La Nato aumenta le truppe ad Est: ecco perché è allerta massima

Luna Luciano

28 Giugno 2022 - 15:23

La Nato ha deciso di aumentare le proprie unità militari al confine a Est. Aumenta la tensione a Oriente con la Russia. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

La Nato aumenta le truppe ad Est: ecco perché è allerta massima

Aumentare le forze militari Nato a Oriente. È questo il primo risultato atteso dal summit dell’Alleanza atlantica, che ha avuto inizio il 28 giugno e si concluderà il 30 giugno a Madrid. Un summit che avrà come tema centrale la posizione dell’Alleanza sulla scacchiera geopolitica.

L’obiettivo del summit è di prendere decisioni strategiche per la nuova realtà di sicurezza, nella quale la Russia è indicata come minaccia principale, ma anche la Cina. L’aumento delle truppe a Est sarebbe il più importante rafforzamento delle capacità della Nato dalla fine della guerra fredda. Una decisione che vederebbe un aumento considerevole raggiungendo quota 300mila unità, come ha annunciato il Segretario generale Jens Stoltenberg.

La scelta di voler aumentare le truppe a Est della Nato, non sembra dipende solo dalla decisione di potenziare le proprie unità, ma anche in caso di difesa. Aumentano quindi sempre di più le tensioni a Oriente l’allerta è massima.

Guardando la situazione attuale non si può non considerare il fatto che la guerra in Ucraina abbia innescato un importante cambiamento geopolitico in Occidente e nei suoi rapporti con l’Oriente (Cina e Russia), inoltre paesi storicamente neutrali, come Finlandia e Svezia, hanno fatto domanda per aderire alla Nato. Ma ciò che fa temere un escalation bellica è proprio il linguaggio adottato non solo da Putin ma anche dalla Nato stessa. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Nato aumenta le truppe a Est: perché e cosa cambia

La Nato ha quindi deciso di ampliare e aumentare i propri contingenti a Est. A spiegare cosa cambierà è stato proprio il Segretario generale Stoltenberg, che sembra aver abbandonato qualsiasi tono pacato. Le unità di combattimento della Nato sul fianco orientale dell’alleanza più vicino alla Russia specialmente gli stati baltici, saranno potenziate come rinforzi rapidi a livello di brigata, con migliaia di truppe pre-assegnate.

Secondo Stoltenberg l’Alleanza ne uscirebbe trasformata, attuando inoltre la più grande revisione di deterrenza e difesa collettiva dalla Guerra Fredda. Le forze di pronto intervento saranno aumentate fino a 300mila unità effettive, la forza di risposta rapida dell’Alleanza atlantica sarà composta da unità terrestri, marittime e aeree, impiegabili in tutto il mondo. Parole che sembrano intravedere la possibilità di un intervento diretto dalla Nato.

Non è però un caso che tale decisione si voglia prendere adesso. Infatti, come spiegato da Stoltenberg, l’Alleanza atlantica è preoccupata per l’aumento delle capacità militari russe a Kaliningrad, senza contare l’innalzamento delle tensioni tra Mosca e la Lituania, che ha bloccato il passaggio delle merci russe verso Kaliningrad, ex-clave del Cremlino in Europa. L’aumento delle truppe sembrerebbe quindi essere un monito per il presidente russo Vladimir Putin, in modo che possa capire le conseguenze dell’attaccare un Paese membro Nato, provocandone la risposta.

Nato aumenta le truppe, allerta massima: si teme escalation

La Nato aumenta le proprie truppe a Est e, mentre aumentano le tensioni, si teme un’escalation bellica. L’allerta è massima. Il linguaggio e i toni utilizzati da entrambe le fazioni sono minacciosi, rievocando la Guerra fredda.

La decisione di aumentare le truppe arriva nel contesto di un confronto aperto con la Russia, a cui si è riferito lo stesso Stoltenberg, augurandosi che al Summit la Russia venga indicata come principale e più immediata minaccia per l’Alleanza. Al vertice quindi la Nato cambierebbe la sua posizione sulla Russia presa nel vertice di Lisbona nel 2010, quando venne definita come partner strategico.

Intanto su più fronti si continua a discutere sui rischi di una possibile escalation in Ucraina e i toni si accendono. Il capo dell’Esercito britannico, il generale Patrick Sanders, ha dichiarato che la Gran Bretagna sta affrontando il suo “1937” dicendo che la nazione deve essere pronta a “combattere e vincere” per impedire la minaccia dalla Russia. Parole forti che hanno paragonato la Germania di Hitler alla Russia di Putin, subito dopo l’attacco missilistico di Mosca contro un affollato centro commerciale nella città di Kremenchuk, uccidendo almeno 16 civili e ferendone centinaia.

Davanti a simili parole, l’allerta non può che essere massima perché, sarà pur vero che un’escalation del conflitto non converrebbe a nessuno, ma resta un’ipotesi da non scartare

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