Nel mare Mediterraneo ci sono 18 navi da guerra russe e due sottomarini. Una presenza massiccia, monitorata costantemente dalla Marina militare. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Il Mediterraneo resta uno scenario chiave anche nel conflitto russo-ucraino. La Russia ha aumentato e potenziato la propria flotta in queste acque, così come la Turchia. Infatti, come ha spiegato in una lunga intervista al Corriere della Sera il capo di Stato maggiore della Marina militare italiana Enrico Credendino, il Mediterraneo è uno snodo fondamentale per i traffici, specialmente per quelli mercantili.
Al momento però è impossibile ignorare la presenza di ben 18 navi da guerra russe e due sottomarini, numeri mai registrati in passato, “nemmeno durante la Guerra fredda”, come ha sottolineato Credendino. Una presenza massiccia sempre più numerosa, ma costantemente monitorata dalla Marina militare, a causa dell’arsenale bellico di cui sono dotate le navi russe.
La situazione nel Mediterraneo risulta quindi alquanto inquieta e movimentata e la Marina è in perenne allerta. È naturale domandarsi in questa situazione se le navi costituiscano una minaccia per l’Italia: ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
Scenario da Guerra fredda, navi russe nel Mediterraneo: perché il mare è diventato uno scenario chiave?
Dall’inizio del conflitto russo-ucraino, le acque del Mediterraneo sembrano più navigate. È aumentata infatti la presenza della flotta, non solo russa, ma anche turca e di altri Paesi. Questo perché il Mediterraneo come ha spiegato al Corriere della Sera il capo di Stato maggiore della Marina militare italiana, Enrico Credendino, rimane uno scenario chiave.
Il Mediterraneo non è più solo il mare che fa da cerniera tra Europa e Africa, ma è anche la via per i traffici mercantili da Ovest a Est e viceversa; è il passaggio delle navi dagli stretti ed è per questo motivo che la Marina militare ha osservato un tale numero di navi, mai registrato nemmeno durante la “Guerra fredda”. Non si trovano solo le navi russe, anche i turchi che stanno potenziando la loro flotta e lo stesso si dica per i francesi, mentre gli americani hanno in parte lasciato il Mediterraneo per concentrarsi sul teatro indo-pacifico.
Il Mediterraneo resta un punto chiave, anche per le ripercussioni che si hanno sulla terra ferma. Lo stesso ministro della Difesa Lorenzo Guerini lo ha definito un’area di vitale interesse nazionale, ed è per tale motivo che la Marina monitora costantemente le navi russe armate.
Navi russe nel Mediterraneo, una minaccia per l’Italia?
Sono quindi 18 le navi da guerra russe che solcano le acque del Mediterraneo. Numeri, che, come ha ricordato Credendino, non sono mai stati registrati in passato, “nemmeno durante la Guerra fredda”. Il Capo di Stato maggiore della Marina ha però sottolineato la presenza di due sottomarini “armati con missili” ai confini delle acque territoriali, monitorati costantemente dalla Marina.
L’Italia ha infatti messo in campo due delle sue quattro Fremm (Fregata europea multi-missione). Credendino ha però aggiunto che, al momento, la Russia non rappresenta una minaccia per il nostro Paese.
È invece sugli effetti della guerra tra Russia e Ucraina che Credendino si concede un’ultima riflessione: ciò che è sicuro è che sono in arrivo “mesi di grandi cambiamenti”. Il conflitto potrebbe causare “emergenze senza precedenti”: la penuria di grano a causa del blocco russo, potrebbe innescare “l’aumento dei flussi migratori verso l’Europa”. Non bisogna poi dimenticare la crisi energetica. Intanto Credendino ha ribadito che la Marina italiana potrebbe presto andare in Ucraina per scortare i cargo, che si tratti di “scorte” o per “operazioni di sminamento delle coste ucraine”.
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