate.

La capacità dei narco-sottomarini di navigare quasi completamente immersi li rende difficili da localizzare tramite radar, sonar o sistemi a infrarossi. Inoltre la fibra di vetro usata per la costruzione e il design con cui vengono progettati riducono al minimo la produzione di onde e sono quindi praticamente invisibili ai metodi tradizionali di sorveglianza marittima.

Questo di martedì è solo l’ultimo narco-sottomarino scoperto. Il primo prototipo simile fu individuato in Spagna nel 2006 al largo della città di Vigo. Un battiscafo di 12 metri in grado di trasportare fino a 1 tonnellata di droga.

Il secondo ritrovamento avvenne nel novembre 2019 al largo del paese di Aldán, sempre in Galizia. Il semi-sommergibile in questo caso era lungo 20 metri e al suo interno furono ritrovate 3 tonnellate di cocaina.

Se inizialmente i mini sommergibili venivano utilizzati solo per raggiungere una nave ancorata al largo delle coste, negli ultimi anni le imbarcazioni sono diventate sempre più moderne e dotate di sofisticate tecnologie che sono in grado di compiere direttamente la tratta Sudamerica-Europa attraverso l’oceano Atlantico.

Oggi i mezzi impiegati sono sempre più imponenti, superando spesso i 30 metri di lunghezza, e si distinguono per capacità, sofisticazione e avanzata tecnologia. Il loro costo può raggiungere diversi milioni di euro, un investimento elevato che però viene rapidamente ammortizzato dai gruppi criminali grazie ai proventi dei traffici illeciti. Un fenomeno in crescita è il noleggio di questi mezzi: sono nate vere e proprie organizzazioni specializzate nella progettazione, costruzione e affitto di semi-sommergibili destinati ai cartelli della droga.

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# Droga

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