Natalità in Italia: cosa dice l’Istat sulle nascite, in continuo calo.
Natalità in Italia in focus: è uscito l’ultimo dossier Istat. Secondo i dati raccolti nel 2018 dall’istituto di statistica, le nascite si sono confermate in calo nel nostro Paese.
Rispetto all’anno precedente, la nazione ha diminuito ancora di più il numero dei nuovi nati. E la tendenza sembra essere la stessa anche per il 2019.
La prospettiva di crescita della popolazione non è buona secondo l’analisi diffusa. A impattare in modo negativo sul tasso di natalità in Italia, ci sono stati diversi fattori: il cambiamento nell’età di fecondità, la diminuzione delle nuove generazioni e l’invecchiamento degli stranieri presenti sul territorio.
Il risultato è un quadro piuttosto negativo per il cambio generazionale. Il nostro Paese invecchia, rinnovandosi a ritmi piuttosto lenti. E nel prossimo futuro non si intravedono cambi di rotta.
Natalità in Italia: ecco di quanto sono diminuite le nascite
Dagli ultimi dati Istat emerge qual è l’attuale situazione italiana delle nascite.
I nuovi nati nel 2018, secondo quanto scaturito dalle iscrizioni agli uffici anagrafe, sono stati 439.747. Rispetto all’anno precedente, ci sono stati 18.000 bambini in meno, che diminuiscono ancora di più, di 140.000 unità, in confronto al 2008.
In termini percentuali, nel 2018 il calo delle nascite è stato del 4%. Questa tendenza al ribasso è stata causata soprattutto dal minor numero di figli nelle coppie italiane. Nello specifico, l’analisi ha rilevato che da questi genitori sono nati almeno 15.771 bambini in meno.
Anche i figli da famiglie straniere in Italia hanno subito un calo. Nel 2018, infatti, questi sono stati 65.444, circa 10.000 in meno rispetto al 2008.
Sono soprattutto i primi figli a diminuire nel nostro Paese. L’anno scorso sono stati 204.883 i primogeniti, in calo di 79.000 unità rispetto a 10 anni prima.
Il basso tasso di natalità che continua a caratterizzare l’Italia è accompagnato anche dalla costante decrescita del numero di figli per donna. Al 2018, il livello era di 1,29. Nel 2010, quando era stato raggiunto il livello massimo di fecondità, il dato registrava 1,46 figli per donna.
Anche l’età media della donna alla nascita del primo figlio è aumentata - di circa un anno - a 31,2 anni.
In evidenza ci sono i numeri provvisori del 2019, riferiti al periodo gennaio-giugno. La tendenza resta al ribasso secondo le proiezioni sull’anno in corso. Sono stati registrati, infatti, 5.000 nati in meno rispetto allo stesso semestre 2018.
Anche la politica è intervenuta con bonus che possano incentivare la natalità e nuove misure da presentare in manovra 2020 a sostegno di famiglie e neonati.
Analisi e prospettive per il nostro Paese
La lettura di questi dati numerici suggerisce prospettive poco incoraggianti. La tendenza costante al calo delle nascite, infatti, è frutto di una condizione economico-sociale che sembra ormai caratterizzare l’Italia.
L’impossibilità per i giovani di trovare un’occupazione e di creare una propria famiglia è stata accentuata da condizioni economiche interne deboli e da un mercato del lavoro ancora piuttosto precario.
Il trend di bassa crescita nel lungo periodo, inoltre, si è affiancato al cambiamento demografico evidente. Le donne in età feconda, dai 15 ai 49 anni, sono sempre meno numerose, visto che le nuove generazioni non riescono più a rimpiazzare le nate negli anni del boom economico.
È diminuito anche l’impatto dei nati stranieri sulla popolazione. I residenti non italiani, infatti, stanno invecchiando.
Il nuovo report Istat sulla natalità in Italia ci consegna un Paese in fase stagnante a livello demografico. L’andamento è un segnale poco positivo anche per le prospettive economiche.
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