Nasdaq costretto a un ribilanciamento. Cosa significa e cosa cambia per le «magnifiche sette»? Scopri se il rally di Microsoft, Apple, Alphabet, Nvidia, Amazon, Tesla e Meta è davvero a rischio.
Il Nasdaq 100 è pronto per il ribilanciamento speciale delle sue azioni. Oggi 24 luglio il peso di Apple, Microsoft, Alphabet, Nvidia, Amazon e Tesla all’interno dell’indice Nasdaq100 verrà ridimensionato per rispettare le regole di diversificazione imposte dalla SEC (Securities and Exchange Commission).
La questione chiave riguarda la forte concentrazione di queste sei aziende che - grazie alla spinta dell’intelligenza artificiale - hanno raggiunto un peso totale del 56% dell’indice, superando il limite cumulativo del 48% fissato dalla normativa.
Entro l’apertura del pre-market, l’indice Nasdaq procederà al ribilanciamento speciale, senza togliere e senza aggiungere le azioni esistenti, ma ridistribuendo il loro peso per ridimensionare la concentrazione e ridurre i rischi per gli investitori.
Vediamo cosa cambia e cosa aspettarsi sui mercati dopo questa operazione speciale.
Cos’è il ribilanciamento?
Il ribilanciamento è un processo di aggiustamento dell’indice azionario che consiste nel ricalibrare le ponderazioni delle singole azioni in modo da mantenere un equilibrio ottimale all’interno dell’indice.
Il ribilanciamento del Nasdaq 100 avviene normalmente ogni trimestre, ma questa volta è stato deciso un ribilanciamento «speciale» per affrontare l’eccessiva concentrazione nell’indice e riallineare le ponderazioni. Questa operazione non comporterà aggiunte o rimozioni dall’indice, ma si concentrerà sulla regolazione della ponderazione di alcuni componenti al fine di garantire una maggiore diversificazione e un equilibrio ottimale nell’indice.
La natura di questa operazione è dunque esclusivamente regolamentare: come spiegato a Bloomberg da un rappresentante del Nasdaq, «un ribilanciamento speciale può essere effettuato ogni qual volta le società con un peso superiore al 4,5% superino la soglia cumulativa del 48% dell’indice».
In altre parole il ribilanciamento persegue i seguenti obiettivi:
- evitare che alcune aziende acquisiscano un peso eccessivamente dominante a causa di significative variazioni di valore,
- garantire una maggiore diversificazione,
- ridurre il rischio per gli investitori.
Nel 1998 e nel 2011, il Nasdaq 100 ha subito ribilanciamenti speciali a causa di aziende eccessivamente grandi. Nel 1998, Microsoft e Intel erano troppo grandi per gli ETF, quindi l’indice è stato rettificato. Nel 2011, il peso di Apple è stato ridotto e altre aziende hanno ottenuto maggior peso. Sarà interessante vedere l’impatto di questo nuovo ribilanciamento sull’industria degli ETF, che è cresciuta notevolmente dal 2011.
Perchè è necessario il ribilanciamento del Nasdaq 100?
Il ribilanciamento dell’indice Nasdaq 100, il principale indice tecnologico al mondo, è diventato necessario a causa della crescente concentrazione di alcune aziende di punta, conosciute come le «magnifiche sette». Tra queste, Nvidia, Meta e Tesla hanno registrato performance eccezionali dall’inizio dell’anno, con aumenti del 200%, 157% e 120% rispettivamente (contro il +41% dell’indice Nasdaq 100). Questi notevoli risultati hanno portato queste aziende a superare i limiti di peso stabiliti dall’indice, rendendo essenziale un ribilanciamento per garantire una distribuzione equilibrata delle azioni nell’indice. Questa tendenza evidenzia il crescente interesse degli investitori verso le aziende di punta nel settore tecnologico e la necessità di ridistribuire le ponderazioni delle azioni in modo più proporzionato, limitando l’influenza eccessiva delle aziende più grandi e garantendo una maggiore stabilità complessiva dell’indice.
Il Nasdaq 100 è la base di riferimento per numerosi ETF (sono circa 24), inclusi i fondi che replicano l’andamento dell’indice, come l’Invesco QQQ ETF, il secondo ETF più scambiato in assoluto. La disparità tra le performance delle aziende «big» e la media di tutte le componenti dell’indice è evidente quando si confronta l’andamento del Nasdaq 100 con il Nasdaq 100 equal weighted, dove le stesse azioni hanno lo stesso peso. Da inizio anno al 13 luglio, il primo ha registrato una performance del 43,3%, rispetto al 22,7% dell’indice equipesato. Il ribilanciamento speciale potrebbe influenzare ulteriormente queste dinamiche nell’industria degli ETF.
Come cambia l’indice Nasdaq 100
Il ribilanciamento del 24 luglio ha comportato una riduzione della ponderazione di cinque aziende tra le «magnifiche sette» (Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Nvidia) - quelle con un peso superiore al 4,5% - portandole al 36,6% complessivo in modo da rispettare il requisito ponderato totale del 38,5%. Anche Meta e Tesla hanno visto una riduzione del loro peso nell’indice. Questa riduzione dei titoli principali sarà distribuita su tutto l’indice, con un aumento maggiore per aziende come Broadcom, PepsiCo, Adobe e Netflix insieme ad altre.
Azione | Peso precedente | Peso post ribilanciamento |
Apple | 12,06% | 11,50% |
Microsoft | 12,74% | 9,80% |
Alphabet (Google) | 7,61% | 5,70% |
Amazon | 6,91% | 5,30% |
Nvidia | 7,28% | 4,30% |
Meta | 4,46% | 3,70% |
Tesla | 4,44% | 3,40% |
Cosa cambia per gli investitori?
Il ribilanciamento dell’indice Nasdaq 100 porterà importanti cambiamenti per gli investitori.
Gli investitori dei fondi legati all’indice Nasdaq 100 si troveranno con un portafoglio diverso, poiché alcune azioni verranno ridimensionate, mentre altre vedranno un aumento maggiore della loro presenza nell’indice.
Secondo Il Sole 24 Ore, prima del ribilanciamento, chi investiva 1.000 euro in un ETF collegato al Nasdaq finanziava principalmente solo cinque grandi aziende. Dopo il 24 luglio, il finanziamento sarà più distribuito, con 400 euro alle grandi aziende e 600 euro alle aziende più piccole presenti nell’indice tecnologico.
Fondi comuni di investimento ed ETF che replicano l’indice Nasdaq 100 saranno dunque costretti a vendere parte delle loro quote delle «Big Tech» e aumentare le loro posizioni su altre aziende nell’indice. Ciò garantirà una maggiore diversificazione per gli investitori, riducendo la concentrazione su poche aziende dominanti nel settore tecnologico. Questo potrebbe comportare alcuni costi di negoziazione e fiscali derivanti dalla vendita di azioni che hanno registrato forti guadagni.
Il ribilanciamento avrà un impatto anche sui mercati, poiché miliardi di dollari di azioni saranno scambiati per permettere ai fondi di adeguarsi al cambiamento. Ciò potrebbe causare una maggiore volatilità, ma l’effetto sulle azioni stesse sarà limitato poiché le vendite riguarderanno azioni molto liquide.
Tra le aziende coinvolte, Microsoft subirà il maggior ridimensionamento, seguita da Apple e Google. Tesla, invece, avrà un peso del 4,5%, mentre Meta potrebbe «salvarsi» con il 4,4%.
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